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Bond svizzeri, dopo il taglio i rendimenti calano a picco: per quelli decennali, interessi già fino al 8%

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La banca centrale svizzera taglia i tassi d’interesse per la seconda volta in questo ciclo economico, confermandosi la prima tra tutte quelle dei paesi economicamente sviluppati ad aver vinto la sua battaglia con l’inflazione. La Svizzera è stata in grado di tenere a bada la pressione sui prezzi durante e dopo la pandemia, non arrivando mai a toccare i picchi di inflazione che si sono registrati invece negli Stati Uniti e nell’Eurozona. Il taglio ai tassi di oggi era ampiamente previsto, con oltre due terzi degli analisti istituzionali che si aspettavano esattamente uno scatto a ribasso di 25 punti base. Dopo la decisione di oggi, i tassi centrali in Svizzera scendono al 1,25% annuo.

Immediatamente dopo la decisione, il rendimento delle obbligazione svizzere è sceso del 8%: in questo momento un bond decennale del Tesoro elvetico paga appena lo 0,60%, simile a quello che succedeva con i Bund tedeschi durante l’epoca Draghi. La decisione di oggi può aiutare a rilanciare la crescita economica svizzera, ma dall’altra parte cambia i rapporti commerciali con l’UE: il crollo del valore del franco fa pensare che l’import svizzero andrà a diminuire, così come è più probabile che imprese europee decidano di investire in Svizzera.

Oltre al calo dei tassi di oggi, i rendimenti sono penalizzati dalla prospettiva che ne arrivino altri

Quotazioni in decollo e rendimenti a picco

La decisione di abbassare i tassi ha causato un aumento repentino della volatilità nel mercato obbligazionario. Il fatto che il rendimento delle nuove emissioni sarà più basso ha portato a una corsa ai bond già emessi, che di conseguenza hanno visto le quotazioni saettare nelle prime ore della giornata di contrattazioni. Il risultato è tanto più evidente quanto più si guarda lontano: i bond al 3% in scadenza nel 2027 hanno chiuso la giornata con rialzi di 2-3 punti percentuali, mentre sulle scadenze a 30-40-50 anni si è arrivati a rialzi superiori al 6% nelle quotazioni. Difficile dire se il rally continuerà per tutta la settimana.

Il presidente della banca centrale svizzera, Thomas Jordan, ha fatto notare come il calo dell’inflazione in Svizzera sia stato significativo nel corso degli ultimi mesi. Per questo la banca centrale ritiene che questo non sarà il suo ultimo scatto dei tassi a ribasso e che probabilmente sarà necessario aggiustare ancora il livello degli interessi durante questo ciclo economico. Tagliare i tassi in questo momento è quasi una necessità per la banca centrale svizzera, che rischia seriamente di trovarsi colpita da una spirale deflazionistica.

Il rendimento delle obbligazioni svizzere a 10 anni nel corso della giornata di scambi di oggi

L’inflazione non riparte

La Svizzera sta affrontando un problema essenzialmente contrario a quello di tutte le altre economie sviluppate: ha un tasso d’inflazione talmente basso che, malgrado gli sforzi per far accelerare l’economia, la crescita dei prezzi su base annua rimane intorno allo zero. La banca centrale svizzera ha fatto già proiezioni fino al 2027 sull’evoluzione prevista per il tasso di inflazione, ma le cose non andranno tanto meglio nemmeno in futuro: nel Q1 2027 si aspetta un tasso d’inflazione del 1%, ben all’interno del range auspicato dello 0-2%. Con questi presupposti è probabile che i tagli ai tassi continueranno ancora per diverso tempo, altrimenti il rischio di deflazione continuerà a spaventare i mercati obbligazionari e a penalizzare il franco nel Forex.

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