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Casa Bianca: la possibilità di un default si avvicina

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato domenica 21 maggio, parlando in una conferenza stampa a Hiroshima, in Giappone, di non poter promettere ai leader mondiali riuniti per i colloqui del Gruppo dei 7 (G7, il forum intergovernativo composto dai sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta, ossia Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America) che gli Stati Uniti non andranno in default.

Biden ha affermato di essere disposto a ridurre le spese, ma non accetterà un accordo con i repubblicani al Congresso sul sollevamento del tetto del debito federale del Paese e sulla riduzione del bilancio solo secondo le loro condizioni. Mancando meno di due settimane all’1 giugno, quando il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha avvertito che il governo federale potrebbe non essere in grado di pagare tutti i suoi debiti, si potrebbe scatenare un default in grado di causare il caos nei mercati finanziari e un aumento dei tassi di interesse.

Scadenza imminente: Biden ammette di non poter promettere che gli Stati Uniti non andranno in default

Le speranze di un progresso delle trattative sono incerte

Le dichiarazioni del presidente democratico, rilasciate mentre si preparava a tornare a Washington, sono l’ultima indicazione che le trattative tra la Casa Bianca e i repubblicani al Congresso sono ancora molto distanti.

Biden ha affermato che parlerà con il leader repubblicano della Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy durante il viaggio di ritorno per discutere delle trattative, che si sono interrotte venerdì scorso senza segni di progresso, secondo un funzionario della Casa Bianca.

I repubblicani hanno chiesto tagli alla spesa nel bilancio federale in cambio del loro sostegno per aumentare il limite di indebitamento nazionale. Domenica, il presidente ha riconosciuto un disaccordo significativo con i repubblicani in alcuni settori, definendo le loro proposte come estreme e sottolineando che non avrebbero potuto ottenere un sostegno sufficiente al Congresso. Non si può, tuttavia, garantire che i repubblicani non provochino un default facendo qualcosa di oltraggioso, ha affermato.

È il momento che i repubblicani accettino che non esiste un accordo bipartitico da fare solo secondo le loro condizioni di partito, ma che devono muoversi anche loro, ha aggiunto Biden. Il presidente democratico ha anche affermato di credere di avere l’autorità per invocare il 14° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti per aumentare il tetto del debito senza il consenso del Congresso, ma non è chiaro se tale azione possa essere intrapresa in tempo per evitare un default.

Non si è trovata un’azione unilaterale che possa avere successo in due o tre settimane, ha aggiunto. La segretaria al Tesoro, Janet Yellen, ha avvertito che gli Stati Uniti potrebbero andare in default sui loro debiti già il 1° giugno.

Biden critica le proposte repubblicane come “estreme” e insiste sulla necessità di un compromesso

Gli economisti sono preoccupati per questa eventualità. Questi, infatti, temono che il Paese genererà una nuova turbolenza finanziaria quando raggiungerà il tetto del debito e non sarà in grado di onorare tutti i suoi debiti.

Gli esperti ricordano che l’ultima volta che gli Stati Uniti sono stati così vicini a raggiungere il tetto del debito nel 2011, si è verificato un declassamento del rating di credito, causando un crollo dei prezzi delle azioni e aggravando la crisi dell’eurozona. Anche se l’economia statunitense attuale è più forte rispetto al 2011, superare il tetto del debito avrebbe comunque un impatto destabilizzante e le conseguenze precise sarebbero difficili da stimare, ma si prevedono gravi ripercussioni.

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