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Dalla Germania €4 mld per rinnovabili e idrogeno in Africa
Olaf Scholz annuncia un nuovo importante piano d’investimenti green per la Germania: la nazione si prepara a mettere sul piatto 4 miliardi di euro, per un piano d’investimenti a lungo termine fino al 2030. Questi fondi andranno in due direzioni. La prima sono le fonti di energia rinnovabile, sia in asset classici come campi eolici e fotovoltaici, sia in tecnologia emergenti come l’idrogeno verde; la seconda è l’estrazione di minerali importanti per l’economia africana. L’annuncio è stato dato al Compact with Africa, un evento internazionale con sede a Berlino che vede i rappresentanti di molte nazioni africane fare affari con imprese e istituzioni pubbliche tedesche.
Questo annuncio non arriva in modo casuale, ma come parte di un movimento mondiale di cui la Germania è una delle principali nazioni sostenitrici. Sia le Nazioni Unite che il G20 concordano sul fatto che sia necessario distribuire meglio i fondi per combattere il cambiamento climatico: è importante che le economie sviluppate investano sulla transizione climatica dei mercati emergenti. Spesso, però, quando si coordina un’iniziativa a livello internazionale si finisce con molti governi che promettono di investire e poi non inviano mai i fondi promessi. La Germania sembra aver deciso di agire di più in solitaria, senza coinvolgere in questo ultimo annuncio nemmeno l’Unione Europea. Per Berlino non si tratta soltanto di un’occasione per aiutare la transizione climatica, ma anche per estendere la propria influenza internazionale e far trovare contratti importanti all’estero per le imprese nazionali.
Costruire una filiera della sostenibilità
Scholz ha fatto notare, durante il suo annuncio, che l’Africa è estremamente ricca dei minerali che servono all’industria dell’energia rinnovabile e dell’idrogeno verde. Spesso, però, mancano i fondi persino per riuscire a costruire i grandi progetti di estrazione mineraria che dovrebbero rendere economicamente produttive queste risorse. Nei casi in cui i fondi si trovano, quasi sempre i minerali estratti finiscono per venire esportati verso altre nazioni che trasformano queste materie prime in pannelli fotovoltaici, pale eoliche, elettrolizzatori e così via. L’iniziativa tedesca, con questo investimento multi-miliardario, è diretta a costruire una filiera dell’energia sostenibile che cominci e finisca in Africa.
Questo significa sia finanziare nuovi progetti di estrazione, sia finanziare nuovi impianti che possano trasformare queste risorse in prodotti finiti. Scholz ha parlato di investimenti che “pagano entrambi i lati”, probabilmente facendo riferimento al fatto che la Germania avrà la possibilità di includere nei contratti delle clausole affinché siano le proprie imprese nazionali a ricevere contratti di costruzione e appalto dei progetti finanziati. Il tutto nel quadro sempre più accettato del fatto che la transizione climatica sia una questione globale. Non è possibile risolvere i problemi strutturali del riscaldamento globale soltanto attraverso la guida di poche nazioni sviluppate che hanno i fondi per investire su nuove infrastrutture all’interno dei propri confini.
Due destini legati
Uno dei punti che Scholz ha sottolineato in diverse occasioni è che, nella sua visione, il futuro dell’Europa sarà strettamente legato al futuro del continente africano. Ritiene ad esempio che ci siano delle ottime prospettive per produrre idrogeno verde in Africa, garantendo che le imprese europee sono pronte ad acquistarlo in grandi quantità. Inoltre ha dato una spinta pro-immigrazione nel suo discorso di fronte ai leader africani, dichiarando apertamente che la Germania ha bisogno di importare lavoratori dall’Africa per colmare i tanti posti di lavoro vacanti nel mondo dell’energia rinnovabile e non solo. Il Cancelliere ritiene che ci siano le basi per costruire un sistema di partnership, nel quale i lavoratori con determinate skill potranno migrare dall’Africa alla Germania per andare a ricoprire specifiche posizioni molto richieste dalle imprese tedesche.