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Charles Schwab, il panico bancario si allarga ai broker

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Il panico bancario negli Stati Uniti si sta allargando dalle banche ad altre istituzioni finanziarie. Una posizione particolarmente difficile è quella di Charles Schwab, il più grande broker a basso costo degli Stati Uniti. Con asset in gestione per $7+ triliardi, si tratta di un colosso degli investimenti che impiega oltre 35.000 persone. Ma le dimensioni non sono sufficienti a convincere gli investitori, con le azioni che crollano e i dubbi che aumentano.

Esattamente come nel caso di Signature Bank e Silicon Valley Bank, tutto ha origine da una crisi di liquidità. Gli investitori temono che Schwab non abbia le risorse liquide sufficienti per ripagare i prelievi, che nel frattempo aumentano per via del panico. C’è il timore che per far fronte alle richieste di prelievo il broker dovrà vendere le obbligazioni americane a lungo termine che ha in portafoglio. Dal momento che si tratta di bond acquistati quando i rendimenti erano molto bassi, venderli oggi con i tassi in rialzo significa ottenere minusvalenze che minacciano la solidità finanziaria dell’azienda.

Nel frattempo la società continua a difendere la sua posizione finanziaria, cercando di rassicurare tanto gli azionisti quanto i clienti. Nonostante questo, il titolo crolla in Borsa e alcune grandi banche ne approfittano per consigliare ai clienti di comprarlo.

Il panico delle banche si sta diffondendo ad altre istituzioni, come i broker online

Cosa succede a Schwab

I broker sono entità che custodiscono il denaro dei clienti e permettono loro di investirlo. Non tutta la liquidità di tutti i clienti viene investita allo stesso momento. Per questo motivo la società può investire parte dei depositi, esattamente come fanno le banche. Nel corso dell’ultimo decennio, Schwab ha puntato molto sull’acquisto di bond americani con scadenza a lungo termine. Si tratta di strumenti liquidi e poco rischiosi che possono essere venduti facilmente in caso di aumento delle richieste di prelievo.

Il problema è che nel corso del 2022 i tassi d’interesse della Federal Reserve hanno conosciuto il loro rialzo più rapido della storia recente della banca centrale americana. Come diretta conseguenza, anche il rendimento delle nuove emissioni di bond è aumentato; quando il rendimento delle nuove emissioni è più alto, il prezzo a cui possono essere venduti i bond emessi in precedenza cala.

Ecco dunque spiegato il timore degli investitori. Se il broker dovesse ritrovarsi a far fronte a una quantità eccessiva di prelievi, a forza di liquidare in perdita i bond in perdita si ritroverebbe a non avere abbastanza fondi per far fronte a tutte le richieste. Un rischio che al momento esiste solo in potenza, ma che si alimenta attraverso il panico degli ultimi giorni.

Il grafico delle azioni Schwab mostra chiaramente il crollo delle azioni negli ultimi giorni

Per alcuni è il momento di comprare

Citi e UBS hanno un’idea diversa per le azioni Schwab. Anziché temere per la tenuta finanziaria del broker, ritengono che il crollo sia ingiustificato e che ci sia il potenziale per una rapida ripresa della valutazione. Questo è anche il tentativo di calmare i mercati più in generale, allentando la pressione sui prelievi.

Anche Goldman Sachs sta giocando il suo ruolo nel consigliare e calmare gli investitori. Per il colosso di Wall Street è diventato il momento di comprare le azioni in caduta libera delle banche americane. Nel frattempo si avvicina la pubblicazione dei dati sull’inflazione, che potrebbero diventare fonte di calma o di ulteriore panico.

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