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Big Tech non lotta solo per l’AI: Amazon, Netflix, Apple e Google lottano per lo sport in streaming

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In questo momento, pensando all’arena più competitiva per Big Tech, tutti citerebbero l’intelligenza artificiale. C’è però un settore che continua ad attirare molto interesse da parte delle grandi società della Silicon Valley, e non ha niente a che vedere con ChatGPT: si tratta dello sport in streaming. Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza che film e serie TV possono portare a un boom di utenti quando un certo servizio trasmette un programma di successo, ma altrettanto velocemente i clienti lasciano l’abbonamento quando qualcun altro offre contenuti più interessanti. Gli appassionati di sport, invece, seguono la loro squadra su qualsiasi piattaforma.

Per questo motivo, la concorrenza tra Netflix, Amazon, Apple e Google si sta rapidamente spostando dai set agli stadi. Mentre in Europa c’è DAZN che da subito si è imposta come piattaforma per lo streaming sportivo, differenziandosi da quelle legate a film e serie TV, negli Stati Uniti questo terreno di battaglia vede le piattaforme mischiare i contenuti -e confondere i clienti-. Nel weekend sono arrivati nuovi accordi importanti, soprattutto per gli appassionati di football americano e NBA, che vedono protagonista in particolar modo Amazon.

Dopo film e serie TV, anche lo sport sta passando al mondo dello streaming

Amazon: canestro da 3 punti con l’NBA

Amazon Prime Video ha raggiunto un accordo con il management della NBA per poter trasmettere gran parte delle partite del campionato. Secondo i termini del contratto, la piattaforma avrà la possibilità di trasmettere una parte della regular season e una parte dei playoff. Gli appassionati non potranno dunque contare solo su Prime Video per seguire tutta l’azione del basket maschile americano, ma possono già contare su questa piattaforma per quello femminile: per i prossimi due anni, la WNBA e Amazon hanno già trovato un accordo di ampio spettro. Alcuni dei contenuti che saranno trasmessi su Prime Video saranno esclusivi, forzando i consumatori a scegliere se usare il servizio o rinunciare alla diretta.

L’obiettivo di Amazon è entrare con maggior forza nel mercato del basket e del football americano, i due sport che negli Stati Uniti contano il maggior numero di appassionati. Per questo la società è già arrivata al terzo anno di vigenza del contratto con la NFL: Amazon riconosce alla lega $1 miliardo ogni anno per poter trasmettere in esclusiva le partite che avvengono il giovedì sera. Inoltre è già stato trovato un accordo per la trasmissione di tutte le gare della NASCAR, che dovrebbe avere effetto a partire dal prossimo anno.

I clienti che cercano sport in streaming tendono a rimanere abbonati più a lungo

Google e Netflix non stanno fermi

Il football americano è una torta di cui tutta Big Tech vuole una fetta. Netflix ha firmato un contratto di 3 anni per poter trasmettere in esclusiva le partite che avvengono nella settimana di Natale, solitamente decisive per stabilire quali saranno le squadre che giocheranno i play-off. Invece YouTube, di casa Google, ha trovato un accordo per trasmettere tutte le partite di NFL che avvengono la domenica pomeriggio. Apple nel frattempo sta siglando un accordo con la MLS, per trasmettere le partite di calcio del venerdì su Apple TV. Il problema di questi accordi è che, a differenza di quelli europei, frammentano l’offerta: il cliente di ogni piattaforma si ritrova necessariamente a dover fare diversi abbonamenti per vedere un singolo sport, dal momento che ogni multinazionale tech possiede i diritti solo per alcune partite. Una situazione che probabilmente sta bene ai colossi del digitale, ma meno ai tifosi.

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