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Cina, la seconda data più importante per le vendite al dettaglio vede il primo dal 2016
La Cina continua a dare segnali contrastanti al mercato: se da un lato sembra che finalmente i prezzi degli immobili stiano smettendo di scendere e che il 2024 segnerà un nuovo record nel numero di vacanze prenotate dai consumatori cinesi, le vendite al dettaglio sembrano stagnare. Oggi sono stati pubblicati i dati sul Festival 618, il secondo evento più importante dell’anno per le vendite al dettaglio. Si registra un calo importante nelle vendite registrate da tutti gli e-commerce più importanti, un dato che sembra indicare nuove difficoltà nella ripresa della fiducia dei consumatori cinesi. Questo è il primo rallentamento nel fatturato del Festival 618 da otto anni a questa parte e il volume di vendite è in calo del 7% rispetto al 2023.
I dati sulle vendite delle piattaforme cinesi sono stati compilati da Syntun, considerata una delle firme più importanti nel panorama internazionale della business intelligence. Per gli analisti, i dati delle vendite del Festival 618 sono considerati un barometro della salute delle vendite al dettaglio in Cina. Tante grandi aziende del settore, come Alibaba e Tencent, lo attendono come una delle date più strategiche dell’anno e passano mesi a preparare promozioni e sconti appositamente pensati per questa giornata. Una società particolarmente legata all’evento è JD.com, che è stata fondata proprio il 18 giugno e ha inventato questo evento.
Deludono le vendite del Festival 618
Teoricamente questo avrebbe dovuto essere un anno positivo per le vendite del festival, specie dopo che Xi Jinping ha annunciato un maxi-piano di intervento nell’economia nazionale attraverso l’emissione di bond a lunghissima scadenza. Da mesi la Cina dà segnali di ripresa, soprattutto grazie a un’attività manifatturiera che rimane elevata a discapito dei dazi introdotti dagli Stati Uniti e dall’UE sui veicoli elettrici e su altri prodotti locali. I nuovi dati sulle vendite possono significare che i consumatori cinesi stiano semplicemente cambiando gusti, preferendo i viaggi ai beni di consumo. Tutto questo lascia pensare che per almeno qualche tempo, il boom dell’e-commerce in Cina potrebbe retrocedere.
Interessante anche notare che ci sono stati degli sconti particolarmente importanti quest’anno, addirittura con iPhone in sconto al 20% su JD.com. Tutto questo non è stato sufficiente a convincere i consumatori cinesi, confermando che la ripresa economica non è una questione così lineare e priva di problemi come potrebbe sembrare dai dati macroeconomici. Anche se l’export cinese è tornato a crescere grazie a nuovi accordi commerciali con altri paesi asiatici, non è detto che il consumatore medio del paese ne stia effettivamente vedendo i risultati.
Scarsa fiducia dei consumatori
Le principali società di analisi finanziaria attribuiscono i risultati deludenti del Festival 618 alla scarsa fiducia dei consumatori, un trend che effettivamente è visibile in Cina ormai dai tempi della pandemia. Per un meccanismo chiamato wealth effect, i consumatori tendono a essere sfiduciati e a comprare meno quando i prezzi dei loro immobili di proprietà stanno scendendo. I dati compilati da Syntun riguardano le 20 principali piattaforme di e-commerce, per cui la possibilità che siano sbagliati o non indicativi è alquanto piccola. Per Wall Street potrebbe essere il momento di riconsiderare l’entusiasmo che si è manifestato nelle ultime settimane sulla scia dei dati macroeconomici positivi.