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Cina: la più grande espansione di centrali a carbone da anni
In un nuovo report pubblicato dal Center for Research on Energy and Clean Air (CREA), un’organizzazione non governativa con sede in Finlandia, e dal Global Energy Monitor (GEM), un’organizzazione non profit che monitora le infrastrutture di combustibili fossili, si evidenzia come l’anno scorso la Cina abbia approvato la più grande espansione di centrali elettriche a carbone dal 2015.
Secondo il rapporto, la Cina ha concesso permessi per 106 gigawatt di capacità in 82 siti nel corso del 2022, quattro volte in più rispetto all’anno precedente e corrispondente all’avvio di due grandi centrali a carbone ogni settimana. Di questi, 50 gigawatt di costruzione sono già in corso.
La decisione è stata motivata da ragioni di sicurezza energetica.
Nonostante le promesse del paese di ridurre le emissioni di carbonio, ciò dimostra che il maggior emettitore al mondo si basi ancora su un combustibile fossile che gli scienziati dicono debba essere rapidamente eliminato per evitare le peggiori conseguenze di un’atmosfera già in riscaldamento. I due enti hanno, inoltre, sottolineato come la velocità con cui i progetti sono stati approvati e successivamente avviati in costruzione nel 2022 sia stata straordinaria: molti progetti sono infatti spuntati, hanno ottenuto le autorizzazioni e i finanziamenti necessari e hanno avviato i lavori apparentemente in soli pochi mesi.
Crisi idrica e ondata di calore: perché la Cina si affida al carbone per garantire l’energia elettrica
Già responsabile di circa la metà della produzione e del consumo mondiali di carbone, le nuove centrali in Cina sono equivalenti a circa sei volte la quantità totale di capacità a carbone aggiunta nel resto del mondo. Il fatto che la Cina sia il principale avversario della transizione globale verso fonti di energia a basse emissioni di gas serra va contro gli stessi impegni che il presidente cinese Xi Jinping ha assunto, dichiarando l’intenzione di ridurre le emissioni di carbonio del Paese. Nel 2020, infatti, Xi aveva promesso di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060, una mossa salutata come un grande passo avanti dagli ambientalisti che speravano che Xi svolgesse un ruolo più attivo nel limitare il riscaldamento del pianeta.
L’aumento della produzione di energia a carbone in Cina è stato guidato dalla necessità di garantire la sicurezza energetica, poiché il carbone è una fonte di energia relativamente economica e affidabile. Lo scorso anno, infatti, la Cina ha vissuto la peggiore ondata di calore e siccità degli ultimi sessant’anni, causando un duro colpo alle province che dipendono dall’energia idroelettrica e spingendo le autorità ad affidarsi sempre di più al carbone. Per far fronte alla carenza di energia, le centrali a carbone hanno aumentato la loro produzione, portando il consumo giornaliero di carbone termico a un livello record ad agosto.
Il 2021 non è stato molto diverso. Sebbene inizialmente Pechino avesse chiuso centinaia di miniere di carbone e spinto quelle rimaste a ridurre la produzione, le carenze di energia in tutto il paese hanno spinto il governo a ordinare alle miniere di produrre il più possibile. Questo impulso non sembra destinato a finire presto, con gli autori del rapporto che avvertono che anche l’espansione contemporanea della Cina nelle energie rinnovabili non sarà sufficiente per compensare l’impatto.
L’espansione delle energie rinnovabili non è sufficiente
Nonostante l’espansione contemporanea delle fonti di energia rinnovabile, infatti, con il paese che ha superato gli Stati Uniti come il principale produttore di energia rinnovabile al mondo, la seconda potenza mondiale continua a essere l’eccezione al declino globale nella realizzazione di nuove centrali a carbone. Il Paese ha aggiunto un record di 125 gigawatt di capacità solare ed eolica lo scorso anno, pari, però, soltanto al 2% della domanda di elettricità del Paese. Questa crescita delle fonti di energia rinnovabile, infatti, non sarà sufficiente per compensare l’impatto del carbone sulla riduzione delle emissioni di gas serra.
Sebbene la Cina abbia dunque compiuto progressi significativi nel favorire una transizione globale verso un’energia più pulita, l’espansione delle centrali a carbone avrà sicuramente conseguenze negative sull’ambiente, sulla salute pubblica e sul clima globale. Le centrali a carbone sono una delle principali fonti di inquinamento dell’aria e l’inquinamento atmosferico è stato associato a un aumento dei tassi di malattie respiratorie e cardiovascolari. Inoltre, l’uso di combustibili fossili come il carbone contribuisce alla crisi climatica e mina gli sforzi globali per ridurre le emissioni di gas serra.