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Carbone, l’Australia valuta se prolungarne l’utilizzo

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Il governo del New South Wales ha annunciato martedì la possibilità di prolungare l’operatività della più grande centrale elettrica a carbone dell’Australia oltre la data di chiusura prevista nel 2025.

L‘Eraring Power Station, situata sulle rive del Lago Macquarie nel New South Wales, a circa 120 chilometri a nord di Sydney e 40 chilometri a sud di Newcastle, è il gigante dell’energia a carbone del paese. Nel 2022, Origin Energy, l’operatore della centrale, ha notificato all’Australian Energy Market Operator (AEMO) l’intenzione di ritirare anticipatamente Eraring nell’agosto 2025.

La centrale, in funzione dal 1984, si compone di quattro unità generatori a carbone da 720 MW ciascuna e di un generatore diesel da 42 MW, conferendole una capacità complessiva di generazione di 2.922 MW. Eraring è la centrale elettrica più grande dell’Australia e fornisce circa il 25% del fabbisogno energetico del New South Wales.

Attualmente è prevista la chiusura della centrale nell’agosto del 2025.

Le dichiarazioni del governo

La Ministra per il Cambiamento Climatico del New South Wales, Penelope Sharpe, ha annunciato che un rapporto commissionato dal governo ha sostenuto l’estensione dell’operatività della centrale di Eraring. Il governo prevede di avviare discussioni con Origin Energy riguardo al futuro dell’impianto.

Il governo del New South Wales ha risposto al rapporto affermando che Eraring rappresenta un‘attività redditizia e che Origin Energy ha un forte interesse commerciale a ritardare la sua chiusura.

Le azioni di Origin Energy hanno registrato un calo del 2,8% nelle prime ore di negoziazione, in parte a causa della negoziazione ex-dividendo. A marzo, l’azienda aveva accettato un’offerta di acquisizione da parte di un consorzio guidato da Brookfield del Canada del valore di 15,35 miliardi di dollari australiani (9,86 miliardi di dollari), prevista per concludersi all’inizio del 2024.

Origin Energy ha dichiarato che collaborerà con il governo statale per trovare una soluzione che possa affrontare le sfide economiche legate all’impianto e prevenire qualsiasi rischio per la stabilità dell’approvvigionamento di energia nello stato.

Il rapporto, commissionato a maggio, ha inoltre consigliato al governo di migliorare la rete elettrica per consentire una maggiore produzione a basse emissioni e di considerare investimenti in ulteriori sistemi di stoccaggio del gas per supportare i sette impianti di produzione di gas previsti nello stato entro il 2024.

Anche la Cina sta andando in una direzione simile dopo aver dichiarato recentemente di avere intenzione di costruire nuove centrali a carbone, mostrando così di dare maggiore importanza alla sicurezza energetica invece che alla diminuzione delle emissioni.

L’Australia intende dare priorità alla sicurezza energetica invece che alla riduzione delle emissioni.

I motivi di criticità

Il governo di coalizione precedente aveva esaminato un’offerta da Origin per la centrale di Eraring. Il ministro dell’energia di allora, Matt Kean, aveva dichiarato che il costo completo di mantenere in funzione due delle quattro unità della centrale per due anni sarebbe stato di 3 miliardi di dollari netti, un importo che era stato respinto da Sharpe e altri.

Tuttavia, il giorno successivo, Kean aveva criticato l’annuncio, sostenendo che il piano del governo sull’infrastruttura energetica era ancora in corso e che l‘Australian Energy Market Operator aveva dichiarato chiaramente che non c’era bisogno di tenere Eraring aperta.

Il portavoce del tesoro dell’opposizione, Damien Tudehope, non aveva espresso critiche dirette sulla decisione di mantenere Eraring aperta, ma aveva sottolineato che il rapporto O’Reilly non aveva indicato in modo inequivocabile che questa fosse l’unica soluzione possibile.

Tudehope aveva suggerito che il governo Minns avrebbe dovuto essere più trasparente riguardo alle alternative prese in considerazione e aveva accusato il Partito Laburista di non aver ottenuto il miglior accordo per i residenti del New South Wales.

Alcuni critici dell’estensione, tra cui l’analista energetico Tim Buckley, avevano invocato il governo a utilizzare i fondi previsti per Origin per accelerare la diffusione di pannelli solari e batterie per le abitazioni e le imprese, al fine di ridurre il rischio di blackout, anziché mantenerla in funzione.

Organizzazioni impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici, come il Climate Council, Beyond Zero Emissions e Farmers for Climate Action, avevano espresso profonda preoccupazione e avevano sottolineato che il governo non poteva giustificare il mantenimento di Eraring aperta a spese dei contribuenti.

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