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Coinbase nella bufera: riacquista i bond al 29% di sconto
Coinbase ha deciso di riacquistare 65 milioni di dollari in obbligazioni che la società aveva già emesso in passato, nel bel mezzo della bufera legale che ha travolto questo exchange e Coinbase nel corso degli ultimi dieci giorni. La vera notizia è che Coinbase non ha pagato i bond al loro valore nominale, ma con uno sconto del 29%: significa che gli obbligazionisti sono stati disposti a cancellare una buona parte del proprio capitale, pur di essere sicuri di recuperare qualcosa dal loro investimento. Un’operazione che non pesa tanto sui bilanci della società, ma dice molto sulle vedute di Wall Street per il suo futuro.
I 65 milioni di dollari di bond nominalmente emessi da Coinbase verranno ricomprati dall’azienda per 45.5 milioni, per cui un terzo del capitale inizialmente prestato sarà completamente perso dagli obbligazionisti. Bisogna comunque ricordare che Coinbase ha ancora oltre $1.3 miliardi in obbligazioni circolanti, per cui non tutti gli investitori che hanno comprato il debito dell’azienda sono disposti ad accettare questo forte stralcio del proprio capitale. Rimane il fatto che Coinbase sta attraversando uno dei periodi più difficili della propria storia, per via della controversia legale con la SEC che nei prossimi mesi deciderà le sorti dell’azienda.
I dettagli dell’operazione
Le obbligazioni che Coinbase ha deciso di riacquistare sarebbero arrivate a scadenza nel 2026. Si tratta di bond convertibili che pagano agli investitori un tasso fisso dello 0.50%. Il tasso fisso, però, non è il vero motivo per cui diverse banche commerciali avevano deciso di sottoscrivere l’emissione: l’idea era quella di poter convertire le obbligazioni in azioni in futuro, approfittando così della possibilità di incassare una plusvalenza come risultato. Nel concreto, però, le obbligazioni Coinbase sono state sotto il fuoco incrociato dei venditori per oltre un anno. Con il valore di Bitcoin ben lontano dai picchi del 2021 e con la società sotto scrutinio giudiziario, alcuni hanno preferito incassare una perdita parziale piuttosto che rischiarne una totale.
Malgrado la notizia non sia un segnale positivo per la fiducia degli investitori di Coinbase, il comunicato con cui la società annuncia l’operazione è connotato da un tono entusiasta. Coinbase è comunque riuscita a incassare una plusvalenza da oltre 20 milioni di dollari, per cui in termini prettamente finanziari e immediati si può dire che questo sia stato un buon affare. Se però gli investitori di un’azienda sono disposti ad accettare uno stralcio del genere sul proprio investimento, considerando anche che si tratta soprattutto di banche commerciali e altri investitori istituzionali, significa che la fiducia verso il futuro dell’exchange sta venendo a mancare.
L’azienda nel mirino della SEC
Il vero problema di Coinbase in questo momento non sono certamente i debiti contratti con gli obbligazionisti. La posizione dell’azienda in termini di liquidità, almeno per il momento, non desta preoccupazioni a breve termine. Preoccupanti sono invece le accuse della SEC, che la settimana scorsa ha deciso di iniziare un processo giudiziale contro Coinbase e Binance. Tra le due società, Coinbase è comunque quella che affronta le accuse meno gravi: la Securities and Exchange Commission accusa la società di operare come operatore non registrato nel mondo dei prodotti finanziari e di offrire al pubblico prodotti finanziari non autorizzati.
Binance affronta le stesse accuse, ma se ne aggiungono delle altre. Secondo le indagini della SEC, l’exchange si sarebbe appropriato dei fondi dei clienti per utilizzarli in operazioni altamente speculative o per alzare artificialmente i volumi di scambi sulla piattaforma. La SEC ha addirittura chiesto il congelamento dei fondi di alcune società connesse al gruppo Binance.
Ci vorranno ancora mesi, se non anni, prima che l’iter giudiziario possa arrivare a una conclusione. Quello che rimane certo è che sono tempi difficili per entrambi i maggiori exchange mondiali di criptovalute, che insieme rappresentano oltre il 50% del volume giornaliero di scambi in questo mercato.