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BNP Paribas riduce i finanziamenti nel settore petrolifero
BNP Paribas, la più grande banca francese, ha annunciato giovedì 11 maggio il rafforzamento dei propri impegni per la transizione energetica, dettagliando i piani di ritiro dalle attività di esplorazione e produzione di petrolio e gas. L’istituto finanziario ha, infatti, dichiarato che non fornirà più finanziamenti dedicati allo sviluppo di nuovi campi di petrolio e di gas. La banca ha inoltre confermato il proprio obiettivo di ridurre dell’80% i finanziamenti all’esplorazione di petrolio entro il 2030, continuando ad allineare il proprio portafoglio di prestiti a una traiettoria di emissioni nette zero, e ha stabilito nuovi obiettivi di decarbonizzazione per i settori dell’acciaio, del cemento e dell’alluminio, come presentato nel suo Rapporto sul Clima 2023.
Verso investimenti in settori a minor impatto ambientale
Secondo uno scenario basato su estese ricerche scientifiche sviluppato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (International Energy Agency, IEA), l’organizzazione intergovernativa autonoma che fornisce raccomandazioni politiche, analisi e dati sull’intero settore energetico globale, la neutralità carbonica entro il 2050 richiederà un’accelerazione molto forte degli investimenti nelle energie a basse emissioni di carbonio, che è essenziale per consentire la soppressione delle energie fossili.
Come riportato nel comunicato della banca, alla fine del 2022 le energie a basse emissioni di carbonio rappresentavano quasi il 60% del totale del finanziamento del settore energetico di BNP Paribas. A gennaio 2023, invece, l’istituto di credito ha annunciato di mirare nel corso dell’anno a spostare ulteriormente il proprio finanziamento basato sull’energia all’80% verso energie a basse emissioni di carbonio, pari ad almeno 40 miliardi di euro (più di 43 miliardi di dollari). In linea con questo impegno, BNP Paribas ha riportato giovedì la sua decisione di ridurre significativamente il suo sostegno all’industria dell’esplorazione e produzione di petrolio e gas.
In particolare, BNP Paribas non intende più fornire alcun finanziamento dedicato allo sviluppo di nuovi campi di petrolio, indipendentemente dai metodi di finanziamento, oltre a ridurre la quota di finanziamenti generali destinati all’esplorazione e produzione di petrolio dell’80% entro il 2030. Anche per quanto riguarda l’esplorazione e la produzione di gas, la banca cesserà tutti i finanziamenti dedicati allo sviluppo di nuovi campi, oltre a ridurre i finanziamenti per l’esplorazione e la produzione di gas di oltre il 30% entro il 2030.
Inoltre, come parte del suo Rapporto sul Clima 2023, BNP Paribas ha stabilito nuovi obiettivi di allineamento del portafoglio in tre settori chiave, tra cui l’acciaio, l’alluminio e il cemento, tutti finalizzati a ridurre le emissioni di anidride carbonica (rispettivamente del 25%, del 10% e del 24% rispetto all’anno precedente per i primi due e al 2021 per il terzo). Infine, l’istituto finanziario prevede un mix tecnologico finanziato del settore energetico composto dal 66% di energie rinnovabili e da meno del 5% di carbonio entro il 2025, con un obiettivo di riduzione delle emissioni fino a meno di 146 gCO2/kWh entro il 2025, e un aumento della quota di veicoli elettrificati finanziati nel portafoglio automobilistico totale a più del 25% entro il 2025, con l’obiettivo di raggiungere meno di 137 gCO2/km entro il 2025.
Dalla recente analisi del centro studi di Bloomberg, poi divulgata sui canali dell’azienda, che riporta un record di emissioni per i green bonds nel primo trimestre del 2023, si legge anche che dal 2022 (incluso il 2023 dall’inizio dell’anno) BNP Paribas si è classificata al primo posto per l’emissione globale di green bond, ovvero i titoli obbligazionari sostenibili.
Oltre a BNP Paribas, numerose sono le banche che negli ultimi tempi hanno annunciato piani per spostare gli investimenti verso settori a minor impatto ambientale e lontani dai combustibili fossili. Per esempio, il principale concorrente di BNP Paribas in Francia, Société générale, ha dichiarato di voler ridurre la propria esposizione finanziaria ai settori di produzione di petrolio e gas del 20% entro il 2025 rispetto al 2019. Crédit Agricole, d’altro canto, si è impegnata a non finanziare più progetti di estrazione di petrolio entro il 2025.
Gli scienziati sostengono che ci siano solo sette o otto anni prima di superare il limite di riscaldamento globale di 1,5 °C stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015. Ciò significherebbe che i Paesi, le aziende e i singoli individui dovrebbero dimezzare le loro emissioni ogni decennio fino al 2050. La decisione di BNP Paribas di porre fine ai finanziamenti per lo sviluppo di nuovi campi petroliferi e di gas è un passo importante verso una maggiore sostenibilità ambientale. La transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio richiede sforzi e investimenti significativi, ma è fondamentale per combattere i cambiamenti climatici e preservare il pianeta per le generazioni future.