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Country Garden: arriva il voto che la salva (per ora)

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Continuano le vicende di Country Garden, il più grande costruttore cinese, che sta lottando per evitare il default sul pagamento dei propri bond. Una lunga serie di vicende va avanti da oltre un mese, quando la società aveva mancato il suo primo pagamento su un bond internazionale. Al momento procede il periodo di grazia legato al pagamento in questione, ma nella serata di venerdì è arrivata un’importantissima conferma: la società ha ottenuto l’estensione di un altro debito, nettamente più grande. Il voto era stato rimandato due volte, con l’azienda che ha cercato in tutti i modi di scendere a patti con gli obbligazionisti per non dover dichiarare default. C’era la seria possibilità che gli investitori si rifiutassero e pretendessero la dichiarazione di default in caso di mancato pagamento; essendo un bond onshore, però, per la società è stato più facile negoziare una dilazione dei termini del contratto.

Trattandosi di un debito che al cambio attuale vale $540 milioni, Country Garden non avrebbe in alcun modo potuto far fronte al pagamento. La società si trova stretta tra una perdita di $7 miliardi nei primi sei mesi dell’anno, un mercato immobiliare che continua a mostrare debolezze e la difficoltà persino nel cercare di pagare i suoi dipendenti. Se il voto non avesse confermato lo spostamento del pagamento, con ogni probabilità si sarebbe trattato del colpo di grazia. La società può però tirare un momentaneo sospiro di sollievo, dopo che gli obbligazionisti hanno accordato di spostare il pagamento scongiurando il default immediato; se non fosse stato così, l’azienda avrebbe avuto quattro giorni a partire da oggi per trovare oltre mezzo miliardo di dollari.

La dilazione di pagamento era necessaria per evitare il default immediato, ma i problemi di Country Garden continuano

Arriva l’atteso “sì” degli obbligazionisti

La votazione è stata tesa, ma alla fine ha prevalso la linea di chi preferiva evitare di mettere fine a Country Garden. Il 56,08% dei creditori ha votato per l’estensione dei termini di pagamento, il 43.64% ha votato contro la proposta e solo lo 0.28% si è astenuto. Il documento legato alla votazione è già stato divulgato alle autorità di Borsa, che lo hanno diffuso a livello internazionale. Il management di Country Garden si è comunque rifiutato di commentare: l’azienda sta continuando a mantenere la linea del silenzio stampa, anche malgrado l’evidente necessità di fare qualcosa per rassicurare gli altri obbligazionisti. Con oltre $1.5 miliardi di debiti in scadenza entro la fine del 2024, il rischio di default è tutt’altro che scongiurato. Nel frattempo continuano a calare i valori immobiliari, svalutando il patrimonio su cui gli investitori potrebbero rivalersi in caso di bancarotta.

Malgrado i debiti totali di Country Garden rappresentino appena il 59% dei debiti totali di Evergrande, la società gestisce oltre 3.000 progetti immobiliari in Cina contro i circa 800 progetti immobiliari di Evergrande. Inoltre rimane ancora in sospeso il pagamento da $22.5 milioni sui bond offshore, che la società dovrà necessariamente effettuare entro la fine della prossima settimana per evitare il default su quest’altra emissione. Inoltre ci sono scadenze per tutto il resto del 2023 e oltre un miliardo e mezzo di obbligazioni da ripagare il prossimo anno: CreditSights ha diffuso una stima di 12.6 miliardi di yuan per i debiti in scadenza nel 2024 di Country Garden. L’unica vera speranza per la società, che si trova senza risorse per raccogliere capitali -anche visti i continui downgrade di Fitch e Moody’s- è una forte ripresa del mercato immobiliare. Senza migliorare i dati di bilancio, rimandare i pagamenti sui debiti significa soltanto rimandare una fine già scritta.

Molti dei progetti di Country Garden giacciono incompiuti, con la società che non ha i fondi per terminare la costruzione

Le istituzioni corrono ai ripari, ma sono limitati

Diversi governi provinciali cinesi hanno iniziato ad agevolare le condizioni del credito per chi compra un immobile, ad esempio permettendo anticipi più bassi e introducendo agevolazioni fiscali. Inoltre la banca centrale sta cercando di tagliare gradualmente i tassi a cui sono ancorati i mutui, sempre nella speranza di stimolare la domanda. Il problema è che tutto questo può funzionare solo fino a un certo punto, ovvero fino a quando i potenziali compratori di immobili hanno fiducia nel mercato. I problemi del mercato immobiliare cinese stanno riflettendo quelli dell’economia più in generale: una crescita in forte rallentamento, attività industriale in difficoltà e tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti che rallentano il commercio e la produzione industriale.

La Cina si trova anche in un periodo di deflazione, per quanto Pechino faccia ancora difficoltà ad ammetterlo. Questo significa che non c’è un bisogno pressante di investire capitali in immobili, soprattutto in un momento in cui il mercato sta scendendo. Anche se è ancora presto per poterlo dire con esattezza, sembra che le istituzioni cinesi non abbiano introdotto misure dal numero e dalla portata sufficienti a cambiare la direzione dei listini immobiliari. Fonti vicine alla materia hanno dichiarato a Reuters che, in ogni caso, le misure di contenimento della crisi immobiliare non sono ancora finite. Ci si aspetta che nel corso delle prossime settimane vengano introdotte regolamentazioni ancora più incentivanti per i potenziali acquirenti, ma per Country Garden ed Evergrande la corsa contro il tempo è già in corso e l’intervento pubblico potrebbe star arrivando troppo tardi.

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