News
Canada pronto a emettere un green bond governativo
I green bonds sono stati al centro dell’attenzione lo scorso anno, quando questa categoria di obbligazioni ha conosciuto il boom più grande della sua storia. Fino a questo momento, però, è rimasto soprattutto uno strumento utilizzato dal mondo corporate: quando una società vuole investire fondi sulla transizione energetica, può optare per questo tipo di bond connessi a un obiettivo di sostenibilità. Solitamente questo permette di accedere a tassi più bassi e condizioni agevolate del credito, dal momento che molte banche hanno adottato dei canoni di sostenibilità climatica per i loro portafogli e sono disposte ad accettare rendimenti più bassi pur di destinare i fondi a questo tipo di attività.
In Canada, però, uno dei grandi player del mondo dei green bonds è il governo: con un’emissione da $5 miliardi nel 2022, il governo canadese ha firmato la più grande emissione di obbligazioni sostenibili nella storia canadese. Ora il Tesoro sarebbe pronto a raddoppiare, con una nuova emissione di green bonds già in cantiere. Alla fine dello scorso anno sono state pubblicate le linee guida nazionali per i bond sostenibili, in modo da garantire ancora più trasparenza agli investitori; i bond governativi canadesi hanno un rating AAA, cioè la più bassa tra le categorie di rischio. Mettendo insieme le due cose, il governo ha la possibilità di utilizzare questi strumenti per finanziare la sua transizione energetica a tassi estremamente bassi.
Al varco una seconda emissione
Il Canada è una delle pochissime nazioni del mondo ad aver già espressamente inserito i green bonds all’interno dei progetti governativi di lungo termine. La nazione ha fissato dei target di sostenibilità molto chiari per il 2030 e per il 2050, che richiedono grandi investimenti da parte del settore pubblico. I green bonds offrono la giusta flessibilità per finanziare queste iniziative pagando al contempo degli interessi limitati sul debito, specie per una nazione con un rischio d’emittente così basso. Il nuovo bond canadese punta a una raccolta di $4 miliardi, con un tasso d’interesse del 3,50% e scadenza nel 2033.
Il primo green bond della storia canadese, emesso nel 2022, aveva un obiettivo di raccolta di $5 miliardi. Gli ordini complessivi sono stati oltre il doppio, toccando quota $11 miliardi; il 45% della domanda è arrivato da investitori internazionali. Questo dimostra che effettivamente i green bonds governativi sono uno strumento per cui c’è appetito sul mercato e che possono effettivamente essere inseriti nelle politiche di finanziamento delle casse pubbliche. Soprattutto in questo momento, in cui la maggior parte delle nazioni del mondo fa i conti con la necessità di raggiungere i target delle Nazioni Unite per il 2030, c’è bisogno di investimenti notevoli sulla transizione energetica.
Lo scomodo tema del nucleare
Una delle caratteristiche che sono state più discusse dagli investitori internazionali e dalle associazioni ambientaliste che hanno seguito il caso riguarda l’energia nucleare. I bond venduti dal governo canadese prevedono espressamente la possibilità di destinare i fondi allo sviluppo di infrastrutture per questo tipo di energia, che non emette CO2 nell’atmosfera ed è universalmente considerato più green rispetto ai combustibili fossili.
Al tempo stesso si tratta di una forma di energia non rinnovabile e che richiede di fare i conti con lo smaltimento delle scorie, due temi che portano a una divisione tra le politiche internazionali. Da una parte c’è chi ritiene che il nucleare debba essere considerato tra i progetti finanziabili attraverso i green bonds, e dall’altra c’è chi ritiene che questo sia un ostacolo alla transizione verso fonti sia sostenibili che totalmente rinnovabili di energia. La discussione è accesa soprattutto perché molte grandi economie devono ancora pubblicare una regolamentazione sui green bonds; ciò che si sta facendo in modo pionieristico in Canada tenderà a influenzare il pensiero dei regolatori anche in altre parti del mondo.