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Domanda cinese alta, sale il prezzo del petrolio russo

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L’attuale forte domanda proveniente dalla Cina ha innalzato il prezzo del greggio ESPO russo al livello più alto degli ultimi otto mesi. A quanto riferito da varie fonti commerciali a Reuters, gli sconti dell’ESPO rispetto al Brent sono ai minimi da quando l’embargo dell’Unione Europea sulle importazioni di petrolio russo è stato applicato lo scorso dicembre.

Le informazioni indicano che il prezzo del greggio ESPO destinato alla Cina nel mese di settembre viene offerto con uno sconto di appena 2-2,50 dollari per barile rispetto al prezzo di riferimento del Brent ICE, calcolato sulla base della consegna a bordo nave (DES). Questo rappresenta una riduzione significativa rispetto agli sconti di circa 4 dollari per barile applicati nel mese di agosto.

La Cina continua a comprare enormi quantità di petrolio russo a prezzi scontati.

La domanda continua a rimanere solida

L’elevato prezzo di agosto aveva già suscitato preoccupazioni, ma l’inizio delle offerte con uno sconto di 2 dollari per i carichi di settembre ha sorpreso gli operatori del settore. La situazione sottolinea un notevole aumento della domanda di petrolio ESPO in Cina, il quale sta esercitando una notevole influenza sul mercato e riducendo gli sconti precedentemente applicati al greggio russo rispetto al Brent.

Tuttavia, i prezzi più elevati non stanno scoraggiando gli acquirenti, poiché le raffinerie indipendenti, comunemente chiamate “teapots”, riescono ancora ad assorbire i costi del greggio grazie ai margini di raffinazione attuali. Inoltre, il greggio ESPO rimane più conveniente rispetto al petrolio non soggetto a sanzioni proveniente dall’Africa occidentale e dal Brasile.

Un manager delle operazioni di trading con sede nello Shandong ha confermato che l’ESPO blend continua a essere la scelta primaria per le raffinerie indipendenti di minori dimensioni, le quali stanno godendo di profitti significativi grazie all’approvvigionamento di forniture meno costose dall’Iran e dal Venezuela.

In confronto, il greggio congolese Djeno viene venduto a un premio di circa $4 al barile, sebbene il Djeno abbia una quantità di zolfo simile a quella dell’ESPO, presenta una qualità più pesante.

Il greggio brasiliano, noto in passato come il preferito dai teapots cinesi prima della crisi in Ucraina, viene ora venduto a circa $4.50 al barile sopra l’ICE Brent per le consegne di ottobre, sempre secondo quanto riferito dai trader.

Le cosiddette teapots hanno sostituito il petrolio brasiliano con il più conveniente petrolio russo in seguito alle sanzioni.

India e Cina spingono in alto i prezzi

Si prevede che i tassi di lavorazione del petrolio grezzo in Cina rimarranno elevati per rispondere alla crescente domanda di carburante durante le prossime festività nazionali di settembre e ottobre. Questo è essenziale per garantire un adeguato approvvigionamento di carburante durante i periodi di grande mobilità e utilizzo dei trasporti.

La concorrenza tra i raffinatori indiani per l’Eastern Siberia-Pacific Ocean (ESPO) sta contribuendo a spingere i prezzi al rialzo. Si stima che i raffinatori indiani abbiano acquistato fino al 20% delle forniture di petrolio ESPO per il mese di agosto, contribuendo all’aumento dei prezzi di questo tipo di petrolio di alta qualità.

Un trader del settore petrolifero ha previsto che i prezzi dell’ESPO potrebbero continuare a salire fino a raggiungere uno sconto di circa 1 dollaro, se l’OPEC dovesse decidere di ridurre ulteriormente le forniture di petrolio per sostenere i prezzi sul mercato del petrolio.

La Russia ha promesso di ridurre le esportazioni di petrolio di 500.000 barili al giorno nel mese di agosto, come parte dei piani concordati con l’OPEC+ per stabilizzare i prezzi del petrolio.

Il prossimo incontro del Comitato Congiunto di Monitoraggio Ministeriale dell’OPEC, previsto per il 4 agosto, sarà dedicato alla discussione delle misure di riduzione della produzione e del loro impatto sui mercati petroliferi internazionali.

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