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Chevron vuole raddoppiare l’esportazioni dal Venezuela
Chevron Corp. sta cercando di raddoppiare la quantità di petrolio esportato dal Venezuela, e quindi ha sollecitato lo stato venezuelano, Petróleos de Venezuela SA, a ripulire il lago di Maracaibo, dopo uno studio per misurare il fango e lo sporco nell’acqua, secondo fonti familiari con la materia.
La società statunitense ha pagato lo studio alla PDVSA, sperando di incrementare le esportazioni attraverso le sue navi, che attualmente rischiano di incagliarsi a causa dell’accumulo di sedimenti.
Il piano che intende guidare un’opera di dragaggio che PDVSA realizzerà successivamente attraverso un appaltatore non è ancora stato reso pubblico. Tale dragaggio potrebbe consentire alle navi Chevron di aumentare i loro carichi attuali a 400.000 barili, rispetto ai 250.000 di oggi, solo pochi mesi dopo che gli Stati Uniti hanno allentato le restrizioni per operare nel paese latinoamericano.
Gli investimenti di Chevron in Venezuela
La compagnia petrolifera statunitense Chevron è stata uno dei maggiori investitori stranieri in Venezuela, con una presenza nel paese sudamericano che risale al 1920. Tuttavia, negli ultimi anni, la sua attività è stata compromessa dalle sanzioni statunitensi contro il governo socialista di Nicolás Maduro.
Nonostante ciò, Chevron ha continuato a operare in Venezuela, soprattutto nella regione del Lago di Maracaibo, dove possiede una partecipazione nella compagnia di petrolio misto Petroindependiente. La compagnia ha anche un interesse nella compagnia di petrolio misto Petropiar, che opera nella Faja del Orinoco, una delle maggiori riserve di petrolio al mondo.
Chevron sta continuando ad aumentare gli investimenti in Venezuela, in particolare dopo che il Brasile, altro paese nel quale Chevron ha investito, ha proposto una nuova tassa sulle esportazioni di petrolio.
Tuttavia, la situazione politica ed economica in Venezuela è stata molto instabile negli ultimi anni, con una crisi economica e sociale che ha portato a un aumento della povertà e dell’insicurezza. Inoltre, il governo di Maduro è stato oggetto di molte critiche a livello internazionale per la gestione della crisi politica e per le violazioni dei diritti umani.
Lo stop alle sanzioni
Qualche mese fa, l’amministrazione Biden ha però deciso di allentare le sanzioni contro il Venezuela per consentire alla compagnia petrolifera statunitense Chevron di riprendere il lavoro nel paese sudamericano. Questa mossa è stata fatta dopo che l’accesso al greggio pesante russo è stato bloccato dalle nuove sanzioni, rendendo il petrolio venezuelano una fonte più attraente per le compagnie petrolifere statunitensi.
Questa decisione ha suscitato molte reazioni da parte di analisti politici ed economici. Alcuni sostengono che sia una mossa sbagliata, poiché il Venezuela è notoriamente instabile politicamente ed economicamente, e le imprese che vi operano rischiano di subire sanzioni future o di essere coinvolte in dispute legali.
Tuttavia, altri credono che questa mossa sia giustificata dal punto di vista economico, poiché il Venezuela è uno dei principali produttori di petrolio al mondo e la Chevron ha un investimento significativo nel paese. Inoltre, la decisione potrebbe aiutare a mitigare la crisi economica in Venezuela, che ha avuto un impatto devastante sulla popolazione del paese.
Ci sono anche quelli che sostengono che la mossa sia una buona opportunità per la politica estera degli Stati Uniti. Con l’allentamento delle sanzioni, gli Stati Uniti potrebbero riprendere i rapporti con il Venezuela e migliorare la loro immagine in America Latina, dove il governo degli Stati Uniti è stato a lungo criticato per la sua politica estera aggressiva.
Ora, anche altre società chiedono licenze per operare in Venezuela, e questo include società non statunitensi come European Repsol ed Eni, che hanno tutte debiti non saldati con la compagnia petrolifera statale venezuelana.