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Cina, il comparto industriale segna profitti in aumento del 4,2% nel Q1 2024: dubbi sulla ripresa
L’ufficio di statistica cinese ha condiviso i dati sull’andamento dei profitti industriali nel Q1 2024, che mostrano come il comparto manifatturiero abbia visto profitti in crescita del 4,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anche se questo rimane un dato positivo, che per un paese come l’Italia farebbe pensare a un miracolo economico, rispetto al tasso di crescita che le imprese cinesi avevano mantenuto nel corso dei primi due mesi del 2024 segna un rallentamento significativo. Tra gennaio e febbraio, la crescita rispetto ai primi due mesi del 2023 era stata del 10,2%. Gli analisti si aspettavano che questo segnale di ripresa prendesse forza nel corso di marzo, facendo segnare dati ancora più positivi durante questo periodo. Ora che i dati si sono rivelati al di sotto delle aspettative, invece, proliferano i dubbi sulla crescita economica.
Non soltanto la ripresa non ha continuato a manifestarsi a marzo, ma i dati sono stati addirittura inferiori a quelli del 2023: in questo caso i profitti sono calati del 3,5% rispetto a marzo dello scorso anno, qualcosa di molto inusuale per l’economia cinese. Da una parte è comprensibile che le imprese siano in difficoltà a esportare, visto l’atteggiamento di USA e UE che continuano a osteggiare le esportazioni cinesi e a fare di tutto per proteggersi dalla sovracapacità produttiva dell’economia cinese. Il nuovo dato sui profitti del comparto industriale è coerente con altri dati già annunciati nel corso di questo mese, tra cui un calo della produzione industriale e un rallentamento dell’attività dei consumatori.
Dati chiari: settore industriale in difficoltà
Già alcune settimane fa si era parlato del fatto che le imprese straniere stanno investendo di meno in Cina, alcune con l’obiettivo di diversificare la supply chain e altre perché temono che la crescita interna non sia sufficiente a giustificare l’apertura di impianti per la produzione destinata al mercato cinese. Soprattutto le aziende americane hanno chiuso molto i rubinetti degli investimenti in produzione industriale cinese, mentre a livello domestico si fatica a utilizzare gli impianti adeguatamente. Al momento gli impianti cinesi lavorano in media al 70-75% della capacità, che scende al 30-50% se si guarda a settori come quello dei veicoli elettrici o delle batterie al litio.
Da una parte c’è un’economia interna in difficoltà che vede i consumatori diventare sempre più prudenti e preoccupati per quanto riguarda la situazione del mercato immobiliare. In un paese dove la quasi totalità della ricchezza degli individui è rappresentata dalle case di proprietà, i ribassi dei prezzi nel corso degli ultimi tre anni hanno portato i consumatori a tagliare la spesa. Il taglio alla spesa è diventato evidente nei dati sui consumi, che a loro volta hanno spinto a ribasso la domanda di immobili, alimentando un loop che in questo momento Pechino non è ancora riuscita a spezzare.
Grandi differenze interne
Se si guarda ad alcuni settori come la manifattura high-tech, la crescita dei profitti nel primo trimestre del 2024 è stata stellare: +24.9%, così come per la manifattura di precisione e i beni più avanzati. Si conferma il trend che vede le imprese coinvolte in settori a basso valore aggiunto perdere terreno rispetto ad altri competitor globali, in un momento in cui ormai la Cina non è più il polo mondiale della manifattura a basso costo. Dando sempre di più i segnali di essere un’economia avanzata, la Cina oggi riesce a essere molto competitiva in campi dove il livello di tecnologia e di innovazione viene prima del costo della manodopera. In questa fase di trasformazione, dove dal focus sull’export si passa a quello sul mercato interno e dal focus sui bassi costi si passa a quello sull’innovazione e la tecnologia, il tessuto manifatturiero cinese continua a contare più vinti che vincitori.