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Confermato il record di emissioni di green bonds nel Q1 2023

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In una recente analisi del centro studi di Bloomberg, poi divulgata sui canali dell’azienda, si ottiene la conferma: il primo trimestre del 2023 ha visto un record di emissioni per i green bonds, le obbligazioni legate a obiettivi sostenibili e che spesso sempre hanno come obiettivo iniziative legate alla riduzione dell’impatto ambientale dell’emittente. Ci sono diverse forme di obbligazioni green, con una famosa emissione di Eni che prevedeva addirittura un rendimento diverso in base al raggiungimento di certi target di riduzione dell’impatto ambientale.

Da una parte hanno sicuramente inciso i tassi di interesse elevati, che hanno aumentato di molto l’interesse degli investitori verso gli asset a reddito fisso. In un momento non particolarmente favorevole per i mercati azionari, tra l’altro, gli investitori hanno anche sentito meno l’esigenza di allocare i propri capitali nell’acquisto di quote societarie. Va a vantaggio dei green bond anche il continuo aumento della sensibilità verso le tematiche ambientali, che li rende più appetibili -talvolta anche da un punto di vista fiscale- rispetto ad altre tipologie di emissioni.

I bond sostenibili sembrano aver conquistato il favore di investitori pubblici e privati

Bloomberg conferma il nuovo record

Andando ad analizzare i dati pubblicati da Bloomberg, si legge che soltanto nei primi tre mesi del 2023 le emissioni di green bonds hanno portato a una raccolta complessiva di 163.9 miliardi di dollari. Il record precedente, risalente all’ultimo trimestre del 2021, era di 143.1 miliardi. Un balzo superiore al 10% rispetto al record precedente, decisamente alzando l’asticella per quanto riguarda questa tipologia sempre più popolare di strumenti finanziari. Rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, l’aumento della raccolta è stato di un notevole +32%. Un trend che si manifesta sia presso gli emittenti privati, sia presso il settore pubblico.

Per soddisfare tutte le tipologie di investitori, VanEck ha anche creato il VanEck Green Bond ETF. Si tratta del primo ETF a basare il proprio portafoglio esclusivamente su questo tipo di obbligazioni, favorendo a sua volta gli investimenti in questa direzione. Secondo le stime di BNP Paribas, è probabile che il 2023 si chiuda con oltre $600 miliardi di raccolta per i green bond; persino le nazioni del Golfo, come dimostra l’ultima emissione di bond sostenibili ad Abu Dhabi, stanno andando in questa direzione malgrado la loro economia strettamente legata al settore del petrolio.

La mappa di ClimateBonds.net mostra le nazioni più attive nell’emissione di questo tipo di obbligazioni

Cosa sono i green bonds?

Per i meno familiari con la materia, questo termine potrebbe suonare come una novità. I green bonds, o “obbligazioni verdi”, sono strumenti finanziari utilizzati per raccogliere fondi destinati a progetti che hanno un impatto ambientale positivo. Sono simili alle obbligazioni tradizionali, ma i soldi raccolti vengono utilizzati esclusivamente per finanziare iniziative sostenibili, come l’energia rinnovabile, il trasporto pulito, la gestione delle risorse idriche o la riduzione delle emissioni di gas serra.

I green bonds possono essere emessi da qualunque emittente, sia pubblico che privato, talvolta legando il rendimento a un certo tipo di risultato nella riduzione dell’impatto ambientale; se il risultato non viene raggiunto, in questi casi, agli investitori sono riconosciuti interessi più alti. Le obbligazioni verdi seguono specifici standard e principi, come i Green Bond Principles, per garantire la trasparenza e la credibilità dei progetti finanziati. Le agenzie di rating e società di consulenza indipendenti valutano e certificano l’effettivo impatto ambientale degli investimenti, di modo che questa etichetta non venga apposta su progetti di “green washing” o altre iniziative che vogliono dare una parvenza di sostenibilità per favorire la raccolta.

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