News

Big Tech si accorda con Duke Energy: nasce un nuovo modo di finanziare la tecnologia per la sostenibilità

Published

on

Duke Energy ha annunciato da poche ore la firma di accordi tre giganti tecnologici Amazon, Google e Microsoft- per fornire energia pulita. Questo accordo segna un passo significativo verso l’adozione di fonti energetiche rinnovabili, sfruttando un nuovo sistema di finanziamento e collaborazione. Non soltanto Big Tech continuerà nella sua strada verso la decarbonizzazione, ma lo farà esattamente nello stile di Big Tech: finanziando grandi progetti di ricerca per innovare il settore con tecnologie emergenti. Questi progetti includono tecnologie innovative come il nucleare avanzato, la geotermia di nuova generazione, l’idrogeno verde e i sistemi di accumulo di energia a lunga durata. Le aziende partecipanti hanno emesso una richiesta di informazioni (RFI) per identificare potenziali progetti negli Stati Uniti che necessitano di supporto per lo sviluppo iniziale e la commercializzazione​​.

Fino a questo momento, Big Tech ha lavorato sulle rinnovabili in due modi: stringendo accordi di acquisto di lungo termine con i fornitori, oppure rilevando direttamente centrali eoliche e fotovoltaiche. Invece i nuovi accordi con Duke Energy prevedono la fornitura di energia rinnovabile tramite un sistema innovativo, chiamato off-take. Le aziende partecipanti, tra cui Google, Microsoft e Nucor, hanno deciso di aggregare la loro domanda di energia pulita. Oltre a comprare l’energia, parteciperanno direttamente al finanziamento dei lavori e della ricerca sulle tecnologia per la sostenibilità emergenti: in questo modo, Duke Energy non dovrà fare affidamento solo sulla sua liquidità o sul debito per poter portare avanti questi progetti.

Se il tentativo dovesse andare a buon fine, questo esperimento potrebbe diventare un metodo di finanziamento comune

Un nuovo modello di finanziamento alla prova

L’obiettivo principale del sistema off-take è quello di aggregare la domanda di energia pulita da parte di grandi acquirenti per facilitare gli investimenti necessari e ridurre i rischi associati ai progetti pionieristici. Questo approccio collaborativo permette di distribuire i rischi tra più soggetti, rendendo più fattibile il finanziamento di tecnologie che non sono ancora competitive dal punto di vista dei costi rispetto alle fonti energetiche tradizionali​. Google e Microsoft hanno obiettivi di riduzione delle emissioni molto ambiziosi, rispettivamente puntando a zero emissioni nette dalle operazioni aziendali entro il 2030 e al totale net zero entro il 2050​. Amazon sta seguendo la stessa strada, addirittura testando le spedizioni con etanolo verde per le navi che trasportano le merci dell’azienda.

L’accordo prevede tariffe agevolate sull’energia rinnovabile in cambio dei finanziamenti per realizzare le infrastrutture necessarie e per supportare lo sviluppo delle nuove tecnologie. La speranza è che combinare le forze possa accelerare di molto la velocità con cui queste tecnologie potranno passare alla fase di produzione su scala, abbassando i costi e dunque rendendole economicamente sostenibili anche per altre aziende. Amazon ha già annunciato di voler comprare in questo modo 180 MW di energia pulita, mentre Google si è impegnata a comprarne 140 MW e Microsoft comprerà altri 100 MW.

Alimentare i data center con forme pulite di energia è essenziale per il raggiungimento del net-zero nel settore tech

Un sistema replicabile

I progetti pilota del nuovo accordo tra Duke Energy e Big Tech saranno localizzati principalmente negli Stati Uniti, ma questo è un modello che può essere replicato in altri settori e in altre regioni. Laddove non ci sono aziende che hanno la stessa potenza di fuoco di Amazon e Google, stanno nascendo delle prime forme di partenariato pubblico-privato che funzionano nello stesso modo: l’amministrazione pubblica compra energia a basso costo e in cambio finanzia sia la costruzione delle centrali che la ricerca sulle tecnologie emergenti. Se il modello dovesse diventare popolare, forme di energia come l’idrogeno verde o il nucleare su piccola scala potrebbero accelerare il loro sviluppo a un ritmo senza precedenti.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version