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Brasile, leader nella lotta al cambiamento climatico. Una promessa difficile da mantenere

Uno degli obiettivi che si è fissato il Brasile è quello di mettersi alla testa del cambiamento climatico. Ma guardando attentamente a cosa accade in Amazzonia, è un obiettivo difficile da centrare.

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Il Brasile leader nella lotta al cambiamento climatico. Uno degli impegni che si è assunto Luiz Inacio Lula da Silva, quando è entrato in carica nel 2023, è  quello di impegnarsi nel contrasto alla deforestazione in Amazzonia. E, dopo anni di distruzione della più importante e grande foresta pluviale a livello mondiale, porre il paese a capo della lotta al cambiamento climatico.

Lula si è preso un impegno molto importante. Entro la fine del 2030 chiudere definitivamente con la deforestazione. Un programma che si inserisce in un progetto ben più ambizioso, che dovrebbe portare a dimezzare i tassi di deforestazione. Purtroppo un recente studio ha messo in evidenza che la deforestazione da sola rappresenterebbe solo una piccola frazione dei danni climatici che stanno mettendo in ginocchio l’Amazzonia.

Gli incendi delle foreste, l’abbattimento degli alberi e altre forme di sfruttamento della natura causate direttamente dall’uomo – a cui si vanno ad associare altri disturbi naturali dell’ecosistema amazzonico – stanno rilasciando sempre più anidride carbonica, che va a riscaldare ancora di più il clima.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio.

Il cambiamento climatico passa anche dall’Amazzonia

A fare il punto della situazione sul futuro climatico e sulle politiche adottate dal Brasile in questo senso ci ha pensato uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, dal quale emerge che i problemi che imperversano sull’Amazzonia sono più ampi di quanto si potesse immaginare.

Le conclusioni, a cui è arrivato lo studio, emergono da una scansione laser aerea della regione amazzonica, che ha permesso di analizzare in maniera più precisa i cambiamenti della foresta pluviale rispetto a quella delle immagini satellitari. Si è riusciti a scoprire, in questo modo, che il degrado causato dall’uomo e i disturbi naturali sono responsabili dell’83% delle emissioni di carbonio, mentre solo il 17% è dovuto alla deforestazione.

Numeri che in un certo senso si vanno a mettere di traverso alla politica di Lula che vorrebbe far diventare il Brasile il capofila della lotta al cambiamento climatico. Non è sufficiente combattere la deforestazione.

Ad ogni modo è importante ricordare che le foreste hanno la capacità naturale di assorbire anidride carbonica, ma alcune misurazioni atmosferiche degli ultimi anni indicano che l’Amazzonia ha rilasciato più carbonio di quanto ne abbia assorbito a causa della deforestazione e del degrado.

L’Amazzonia assorbe grandi quantità di anidride carbonica che viene immagazzinata nella sua rigogliosa vegetazione. Ma quando gli alberi vengono distrutti, rilasciano quel gas serra nell’atmosfera. Stando a quanto messo in evidenza dalla ricerca, i danni che vengono arrecati alla foresta dagli incendi dopo una siccità sono immensi. E hanno trasformato la regione in una polveriera.

Il Brasile non sarà mai in testa alla lotta al cambiamento climatico

Secondo l’autore principale dello studio, Ovidiu Csillik, specialista in telerilevamento presso la Wake Forest University negli Stati Uniti, le tecniche utilizzate nella ricerca forniscono un livello di dettaglio senza precedenti sul degrado forestale nella regione del Brasile, dove la distruzione è più dilagante.

La deforestazione è facilmente rilevabile tramite le normali immagini satellitari, mentre il degrado è più difficile da individuare. Gli aerei hanno effettuato delle letture laser che hanno fornito un’immagine tridimensionale della foresta, così dettagliata da riuscire a individuare anche il singolo albero morente.

Csillik ha aggiunto di essere rimasto sorpreso nel vedere che le tempeste di vento stavano provocando anche grandi emissioni e ingenti danni alla foresta, abbattendo un gran numero di alberi.

Gli impegni che si è assunto il Brasile

Nel 2021, oltre 140 Paesi tra cui il Brasile, hanno firmato un impegno globale per porre fine non solo alla deforestazione, ma anche ad altre forme di degrado entro la fine di questo decennio.

Secondo Manoela Machado, esperta di incendi presso il Woodwell Climate Research Center negli Stati UnitiTuttavia, il degrado ha cause così diverse ed è complesso monitorarlo e gestirlo. M soprattutto il cambiamento climatico rende più complicata la lotta agli incendi.

Machado ha poi aggiunto che gli incendi possono oltrepassare i confini previsti e invadere le aree forestali se il combustibile è sufficientemente secco da consentire la propagazione degli incendi, fenomeno sempre più comune a causa delle ondate di calore e delle gravi siccità causate dai cambiamenti climatici.

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