News
Bond europei, rendimenti in discesa dopo la BCE
La BCE ha appena deciso di mantenere i suoi tassi d’interesse invariati al 4%. Christine Lagarde resta per il momento fedele alla politica di dare totale precedenza ad abbassare il tasso d’inflazione, ripetendo ben due volte che è prematuro parlare di un taglio ai tassi. Ma i bond europei hanno comunque visto una giornata di scambi all’insegna di forte domanda da parte dei compratori e tassi reali in calo. Questo sarebbe il risultato non di ciò che la Banca Centrale Europea ha avuto da dire in merito ai tassi, ma soprattutto in merito all’inflazione. La massima istituzione finanziaria dell’Unione Europea è sembrata molto meno preoccupata dalla pressione sui prezzi, ad esempio rimuovendo dal suo discorso qualunque riferimento all’aumento del costo del lavoro.
Il rendimento dei BTP a 10 anni, che toccava il 3,94% all’inizio della mattinata, è sceso al 3,83% alla fine della giornata di contrattazioni. In percentuale il calo del rendimento è ancora più significativo per i Bund tedeschi, il cui rendimento è passato dal 2,38% al 2,27% durante la giornata di giovedì. Questo è un tema interessante, che mette gli investitori di fronte a una scelta: credere nella BCE e aspettarsi che i tassi impiegheranno ancora del tempo prima di scendere, oppure affidarsi alla speranza comune dei mercati finanziari che i tassi d’interesse possano iniziare a scendere già nel periodo tra marzo e giugno.
Aumentano le speculazioni sui bond
Alcuni membri del comitato di politica monetaria della BCE, parlando anonimamente con la stampa internazionale, si sono detti pronti a cambiare atteggiamento già dal prossimo meeting sui tassi. Questo, ben inteso, soltanto se i dati sull’inflazione confermassero la presenza dei presupposti per poterlo fare. La prospettiva di tagli ai tassi rende molto più appetibili i bond acquistabili in questo momento, considerando che le nuove emissioni del resto dell’anno potrebbero vedere rendimenti significativamente più bassi. Martin Wolburg di Generali Investments fa notare che nelle parole della BCE si è notata un’elevata fiducia nella possibilità che i tassi continuino a calare nel corso dei prossimi mesi, mentre prima la sua retorica sembrava notevolmente più preoccupata.
Allo stesso tempo, diversi analisti iniziano a far notare che i mercati hanno anticipato così tanto un possibile taglio ai tassi in questo trimestre che ormai rimane poca corsa a ribasso possibile per i rendimenti. Essenzialmente, anche se la BCE dovesse realmente abbassare i tassi già a marzo o ad aprile, questa decisione sarebbe già così tanto incorporata dai rendimenti dei bond che non si vedrebbe una grande differenza nelle loro quotazioni.
80% di probabilità implicita di tagli entro aprile
Uno dei metodi con cui si studiano le attese del mercato rispetto alle mosse della banca centrale è attraverso la curva dei rendimenti. Lo scarto tra il rendimento dei bond di breve durata più sensibili ai tassi, e il rendimento dei bond di lunga durata meno sensibili ai tassi, si è ridotto in maniera significativa. La curva dei rendimenti mostra che la probabilità implicita di un taglio ai tassi già entro fine aprile si colloca all’80%; prima della riunione di politica monetaria di oggi, era al 60%. Attualmente i mercati si attendono anche che entro la fine dell’anno la BCE abbassi i tassi d’interesse complessivamente di 140 punti base, contro i 130 punti base previsti prima della decisione di stamattina. Ora rimarrà da vedere se effettivamente questo modo di interpretare le parole di Christine Lagarde si rivelerà corretto, o se la BCE deciderà di rimandare i tagli e i rendimenti torneranno a salire.