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BCE, l’inflazione europea sarà del 3% medio nel 2024
Pare che ci vorrà oltre un anno prima che l’inflazione in Europa ritorni vicina al target del 2%, fissato e più volte difeso dal direttivo della Banca Centrale Europea. La grande notizia del giorno è che la BCE ha alzato i tassi di altri 25 punti base, portandoli al massimo degli ultimi 22 anni. Nemmeno il periodo pre-crisi del 2008 ha avuto dei riferimenti del genere, il che lascia facilmente intuire quanto importante sia il tema in questo momento. Oltre a scegliere i nuovi tassi di interesse, però, la Banca Centrale Europea ha anche aggiornato le sue previsioni di inflazione per i prossimi anni.
Questa è un’altra notizia importante, per due motivi. Da una parte lascia intendere quale sarà la politica monetaria della Banca Centrale Europea nel corso dei prossimi mesi, perché chiaramente le previsioni di inflazione sono formulate in base alle previsioni sui tassi di interesse; dall’altra parte fa anche capire quanto tempo ci vorrà prima di normalizzare la situazione, e dunque quanto tempo sarà necessario prima che si torni a una politica monetaria meno restrittiva. Considerando che ora i dati macroeconomici mostrano una flessione nell’attività economica, è importante per l’economia europea che si arrivi ad abbassare velocemente l’inflazione prima che una recessione vera e propria possa verificarsi.
Inflazione al 3% medio nel 2024
Stando alle previsioni aggiornate della Banca Centrale Europea, alla fine del 2023 l’inflazione media di tutto l’anno sarà del 5,1%. Considerando che fino a questo momento non è ancora scesa sotto al 6% e che siamo a metà dell’anno, significa che la BCE prevede un tasso di inflazione del 3-4% già nei prossimi mesi. Per il prossimo anno, invece, la previsione è un’inflazione media del 3%. Questo significa che probabilmente, nella seconda metà del prossimo anno, si arriverà stabilmente a un tasso di inflazione inferiore al 3% e dunque ci si avvicinerà in modo stabile all’obiettivo fissato dalla banca centrale.
In tutto questo non si sta considerando l’ipotesi di una recessione a livello europeo, che molto probabilmente accelererebbe il calo dell’inflazione. Come dimostrano i dati sulla produzione industriale in sofferenza e il graduale aumento del tasso di disoccupazione, gli effetti della politica monetaria sono ben visibili ora anche nell’economia reale.
Le previsioni attuali della BCE sulla crescita del PIL prevedono un +1.1% per il 2023 e +1.6% nel 2024. Al momento però, considerando che la Germania si trova già in recessione tecnica, è difficile credere che queste previsioni possano rimanere tali fino a fine anno. L’economia inizia a traballare e i tassi di interesse continuano a crescere, per cui la situazione comincia a diventare delicata.
Altro scatto rialzista per i tassi
La Banca Centrale Europea ha deciso di alzare i tassi ancora una volta: tutti e tre i principali tassi di interesse centrali saranno ora più alti di 25 punti base. Questa volta la BCE decide di prendere una strada diversa da quella della Federal Reserve, che invece ieri ha scelto di mantenere i tassi invariati per la prima volta nelle ultime 15 riunioni sulla politica monetaria. La differenza è chiara: l’inflazione europea è ancora sopra il 6%, mentre quella americana è già calata al 4%. Inoltre in Europa il comparto bancario sembra soffrire meno gli aumenti dei tassi di interesse, addirittura portando gli istituti di credito a pubblicare alcuni dei loro migliori dati sulla redditività in oltre 10 anni.
Inoltre è importante ricordare che la Banca Centrale Europea smetterà di reinvestire i rendimenti ottenuti con gli strumenti finanziari acquistati durante la pandemia secondo il programma Asset Purchase Program. Questa misura ha aiutato soprattutto le nazioni più indebitate, come l’Italia, a sostenersi meglio durante la pandemia; una volta terminato l’intervento diretto, la BCE ha continuato a reinvestire i profitti ma riducendo questi investimenti di volta in volta. Negli ultimi mesi la banca centrale ha comprato €15 miliardi al mese di bond nazionali dell’Eurozona secondo questo programma di reinvestimento, che a partire dal 1 luglio sarà completamente interrotto. Alla fine del 2024 verranno terminati anche i reinvestimenti dell’altro grande programma di aiuto ai governi durante la pandemia, il Pandemic Emergency Purchase Program.