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Caos nel mondo dei bond sui mutui dopo la mossa di Arch
Una parte del mondo dei mutui, normalmente tranquilla e fonte di poche notizie, sta vivendo uno scossone dovuto a dinamiche interne di Wall Street. Si tratta dei bond garantiti sui mutui, divenuti famosi durante la crisi del 2008 per via degli scandali che si sono verificati sul rating di questi strumenti. A distanza di 15 anni, nei quali il mercato è tornato essenzialmente alla sua tranquillità originale, oggi sono di nuovo l’argomento di riferimento a Wall Street. Questo dopo che Arch Capital Group, uno dei grandi fornitori di assicurazioni sui mutui negli Stati Uniti, ha richiamato $1,7 miliardi di obbligazioni che la stessa Arch aveva messo in circolazione.
Molti di questi bond erano negoziati a prezzi nettamente superiori al loro valore nominale. Al tempo stesso, Arch aveva per contratto la possibilità di riacquistarli al loro valore nominale: per farlo non è necessario l’okay degli obbligazionisti né una procedura di preavviso. Così, nell’arco di poche ore, Arch ha cancellato centinaia di milioni di dollari di profitti che gli obbligazionisti erano convinti di stare maturando sui loro bond. Presto potrebbe arrivare il momento in cui altri grandi emittenti di questo tipo di bond potrebbero prendere la stessa decisione.
Arch richiama i bond senza preavviso
Al pari degli altri bond emessi dalle società private, i bond garantiti sui mutui vengono spesso quotati in Borsa. Nel momento in cui queste obbligazioni vengono quotate, il loro valore dipende esclusivamente dalla domanda e offerta di mercato: se i mercati percepiscono che i tassi pagati dai mutuatari siano buoni e che ci sia una scarsa probabilità che questi siano insolventi sui pagamenti, possono ritenere attraenti questi strumenti. I prezzi salgono, talvolta sopra al valore nominale del bond: in questo momento, ad esempio, molte delle obbligazioni garantite sui mutui che sono state emesse nel periodo di tassi in aumento della Federal Reserve stanno venendo negoziate a prezzi superiori al loro valore nominale.
Arch Capital Group ha approfittato di una clausola presente nel contratto di queste obbligazioni, che permette alla società di riacquistarle al valore nominale entro una certa data. Moltissimi investitori istituzionali hanno comprato questi bond al di sopra del loro valore nominale e li hanno iscritti al loro valore di mercato nei bilanci. Ora il loro investimento ha visto un drastico “taglio di capelli”, dal momento che Arch ha potuto riacquistarli al valore nominale. Questa è una scelta molto rara per una società che si occupa di assicurazioni sui mutui. Anche se molti investitori erano consapevoli del fatto che Arch avrebbe potuto richiamare i bond, consideravano molto improbabile questa scelta e si sono sentiti sicuri di poterli comprare a prezzi talvolta molto superiori ai valori nominali.
La causa: l’algoritmo di rating di S&P
Le società che si occupano di assicurare le banche per i mutui che contraggono con i clienti utilizzano spesso le emissioni obbligazionarie per trasferire il rischio su altri investitori. Una serie di mutui vengono “impacchettati” come sottostante di un’obbligazione, che poi viene venduta tramite allocazioni private o in Borsa. Questo serve non soltanto a trasferire il rischio per l’assicuratore, ma anche a migliorare il rating della società. Il rating è estremamente importante per queste aziende, che se percepite come rischiose possono perdere il loro giro d’affari con le banche che hanno come clienti.
La settimana scorsa è arrivato un aggiornamento del modello con cui Standard & Poor’s calcola il rating delle società che si assicurano i mutui. Per questo Arch ha potuto richiamare le sue obbligazioni senza alcun impatto sul rating creditizio; questa mossa potrebbe essere presto emulata da tutte le altre società che emettono bond garantiti sui mutui, che possono richiamarli ora a prezzi decisamente inferiori a quelli di mercato.