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Big Oil riporta utili e produzione migliori delle attese

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Oggi era una giornata importante per le società legate al petrolio, soprattutto per due delle più grandi al mondo: Chevron e Exxon Mobil, che rappresentano il cuore pulsante delle società energetiche negli Stati Uniti. Entrambe hanno riportato i loro dati di bilancio relativi all’ultimo trimestre del 2023 e all’anno appena concluso nel suo complesso. In entrambi i casi, gli azionisti sono stati accolti da buone notizie: per entrambe le aziende i profitti sono stati migliori rispetto alle aspettative, con i titoli che stanno già segnando una performance positiva nel mercato after hours.

Entrambe le società hanno appena dovuto abbandonare il mercato californiano, con lo Stato che ha ormai reso impossibili le attività estrattive. Ma questo non è servito a frenare l’entusiasmo per i grandi risultati ottenuti in altre aree, sia interne agli Stati Uniti come il bacino del Prysmian che all’estero. Le società americane sono state premiate dal fatto che i tagli alla produzione OPEC abbiano reso l’offerta internazionale più bassa, permettendo ai paesi non-OPEC come Brasile e Stati Uniti di approfittare del vuoto lasciato nel mercato.

Si pensava a risultati peggiori, vista la domanda globale in calo

Record di dividendi per Chevron

Chevron ha visto i suoi profitti indietreggiare rispetto al quarto trimestre del 2022, colpiti soprattutto da una serie di cause legali e al fatto di aver dovuto tagliare completamente dai bilanci gli asset in California. Ma questo fatto è più che bilanciato dagli ottimi dividendi che la società sta pagando agli azionisti: proprio durante la sua ultima earnings call, il management ha proposto un aumento del 8% del dividendo trimestrale a partire dal prossimo trimestre. Gli utili per azione, al netto delle svalutazioni, sono stati di $3,45, superiori alle aspettative degli analisti di $3,21. Solo il fatturato è stato leggermente al di sotto delle previsioni: 47,1 milioni di dollari contro i $51,6 milioni previsti da Wall Street.

Mike Wirth, il CEO di Chevron, ha commentato con entusiasmo i risultati ottenuti. Ha evidenziato soprattutto come la società stia entrando nel 2024 con un livello di indebitamento inferiore al 10%, decisamente poco per essere una società legata all’estrazione di gas e petrolio. La strategia aziendale continua a concentrarsi soprattutto su due aree: il bacino del Permian negli Stati Uniti e la Guyana, che negli ultimi anni si è scoperto uno dei paesi con più potenziale al mondo per aggiungersi all’elenco dei grandi produttori di petrolio.

Lo shale oil americano continua a dimostrarsi un business redditizio

Anche Exxon batte le aspettative

Exxon Mobil ha riportato utili per azione di $2,48 contro le attese di $2,21, anche in questo caso al netto delle svalutazioni e dei costi straordinari. Anche in questo caso si nota comunque un calo dei profitti rispetto allo stesso del 2023: l’utile netto è calato del 40%. Questo lo si deve sia agli asset californiani, sia al fatto che il prezzo del petrolio WTI sia stato del 10% inferiore in media nel corso dell’ultimo trimestre rispetto a quello passato. Allo stesso tempo il management fa notare i grandi passi avanti sulla produzione e sull’ottimizzazione dei costi di produzione. Quando si tolgono dall’equazione le oscillazioni dei prezzi del petrolio, infatti, la crescita di Exxon Mobil in termini di utile netto sarebbe più che raddoppiata rispetto al 2019.

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