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Derivati, l’India introduce delle norme più stringenti

La SEBI indiana ha deciso di introdurre delle norme più stringenti per i derivati, che dovrebbero limitare le speculazioni più spinte.

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La Securities and Exchange Board of India (SEBI), ossia l’autorità di regolamentazione dei mercati indiani, ha deciso di inasprire le norme sui derivati con lo scopo di aumentare le barriere all’ingresso e rendere più costose le negoziazioni. L’obiettivo è quello di limitare gli investitori privati che investono e speculano sui contratti rischiosi.

Stando ad alcune indiscrezioni che circolano nel corso delle ultime ore, la SEBI ha intenzione di limitare il numero di scadenze dei contratti in opzione ad una a settimana. Ma non solo: ha intenzione di triplicare l’importo minimo di negoziazione introducendo delle regole simili a quelle proposte a luglio. I broker e i trader si stanno opponendo alle novità.

Derivati e negoziazione speculative, novità dall’India

In India le autorità hanno segnalato una serie di rischi relativi alle negoziazioni speculative che effettuano gli investitori al dettaglio, che hanno deciso di convogliare i propri risparmi nel mercato delle opzioni indiano. I derivati scambiati in India ad agosto 2024 hanno un valore pari a 10,923 trilioni di rupie indiane, corrispondenti a 120,13 trilioni di dollari, il più alto mai registrato a livello mondiale. 

La quota maggiore di trading è in contratti di opzioni collegati a indici azionari come BSE Sensex e NSE Nifty 50.

I dati normativi hanno mostrato che la quota di investitori individuali in opzioni su indici è salita al 41% nell’anno finanziario conclusosi a marzo 2024, dal 2% di sei anni prima.

L’obiettivo, stando alle indicazioni che stanno circolando, sarebbe quello di porre fine ai volumi speculativi nei contratti in opzione prossimi alla scadenza, che sono cresciuti troppo. L’autorità di regolamentazione ritiene che la situazione che si è venuta a verificare giustifichi misure aggiuntive sia per la tutela dei piccoli investitori sia per garantire la continua stabilità sistemica.

Le norme definitive saranno pubblicate nel corso del mese di settembre tramite una circolare. I dettagli non sono stati anticipati in alcun modo.  Le misure seguono l’aumento delle imposte sulle transazioni effettuate sui derivati introdotte a luglio e mirano a ridurre la partecipazione degli investitori al dettaglio al mercato delle opzioni.

Scoppiano le polemiche sui social

La decisione presa dalla SEBI è stata fin da subito contestata, tanto che l’autorità di regolamentazione ha ricevuto qualcosa come 10.000 commenti sulle proposte avanzate a luglio. Le critiche sono arrivate principalmente da trader e investitori attivi sul mercato indiano, i quali, dopo l’avvio di una campagna sui social media, hanno spiegato che la maggior parte di questi commenti proveniva da soggetti che sostenevano che le nuove regole dell’autorità di regolamentazione avrebbero danneggiato i profitti e la liquidità delle negoziazioni.

Le regole definitive chiederanno alle Borse di ridurre il numero di scadenze dei contratti a uno a settimana, rispetto alle attuali scadenze multiple che danno ai trader l’opportunità di speculare di più.

Secondo alcuni rumors, la SEBI dovrebbe aumentare anche l’importo minimo di negoziazione da 500.000 rupie a circa 1,5 milioni di rupie (da 18.000 a 24.000 dollari). La novità sarebbe contenuta all’interno di un documento interno circolato nel corso del mese di luglio 2024.

Nelle sue proposte, l’autorità di regolamentazione aveva suggerito margini più elevati per i contratti in scadenza lo stesso giorno, ma il feedback delle borse valori e dei partecipanti al mercato del Paese ha messo in evidenza che questa soluzione sarebbe stata difficile da adottare. Si tratta di una preoccupazione reale e l’autorità di regolamentazione modificherà l’aumento dei margini proposto.

Anche le borse e i depositari hanno espresso preoccupazione per il monitoraggio giornaliero delle posizioni in derivati ​​su indici, a causa della mancanza di capacità tecnica. Con ogni probabilità l’autorità di regolamentazione potrebbe non insistere su questo aspetto, almeno per il momento.

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