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Credit Suisse ricompra $2.5 mld delle sue obbligazioni

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Credit Suisse, dopo essersi assicurata un prestito di salvataggio dalla Banca Centrale Svizzera, inizia a impiegare i nuovi fondi per cercare di uscire dalla sua crisi. Lo fa, prima di tutto, comprando $2.5 miliardi di obbligazioni proprie per abbassare il suo indebitamento. La banca ha già stabilito quali saranno i bond oggetto di questa offerta di riacquisto: si tratta di obbligazioni con scadenza a breve termine, tutte tra il 2023 e il 2025. Sono anche già stabiliti i prezzi di acquisto di ciascun bond, anche se starà agli obbligazionisti decidere se vendere o meno.

L’offerta prevede che l’istituto svizzero, in seria difficoltà negli ultimi giorni, acquisti i bond degli obbligazionisti per intero in contanti. Probabilmente gli obbligazionisti saranno entusiasti di accogliere questa proposta, dal momento che l’andamento dei bond di Credit Suisse negli ultimi giorni è molto ribassista.

Credit Suisse cerca di migliorare la sua situazione, cominciando con questa offerta di acquisto di obbligazioni proprie

Il motivo della mossa di Credit Suisse

Nell’annuncio ufficiale della sua tender offer sulle obbligazioni in questione, Credit Suisse ha voluto anche commentare sulle motivazioni per cui ha deciso di acquistare i bond. Stando all’istituto di credito, le sue note di debito in questo momento sarebbero “sottovalutate” e sarebbe dunque un buon momento per trarne profitto. Inoltre si tratta di una mossa pensata con l’obiettivo di ristrutturare il debito della banca, cercando di abbassare l’indebitamento mentre i prezzi delle obbligazioni sono così bassi.

Gli analisti vedono anche un’ulteriore motivazione dietro a tutto questo. Dal momento che la banca sta comprando questi bond in massa, il loro valore potrebbe facilmente aumentare per effetto della domanda artificiale che questa mossa genera. Di conseguenza, Credit Suisse otterrebbe una plusvalenza che comparirebbe come profitto nel suo bilancio. Profitti di cui la banca ha estremamente bisogno per recuperare la sua credibilità di fronte agli investitori e ai correntisti.

Gli obbligazionisti avranno tempo fino al 24 marzo per vendere i loro bond a Credit Suisse. Coloro che accetteranno riceveranno poi i fondi entro il 28 marzo, prima che il primo trimestre dell’anno sia ufficialmente concluso da un punto di vista contabile. Considerando che Credit Suisse è tenuta a pubblicare i suoi dati di bilancio trimestralmente, è una mossa strategica anche quella delle date.

Dettaglio delle obbligazioni che Credit Suisse si è offerta di riacquistare dai portatori

Un primo passo verso la ristrutturazione

L’attuale amministratore delegato di Credit Suisse, Ulrich Koerner, ricopre questo incarico da meno di un anno. Un percorso non semplice, ereditando una banca già in difficoltà e attraversando a meno di 12 mesi una crisi di panico bancario che sta avendo risvolti globali. A ottobre 2022, Koerner ha annunciato di avere un piano di ristrutturazione che richiederà diversi anni. Il piano prevede il taglio del personale, una miglior solidità patrimoniale, un calo del profilo di rischio degli investimenti e soprattutto lo spin-off di alcuni rami non centrali per il business di Credit Suisse.

Tutto questo verrà messo alla prova, prima di tutto, da queste prossime settimane. Credit Suisse ha bisogno di rassicurare gli investitori, con le azioni che continuano a perdere valore e si dirigono quotidianamente verso nuovi minimi storici. Anche le obbligazioni della banca vengono vendute a 60-70 centesimi sul dollaro, indicando forti segnali di stress per l’istituto di credito. Il prestito ottenuto dalla Banca Central Svizzera aiuterà la transizione, ma la strada verso una ristrutturazione efficiente è ancora lunga.

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