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BCE, pubblicati i dati per il quarto trimestre del 2022
La Banca centrale europea ha pubblicato mercoledì le statistiche di vigilanza bancaria per il quarto trimestre del 2022: secondo i dati le banche della zona euro hanno rafforzato le loro riserve di capitale e tagliato i crediti inesigibili, mentre i tassi di interesse più elevati hanno aumentato i margini di prestito.
Le turbolenze del mese scorso non hanno avuto un’influenza particolarmente pesante sulle banche europee che hanno invece mostrato di rafforzare la solidità patrimoniale, producendo tra l’altro alcuni dei dati di redditività più elevati degli ultimi anni. La BCE, d’altra parte, ha aumentato i tassi di un record di 350 punti base da luglio, fornendo alle banche margini più elevati sui prestiti, ma esponendole anche al rischio che i mutuatari potessero avere difficoltà a rimborsare i prestiti.
Uno sguardo sui dati
Tra i dati più significativi pubblicati dal report troviamo:
- Aggregate Common Equity Tier 1 ratio in aumento al 15,27% nel quarto trimestre 2022 (rispetto al 14,74% del trimestre precedente e al 15,60% del quarto trimestre 2021): chiamato anche patrimonio di base di un istituto, il Tier 1 capital è formato dal capitale versato, dalle riserve e dagli utili non distribuiti.
- Rendimento aggregato del capitale proprio annualizzato fino al 7,68% nel quarto trimestre del 2022 (rispetto al 7,55% del trimestre precedente e al 6,70% di un anno fa): il cosiddetto return on equity è un indice di bilancio che esprime la redditività del capitale proprio e misura il rendimento del capitale conferito a titolo di rischio.
- Indice aggregato di copertura della liquidità, il cosiddetto liquidity coverage ratio, stabile nel quarto trimestre del 2022 al 161,46%: si tratta di un indice proposto da Basilea III che mira ad assicurare che una banca mantenga un livello adeguato di attività liquide che possano essere convertite in contanti.
I dati hanno anche mostrato un indebolimento parziale degli indicatori di liquidità, messi a dura prova dopo i fallimenti delle banche regionali statunitensi e i problemi relativi a Credit Suisse.
Le prospettive inflazionistiche
Robert Holzmann, capo della banca centrale austriaca, ha affermato che la Banca centrale europea dovrebbe continuare ad alzare i tassi di interesse: le prospettive di inflazione potrebbero portare ad un altro aumento di 50 punti base a maggio. La prossima riunione in merito è prevista per il 4 maggio e secondo le parole dei rappresentanti della Banca saranno i dati in arrivo a guidare la decisione.
È infatti probabile che l’inflazione core nella zona euro rimanga elevata per il resto del 2023, come affermato dal politico della BCE Pablo Hernandez de Cos, che presiede anche la banca centrale spagnola: l’inflazione è scesa del massimo mai registrato a marzo, ma la crescita dei prezzi core è accelerata.
Holzmann ha infatti dichiarato che bisogna agire con vigore ora, altrimenti il problema dell’inflazione non farà che aumentare portando a decisioni ancora più aspre. Anche Philip Lane ha affermato che se le previsione di marzo della banca si verificheranno, saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi per riportare l’inflazione al 2%.
Holzmann si mostra consapevole del fatto che la Banca non abbia ancora raggiunto la fine quando si tratta di tassi di interesse chiave ed è necessario continuare ad agire con decisione aumentando notevolmente i tassi probabilmente anche oltre maggio.