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Boeing, la produzione del 737 MAX crolla per via dei controlli di sicurezza e dell’investigazione della FAA

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La produzione nella catena di montaggio di Boeing viaggia a rilento, molto a rilento, nelle ultime settimane. La causa è l’investigazione aperta dalla FAA sulle misure di sicurezza dell’azienda e sulle tecniche utilizzate nella produzione, che secondo i report di un informatore importante -poi trovato suicida nella sua auto- sarebbero esclusivamente orientate a mantenere le promesse fatte ai clienti anche a discapito dei controlli. La FAA ha chiesto a Boeing di limitare la sua produzione del 737 MAX 9 a 38 velivoli al mese, in modo da costringere l’azienda ad abbassare la sua pressione sulla filiera e potersi soffermare maggiormente sulle ispezioni dei velivoli prodotti. Al momento, però, la società riesce a produrre meno di 10 aerei di questo tipo al mese.

L’investigazione della FAA è stata avviata in seguito ai tanti incidenti che hanno coinvolto gli aerei di Boeing nel corso degli ultimi anni. Prima, con il 737 MAX 8, ci sono stati due incidenti fatali costati la vita a oltre 300 persone; poi, con il 737 MAX 9, un volo di Alaskan Air ha visto staccarsi in volo il suo portellone di sicurezza causando un atterraggio di emergenza. E si arriva infine al caso più recente, quello del volo di Latam che ha improvvisamente perso quota scagliando i passeggeri per la cabina e causando diversi feriti. I problemi non sarebbero da ricercarsi nel modo in cui gli aerei sono progettati, quanto piuttosto nella poca osservanza delle misure di sicurezza lungo la catena di montaggio.

I ritardi nelle consegne spingono sempre più clienti verso Airbus

Ritardi dovuti ai “lavori viaggianti”

Boeing utilizza il termine travelling works (“lavori viaggianti”) per riferirsi a una situazione piuttosto comune nella sua supply chain: quella in cui un pezzo deve essere spostato da una stazione all’altra della filiera produttiva prima che la stazione di partenza abbia completato il lavoro. L’idea è quella di accelerare i tempi, finendo poi il lavoro in un secondo momento, per dare più agilità alla catena di montaggio. La FAA ha espressamente chiesto a Boeing di ridurre l’utilizzo di questo tipo di processo, che può causare problemi e dimenticanze potenzialmente fatali.

Il fatto che la società sia in grado di completare meno di 10 aerei al mese, contro i 38 che erano previsti in precedenza, mostra la forte dipendenza di Boeing dall’uso di sistemi di questo genere. Ora che la FAA ha inviato i suoi responsabili a monitorare la catena di montaggio, dando all’azienda un lasso di 90 giorni per risolvere i problemi, si nota in modo evidente come la produzione sia ridotta. Questo è un problema anche per la credibilità di fronte ai clienti: non solo vengono consegnati meno aerei e in ritardo, ma diventa evidente che prima dell’investigazione i processi di produzione mirassero di più alla velocità che alla sicurezza.

Il caso di Lion Air è stato il primo incidente fatale del Boeing 737 MAX 8

Airbus prende il volo, ma con i suoi problemi

Tutti i problemi nella filiera produttiva di Boeing hanno consacrato Airbus come il più grande produttore di aeromobili nel 2023, titolo che ormai l’azienda si aggiudica da 5 anni consecutivi. Mentre Boeing fatica a produrre 10 unità al mese del suo modello più venduto, Airbus sta producendo 50 A320-neo al mese e sta consolidando la sua leadership di mercato a una velocità record. Allo stesso tempo, però, l’azienda sta affrontando problemi di forniture: mancano i lavoratori specializzati nella manutenzione degli aerei, specialmente per quanto riguarda i motori. In ogni caso, con ordini aumentati dell’11% di anno in anno, l’azienda può dormire sonni tranquilli: è molto difficile che ci siano dei ribaltoni nel breve-medio termine, dal momento che Boeing sta navigando in acque ben più tempestose. Nel frattempo gli azionisti se ne accorgono, con il titolo di Boeing sempre più secondo a quello di Airbus per performance e volumi di scambi.

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