News Economia
Cina, stipendi del personale della CSRC e della PBOC ridotti
La China Securities Regulatory Commission (CSRC), il principale regolatore del settore dei titoli della Repubblica popolare cinese, e la People’s Bank of China (PBOC), la banca centrale della seconda più grande economia del mondo, hanno ridotto il budget per gli stipendi del personale nel 2023, in seguito a delle riforme ordinate nell’ambito di un’ampia campagna per ridurre la disparità di reddito.
Secondo quanto è stato riportato lunedì 15 maggio dall’agenzia di stampa britannica Reuters, il rapporto di bilancio per il 2023 dell’autorità di regolamentazione dei titoli cinese è stato pubblicato venerdì, mentre il rapporto di bilancio della banca centrale cinese è stato pubblicato alla fine di marzo.
L’obiettivo di parità salariale dello Stato dell’Asia Orientale
Come mostrano i calcoli di Reuters, il budget della CSRC per gli stipendi totali del personale è sceso a 170,3 milioni di yuan (pari a circa 24,64 milioni di dollari), il 17% in meno rispetto all’anno precedente secondo il rapporto di bilancio. Invece, il budget della PBOC per gli stipendi e le indennità è stato inferiore del 10,6% a 21 miliardi di yuan (pari a circa 3,04 miliardi di dollari).
Gli analisti hanno affermato che il personale della banca centrale e dell’autorità di regolamentazione ha dovuto affrontare i tagli agli stipendi a seguito delle riforme degli enti di regolamentazione finanziaria annunciate a marzo. Queste prevedevano che la retribuzione del loro personale fosse equiparata a quella dei dipendenti pubblici; inoltre, era prevista anche una riduzione del 5% del numero di dipendenti.
Anche i salari nelle principali banche di investimenti cinesi sono in diminuzione a causa dell’economia in rallentamento e della retorica sulla cosiddetta “prosperità comune” del governo. Di fatto, la massima autorità di vigilanza e anticorruzione della Cina, la Commissione nazionale di vigilanza della Repubblica popolare cinese (National Supervisory Commission of the People’s Republic of China) ha promesso lo scorso febbraio di eliminare concetti di “élite finanziaria” e di “parità con l’Occidente”, nonché la ricerca eccessiva di denaro e i “gusti di lusso”.
La retorica cinese della “prosperità comune”
La “prosperità comune” è un concetto che ha radici profonde nel Partito Comunista Cinese. Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel 1953 come parte di uno sforzo per sostenere il socialismo rispetto al capitalismo.
Negli ultimi decenni, l’economia cinese è cresciuta, ma la disuguaglianza sociale è aumentata. Per affrontare questa sfida, il Partito Comunista Cinese ha lanciato una guerra contro la povertà e ha cercato di ridurre l’ineguaglianza economica.
L’attuale leader dello Stato dell’Asia orientale, Xi Jinping, crede fermamente nella superiorità del modello di governance cinese e sta cercando di differenziarlo dal capitalismo praticato in Occidente attraverso la ridistribuzione della ricchezza, la riduzione delle disuguaglianze sociali e l’uguaglianza delle opportunità di avanzamento sociale. Tuttavia, gli sforzi per attuare questi obiettivi sono controversi e potrebbero incontrare resistenza dagli élite del Partito.
A causa del forte controllo del Partito Comunista Cinese sull’economia, anche le possibilità di Yi Gang, recentemente riconfermato come governatore della banca centrale cinese e noto per il suo sostegno alle riforme monetarie e al controllo dei rischi finanziari, di attuare grandi riforme sono limitate.