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Cambiamento climatico: il Marocco innova la sua economia
Il Marocco deve adattare la propria economia per far fronte all’escalation delle minacce del cambiamento climatico, con frequenti periodi di siccità che richiedono investimenti in tecnologie dell’acqua e un’accelerazione della spinta verso settori in crescita come la produzione di automobili. Lo ha recentemente affermato la ministra dell’Economia e delle Finanze del Paese nordafricano, Nadia Fettah Alaoui.
La carenza di pioggia mette in crisi l’agricoltura marocchina
Lo scorso anno, il raccolto vitale di grano del regno è stato ridotto a causa della mancanza di pioggia, proprio mentre la guerra della Russia in Ucraina ha costretto il governo a pagare prezzi più elevati per il grano e l’energia e ad aumentare le sovvenzioni. Secondo la Banca Mondiale, l’economia del Marocco è cresciuta dell’1,2% nel 2022, rispetto al 7,9% dell’anno precedente. La banca si aspetta una crescita del 3,1% nel 2023.
Secondo quanto ha dichiarato la ministra Fettah Alaoui, gli anni di precipitazioni al di sotto della media, legati al cambiamento climatico, hanno costretto a una revisione della situazione, aggiungendo che per molti anni si è parlato della siccità come di un’eccezione, mentre ora il Paese è costretto a vivere come se non ci fosse abbastanza acqua. Il 2022, ha continuato, è stato l’anno in cui il Marocco ha definitivamente deciso di non avere bisogno di piani d’azione per anni specifici, ma di una più ampia visione a lungo termine.
La crescita economica in Marocco è da lungo tempo legata alle precipitazioni, in quanto un terzo della popolazione lavora nell’agricoltura, anche se il settore rappresenta solo il 12% del prodotto interno lordo. Mentre le aziende agricole che producono colture come gli agrumi per l’esportazione utilizzano metodi di irrigazione moderni per risparmiare acqua, i piccoli agricoltori che coltivano cereali di base per il mercato interno, per esempio, sono dipendenti dalla pioggia.
Youssef Brouziyne, responsabile del Medio Oriente e del Nord Africa presso l’International Water Management Institute, ha affermato che il 2022 è stato molto difficile, perché è stato il quarto anno secco di fila, con la conseguente riduzione delle risorse idriche vitali. Ha aggiunto che gli studi climatici suggeriscono che il Paese nordafricano e la sua regione affronteranno siccità più regolari e carenze idriche più frequenti con maggiore intensità.
A testimonianza delle sfide più ampie che il Marocco deve affrontare, il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato questa settimana che il regno ha chiesto una linea di credito di 5 miliardi di dollari per attingere in caso di necessità, mentre affronta un ambiente globale altamente incerto.
Casablanca: un progetto ambizioso per migliorare la qualità dell’acqua
Gli investimenti marocchini in tecnologie dell’acqua non mirano solo a fronteggiare i periodi di siccità; il Paese sta anche portando avanti un ambizioso progetto per migliorare la qualità dell’acqua, riducendo i livelli di inquinamento nei fiumi e nei mari.
Le autorità di Casablanca, una città del Marocco occidentale, infatti hanno recentemente annunciato piani per costruire diversi nuovi impianti di depurazione delle acque reflue per riutilizzare l’acqua trattata per l’irrigazione di spazi verdi. Il progetto è incluso nel Piano d’Azione Municipale (PAC) per il periodo 2023-2028 e si prevede che contribuirà a migliorare la qualità dell’acqua nella città. Questa iniziativa contribuirà anche a ridurre l’impatto ambientale e l’inquinamento delle risorse idriche della zona.
L’esperto ed ex ministro Hakima El Haite ha dichiarato che la costruzione di questi impianti, con un budget di circa 400 milioni di dollari, servirà a trattare le acque reflue della maggior parte delle abitazioni della città e dell’area metropolitana. L’obiettivo di queste iniziative è di migliorare la qualità della vita della popolazione di Casablanca e garantire l’accesso ad acqua pulita e sicura. Il comune destinerà 450 milioni di dirham marocchini (più di 40,7 milioni di euro) alla costruzione di nuovi impianti di depurazione delle acque reflue in due fasi. Questi impianti saranno situati ad Al Hank, Casa Finance City, Sidi Moumen/Bernoussi, il centro città e Ben M’Sik/Sidi Othman. Queste strutture si aggiungono ai due impianti esistenti che saranno riabilitati per raggiungere una capacità produttiva di 20.000 m3.
Questi primi cinque impianti di depurazione delle acque reflue avranno una capacità di 6.570 m3 di effluenti al giorno e consentiranno di trattare le acque reflue e di utilizzare l’acqua trattata come risorsa utile per l’irrigazione di una varietà di spazi verdi, tra cui parchi e giardini, i dintorni dellla moschea Hassan II, aree verdi dell’autostrada urbana, ecc. Ciò permetterà alla città di utilizzare gli effluenti trattati per scopi utili, contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente.
Con questo progetto di depurazione delle acque, dunque, il Marocco guarda al futuro, cercando di adattare la propria economia alla crescente minaccia del cambiamento climatico.
Se da una parte Paesi come il Marocco cercano di puntare sulle fonti energetiche rinnovabili per fronteggiare il cambiamento climatico, dall’altra Paesi come la Cina (nonostante la contemporanea espansione delle fonti di energia rinnovabile) continuano sulla linea del declino globale. Quest’ultima, infatti, ha recentemente investito nella realizzazione di nuove centrali a carbone.