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Bonds, mercati fiduciosi sulla crescita ma non sui tassi

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Il mercato dei bond invia segnali contrastanti in chiusura di settimana, soprattutto osservando l’andamento delle obbligazioni governative. Negli USA si nota una riduzione importante del credit spread, cioè del rendimento delle obbligazioni “spazzatura” rispetto al rendimento delle obbligazioni investment grade. Solitamente questo scarto si riduce quando i mercati sono ottimisti sulla crescita e sulla stabilità dell’economia, mentre tende ad aumentare nei periodi di incertezza. Un segnale interessante che sembra raccontare anche di come l’economia americana continui a dare segnali incoraggianti, pur in un momento di tassi d’interesse piuttosto alti.

Lo stesso clima di ottimismo sulla crescita sembra però riflettersi sulle attese legate a un possibile taglio dei tassi, un tema di cui si continua a parlare da diversi mesi ma che fino a questo momento ha sempre visto deluse le attese degli investitori. Ormai sembra evidente che la Fed non taglierà i tassi nella riunione di politica monetaria di marzo, ed è addirittura probabile che per arrivare un momento di inversione nella curva dei tassi bisognerà aspettare la seconda parte dell’anno. Questo sta pesando sulle quotazioni dei bond, che dopo aver aperto il 2024 con un rally stanno ora tornando a scendere.

Le stesse dichiarazioni recenti dei membri della Fed indicano che i tagli ai tassi non sono una priorità al momento

Le mosse nel credit spread indicano ottimismo

Guardando ai numeri, è interessante considerare i due principali indici che tracciano il rendimento dei bond “spazzatura” e quello dei bond investment grade. Attualmente l’ICE BofA US Corporate Index -comunemente usato come riferimento per i bond più sicuri- è sceso a 93 punti base, mentre l’ICE BofA US High Yield Index -comunemente usato per misurare la performance dei bond più rischiosi- si colloca a quota 322 punti base. Per i bond più sicuri è il livello di rendimento più basso mai toccato da novembre 2021, e per i bond meno sicuri si tratta comunque del livello più basso mai toccato da gennaio 2022.

Entrambi questi indici misurano la performance di obbligazioni corporate, cioè emesse da aziende. Il fatto che i rendimenti di queste obbligazioni stiano scendendo mentre quelli delle obbligazioni governative stanno aumentando sembra indicare chiaramente una cosa: i mercati hanno fiducia nella crescita delle imprese e nella loro capacità di pagare le obbligazioni, ma si attendono che la Federal Reserve continui ad aspettare prima di abbassare i tassi d’interesse. Considerando che gli ultimi dati sull’inflazione hanno visto una pressione sui prezzi più alta del previsto, quella di Wall Street appare essere una risposta perfettamente coerente con il quadro economico attuale.

Rendimento dei Treasuries statunitensi a 10 anni

La Fed temporeggia sui tassi

Il fatto che la Fed stia temporeggiando sui tassi d’interesse lo dimostrano le dichiarazioni rese dagli stessi membri del comitato di politica monetaria giovedì scorso. La banca centrale statunitense ha indicato di trovarsi in una situazione difficilmente paragonabile con dei precedenti storici, in cui la crescita economica continua a rimanere molto forte e l’occupazione rimane estremamente alta anche a discapito di tutti i rialzi dei tassi d’interesse che ci sono stati fino a questo momento. Il vice-presidente Philip Jefferson indica comunque che molto probabilmente i tassi cominceranno a scendere già durante il 2024, ma sembra che non sia prevista una decisione di questo genere nel corso del prossimo trimestre. Tutto dipenderà come sempre dall’andamento del tasso di inflazione, e addirittura non è escluso che i tassi possano aumentare nel caso in cui l’economia americana fosse sorpresa da un’ondata di re-inflazione.

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