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Crown Castle, nuova emissione di bond da $1.35 miliardi

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Crown Castle, società specializzata nelle infrastrutture per le telecomunicazioni, ha annunciato l’emissione di due nuove serie di obbligazioni. In totale la società punta a raccogliere 1.35 miliardi di dollari, che verranno utilizzati esclusivamente per ripagare altri debiti della società ormai vicini alla data di rimborso. Le pratiche per l’emissione sono già in stato avanzato, con l’azienda che ha prezzato le sue obbligazioni e ha già trovato una cordata di banche pronte a sottoscrivere per intero l’emissione. Tra queste figurano i nomi di Barclays Capital, Bank of America Securities, Credit Agricole Securities e molte delle altre firme più conosciute di Wall Street.

Le obbligazioni verranno dunque offerte a queste banche sul mercato primario, dopodiché queste procederanno alla rivendita sul mercato al dettaglio per gli investitori interessati. Crown Castle è una grande società valutata 54 miliardi di dollari, per cui le emissione di questa emittente vengono considerate tipicamente molto sicure. L’azienda è attiva dal 1995, con oltre 5.000 dipendenti, e ha già un lungo storico di obbligazioni onorate con i propri investitori. Si tratta anche di un’azienda organizzata come REIT, cioè di una società quotata che raccoglie capitali con il solo obiettivo di investirli in infrastrutture e distribuire la gran parte degli utili sotto forma di dividendi.

L’emissione è stata valutata BBB+ da Fitch

I dettagli dell’emissione

L’emissione avverrà in una volta sola, ma riguarda due serie di obbligazioni. Una delle due serie prevede un rendimento annuo del 4,8% e scadrà nel 2028, con una raccolta complessiva di $600 milioni; la seconda serie prevede invece un rendimento del 5,3% e arriverà a scadenza dopo 10 anni, quindi nel 2033. Entrambe le emissioni avverranno in dollari americani, per cui gli investitori italiani potenzialmente interessati dovranno tenere a mente il rischio di cambio implicitamente presente in questi nuovi bond.

Considerando che il rendimento dei BTP a 10 anni oscilla in questi giorni intorno al 4,2%, il premio per il rischio è piuttosto interessante. Crown Castle è una grande azienda con conti solidi, per cui il rischio di default sulle obbligazioni è basso. I bond in questione saranno del tipo senior unsecured, per cui sono garantiti sulle operazioni di Crown Castle e su tutte le sue succursali ma senza ipoteche specifiche su singoli asset. Inoltre si tratta di obbligazioni non subordinate, che prevedono il massimo diritto di rimborso rispetto agli altri creditori dell’azienda.

Tutti i documenti necessari per procedere con l’emissione sono già stati inviati alla SEC, per cui è ormai questione di giorni prima che le obbligazioni vengano vendute alle banche sottoscriventi. Fitch ha assegnato un rating creditizio BBB+, indicando addirittura un rating migliore rispetto a quello dei titoli di Stato italiani.

Il business di Crown Castle ruota principalmente intorno alle torri di telecomunicazione e alla fibra ottica

Su Crown Castle

Crown Castle è un’azienda statunitense che fornisce infrastrutture di comunicazione wireless e servizi correlati. Fondata nel 1994 da Ted B. Miller Jr., la società ha avuto una rapida crescita e trasformazione nel corso degli anni, diventando un player di primo piano nel settore delle telecomunicazioni.

Inizialmente, Crown Castle si concentrava sulla costruzione e gestione di torri di comunicazione per aziende di telefonia mobile. La sua espansione è stata guidata da acquisizioni strategiche e partnership, permettendo di ampliare la presenza sul territorio e la gamma dei servizi offerti. Tra queste acquisizioni, spiccano quella di Global Signal nel 2006, che ha aggiunto 11.000 torri al portafoglio dell’azienda, e quella di Lightower Fiber Networks nel 2017, che ha permesso di entrare nel mercato della fibra ottica.

Oggi, Crown Castle possiede e gestisce oltre 40.000 torri cellulari, 80.000 miglia di cavi in fibra ottica e circa 70.000 piccole infrastrutture di comunicazione chiamate small cells. I loro clienti includono i principali operatori wireless degli Stati Uniti, come AT&T, Verizon e T-Mobile. L’azienda è diventata un REIT nel 2014, il che le permette di beneficiare di vantaggi fiscali e di attrarre investitori interessati a investire nel settore immobiliare delle telecomunicazioni.

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