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Bayer, semestrale deludente e taglio a previsioni 2023

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Bayer, colosso farmaceutico tedesco, delude gli azionisti con una pubblicazione ben al di sotto delle attese nei suoi ultimi dati trimestrali. La società ha riportato una perdita netta di €1.9 miliardi per i primi sei mesi del 2023, prevalentemente dovuta alla svalutazione del patrimonio aziendale. Come da consueto, la società ha divulgato i risultati dividendoli per le unità di business a cui fanno riferimento. I risultati sono stati negativi per quasi tutte le business unit, con la divisione agraria che ha fatto particolarmente male rispetto alle altre. Per il titolo si preannunciano ribassi nelle prossime giornate di scambi in Borsa.

Visti i risultati zoppicanti ottenuti fino a qui, il management ha anche rivisto a ribasso le stime sull’intero 2023. Sono dati che sorprendono comunque solo fino a un certo punto: la produzione industriale in Germania, secondo i dati pubblicati dall’ufficio nazionale di statistica, mostra un calo evidente dell’output da diversi mesi a questa parte. Anche se si è parlato soprattutto delle sfide che riguardano il comparto automotive, in realtà il settore farmaceutico è stato uno di quelli che hanno subito la contrazione più forte nella prima parte di quest’anno. E il trend non riguarda soltanto la Germania: in tutta l’Eurozona, inclusa l’Italia, la produzione industriale sta arrancando.

Fino alla giornata di pubblicazione di questi dati semestrali, le azioni Bayer hanno registrato una performance del +5.80% nel corso del 2023

I risultati di Bayer nel dettaglio

Complessivamente i ricavi del gruppo Bayer nei primi sei mesi del 2023 sono stati di 11 miliardi di euro, in calo del 8.2% su base annua al netto dell’effetto dei tassi di cambio. L’utile prima di interessi e imposte (EBITDA) è stato positivo per €2.5 miliardi. Questo dimostra comunque una certa redditività per le operazioni core della società, che ha però dovuto sopportare svalutazioni e minusvalenze del proprio portafoglio di asset per €2.3 miliardi. L’effetto di questa minusvalenza, combinato con i tassi di interesse elevati di questo periodo, ha fatto sì che complessivamente il risultato d’esercizio fosse una perdita.

La divisione farmaceutica ha riportato vendite stabili rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma con un utile netto più basso. Complessivamente anche il free cash flow (FCF) è stato negativo per 0.5 miliardi di euro, ed è una delle metriche più osservate dagli investitori istituzionali per valutare le azioni da mantenere in portafoglio. Nel primo semestre del 2022, il FCF era stato positivo per oltre 1.1 miliardi di euro.

Per quanto riguarda i diversi mercati geografici in cui Bayer opera, si segnala una flessione particolarmente alta delle vendite in Nord e Sud America. I risultati aggiustati in base ai tassi di cambio vedono un calo del 18% delle vendite in America Latina e del 12.3% in Nord America, mentre la flessione è stata del 2.4% nell’area EMEA e del 1.6% nell’area Asia-Pacifico. Si nota anche un notevole taglio alle spese di ricerca: Bayer ha speso 1.2 miliardi in R&D nel corso degli ultimi sei mesi, contro gli 1.9 miliardi che l’azienda aveva stanziato nello stesso periodo dello scorso anno. Nonostante ciò i dipendenti complessivi sono aumentati, salendo a oltre 102.000.

Il dettaglio delle vendite riportato da Bayer evidenzia un calo di 1.2 miliardi nelle vendite di Monsanto legate agli erbicidi

Delude la parte agraria, bene i farmaci da banco

La divisione di Bayer che ha registrato i risultati migliori in questi ultimi sei mesi è quella che il gruppo chiama consumer health. Si tratta in prevalenza di farmaci da banco come l’Aspirina, che nel corso degli anni sono diventati sempre più la colonna portante della crescita del gruppo tedesco. La società ha anche alzato le stime per i risultati del 2023, che dovrebbero vedere una crescita del 5% nelle vendite di questa business unit. Si prevede un risultato migliore solo per i farmaci tradizionali con prescrizione, che dovrebbero vedere un aumento del 7% delle vendite rispetto al 2022.

Bayer non ha citato particolari cause interne come motivo dei risultati positivi di questa divisione. Nella nota che accompagna i risultati si legge che il tasso di inflazione ha aiutato ad aumentare i margini sul venduto, e che in generale il mercato mostra una propensione sempre più forte dei consumatori a prendersi cura della propria salute.

A deludere è invece l’unità di business che si occupa di scienza agraria. Il motivo è che uno dei principali prodotti venduti da Monsanto, società che Bayer ha acquisito per $68 miliardi nel 2018, ha registrato un netto calo delle vendite. Si tratta di tutta la linea di prodotti a base di glisofato, un particolare erbicida che ha registrato una riduzione drastica dei volumi di vendita e dei prezzi nel corso degli ultimi 12 mesi. Infatti esiste una corrente politica e sociale sempre più forte che vorrebbe addirittura bandire l’uso di questi prodotti in Europa. Al momento è già vietato utilizzare erbicidi a base di glisofato in Portogallo, in Qatar e in altre 5 nazioni del Golfo.

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