News

Calo record delle emissioni di CO2 in UE: -15,5% nel 2023 rispetto all’anno precedente

Pubblicato

il

L’Unione Europea può celebrare un grande passo in avanti verso la sostenibilità: le emissioni di CO2, misurate attraverso la piattaforma elettronica di scambio dei crediti ambientali in Europa, sono calate del 15,5% rispetto al 2022. Puntare sulle rinnovabili e sul miglioramento dell’efficienza termica degli edifici sembra aver funzionato. Al calo delle importazioni di gas proveniente dalla Russia si contrappone un aumento importante della capacità fotovoltaica ed eolica installata in tutta Europa. Anche se il dato purtroppo non può tenere conto di tutte le emissioni inquinanti, la piattaforma elettronica per lo scambio dei crediti ambientali riesce comunque a rappresentare il 45% delle emissioni inquinanti.

Il calo delle emissioni inquinanti in Europa è il più alto dal 2005 a oggi, cioè da quando esiste questa piattaforma per la negoziazione dei crediti ambientali. Considerando che prima è difficile trovare dei dati precisi sulle emissioni inquinanti a livello europeo, si può parlare di un record storico. Considerando che l’Unione Europea punta a essere totalmente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, i risultati ottenuti nel 2023 sono decisamente incoraggianti. Da notare che questo risultato è stato ottenuto a discapito di un aumento delle emissioni di oltre il 10% da parte del settore dell’aviazione, ormai tornato a generare una domanda persino superiore a quella dei livelli pre-Covid.

Il calo delle emissioni è stato possibile anche grazie ai finanziamenti europei alla transizione energetica

Grazie alle rinnovabili, calano le emissioni

I dati pubblicati dall’Unione Europea mostrano la ripartizione dell’andamento delle emissioni sui diversi settori economici. La parte del leone spetta al settore energetico, che vede un calo del 24% nella quantità di CO2 immessa nell’atmosfera rispetto al 2022. Non è un dato che stupisce, considerando che l’anno scorso è stata installata una quantità record di campi eolici e progetti fotovoltaici; nel frattempo è diminuita molto la quota del mix energetico rappresentata dal carbone e dal gas, altro fattore che incide in maniera importante sulla sostenibilità del settore. Bisogna comunque notare che l’UE non conteggia le emissioni prodotte dalla liquefazione del gas naturale importato nell’Unione, notoriamente una forma di gas a maggior impatto climatico rispetto a quello trasportato nei gasdotti.

Un altro settore che segna un netto miglioramento della sua sostenibilità ambientale è quello industriale, con emissioni in calo del 7% su base annua. In questo caso, purtroppo, c’è da dire che la contrazione dell’attività manifatturiera in Europa ha contribuito a mantenere bassi i livelli di CO2 immessa nell’atmosfera. In ogni caso, il report dell’Unione attribuisce un grande merito anche all’efficientamento dei processi industriali -soprattutto nei settori di cemento, acciaio e ferro- e agli investimenti in isolamento termico delle infrastrutture produttive.

L’andamento delle emissioni di CO2 europee dal 1990 a oggi (Elaborazione grafica: MacroTrends)

Rimane il nodo sull’agricoltura

Uno dei settori che ha partecipato meno al calo delle emissioni inquinanti in Unione Europea è quello dell’agricoltura. L’UE aveva pensato a provvedimenti per contenere le emissioni, come l’accantonamento di una parte dei terreni per dedicarli alla biodiversità e la riduzione nell’uso di fertilizzanti; dopo le grandi proteste di inizio anno, però, Bruxelles ha fatto un netto passo indietro su questo tema. Un nuovo studio di Nature Foods, pubblicato più o meno in concomitanza con i dati sulle emissioni europee nel 2023, mostra che oltre l’80% dei sussidi europei all’agricoltura vanno a filiere altamente inquinanti come quella dell’allevamento bovino. Attualmente ogni chilo di carne bovina riceve mediamente 1,50€ in sussidi da parte dell’UE, che salgono quasi a 1,70€ al chilo per l’allevamento delle capre. Invece a ogni chilo di frutta, verdura e noci corrispondono in media sussi di per 0,40€. Anche se è un tema difficile da affrontare sul profilo politico, la resistenza del mondo agricolo all’abbattimento delle emissioni di CO2 è attualmente uno degli ostacoli più significativi all’ulteriore riduzione dell’impronta climatica europea.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version