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BMW, nuove obbligazioni su Borsa di Londra per $350 milioni

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BMW torna a operare sulla Borsa di Londra dopo quasi tre anni senza operazioni. Lo fa raccogliendo 350 milioni di sterline in una singola emissione di obbligazioni, già quotata in Borsa a partire da martedì mattina. La società tedesca fa eco alla nuova emissione di Mercedes, che però riguarda bond per due miliardi di euro e ha un’obiettivo decisamente più ad ampio spettro. Per BMW si tratta di un’operazione data dalla volontà di diversificare le fonti di capitale, anche malgrado i tassi di interesse piuttosto alti praticati in questo momento dalla Bank of England. Altri gruppi europei preferiscono emettere le loro obbligazioni in Lussemburgo, come nel caso di Mercedes e di Bayer la settimana precedente, o in Giappone per approfittare dei tassi molto bassi della Bank of Japan.

Tutto questo non sembra comunque impensierire BMW, che d’altronde ha scelto di lanciare un’emissione di obbligazioni piuttosto contenuta rispetto al totale delle fonti di finanziamento della società. L’iconica azienda del settore automotive non è comunque in cattiva compagnia: nelle ultime settimane anche Northern Gas Networks, British Petroleum e Vodafone hanno raccolto capitali a Londra con il lancio di nuove obbligazioni. Gli investitori che lo desiderano possono già trovare il nuovo strumento sulla Borsa principale del Regno Unito, dove è acquistabile anche dai piccoli risparmiatori.

Quella di BMW è appena la terza emissione di bond sulla Borsa di Londra da parte di produttori di automobili nel corso del 2023

I dettagli della nuova emissione

I nuovi bond emessi da BMW rientrano nella classica categoria senior unsecured. Si tratta di obbligazioni garantite direttamente sul business della società e delle sue controllate, non su specifiche ipoteche; sono strumenti che prevedono anche il massimo diritto di rimborso in caso di insolvenza dell’emittente e che non sono subordinati al rimborso di altri obbligazionisti. Le obbligazioni sono state emesse in una sola serie, con la scadenza prevista tra 3 anni e quindi a giugno 2023.

Inizialmente le nuove obbligazioni sono state prezzate a un rendimento pari a quello dei gilt a tre anni (i Buoni del Tesoro inglese) più un premio di 125 punti base. Gli ordini sono però stati molto alti, arrivando addirittura a 650 milioni di sterline inglesi, facendo calare il rendimento a fine giornata a 110 punti base. A occuparsi dell’emissione sono state HSBC e NatWest, che hanno lavorato in cordata come banche sottoscriventi.

I coordinatori dell’emissione hanno espresso commenti positivi su questa operazione. Ritengono che BMW abbia colto un buon momento per emettere bond in sterline in un momento di poche emissioni, potendo facilmente mettere in competizione le banche che desideravano sottoscrivere i bond e di conseguenza spingendone a ribasso il rendimento.

Dopo la dismissione della produzione della BMW i8, il gruppo si sta finanziando per investire sul proprio futuro elettrico

Poca attività sulla Borsa di Londra

La nuova operazioni di BMW rappresenta appena della terza emissione di obbligazioni sulla Borsa di Londra per quest’anno da parte dei produttori di automobili. Prima, nel 2023, avevano scelto questa opzione soltanto Volkswagen e General Motors. Questa è una decisione interessante, perché al momento il mercato londinese sembra mal posizionato per attirare investitori: tassi di interesse elevati, una valuta piuttosto volatile e gli ultimi dati sull’inflazione che fanno pensare a più rialzi dei tassi rispetto al previsto.

BMW potrebbe comunque approfittare della situazione, nel caso in cui il valore dei bond dovesse scendere nel futuro a breve termine, per riacquistare l’emissione a un prezzo vantaggioso. Sembra invece più strategica l’operazione che l’azienda ha fatto all’inizio del mese, quando annunciò un’emissione da 2 miliardi di euro. In quell’occasione erano state offerte tre serie di obbligazioni agli investitori, e si trattò della prima raccolta in euro di BMW da oltre un anno. La società sembra non avere paura dei tassi, forte anche di un rating A2 assegnato da Moody’s e un rating A assegnato da Standard & Poor’s.

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