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Egitto, maxi-progetto sull’idrogeno verde da €7 miliardi per l’export verso l’Europa

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Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi, al fianco della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, ha annunciato un grande investimento per aumentare la produzione di idrogeno verde. Si tratta di un impianto da €7 miliardi che verrà utilizzato per produrre idrogeno da esportare verso i corridoi europei, che passando attraverso l’Italia arriverà fino all’Austria. L’idea è quella di sfruttare il contesto molto favorevole per la produzione di energia solare, in modo da poter produrre idrogeno per elettrolisi a partire dall’acqua. Con l’UE che sta cercando di spingere sulla sostituzione del gas naturale grazie alla produzione di idrogeno verde, la cooperazione con i paesi del Nord Africa si rivela essenziale per assicurare una quantità sufficiente di forniture.

L’investimento sarà fatto per prevedere un forte investimento europeo, che arriverà da parte della francese TotalEnergies. L’azienda opererà insieme all’autorità dei porti del mar Rosso e da Zero Waste, un consorzio per metà egiziano e per metà saudita. Il ministro dei trasporti egiziano ritiene che nel corso dei prossimi anni il suo paese possa diventare un attore di rilevanza mondiale nel mercato dell’energia, non tanto per i combustibili fossili quanto per la produzione di energia rinnovabile. In un’Europa che ha bisogno di sostituire il gas russo e possibilmente vorrebbe farlo anche abbassando la sua impronta climatica, la Commissione Europea è felice di investire su queste ambizioni egiziane.

L’Egitto spera di arrivare al 42% di energia rinnovabile nella propria economia entro la fine del decennio

Finanziamenti privati verso il Nord Africa

A differenza di altri grandi progetti per la produzione di idrogeno verde che si stanno realizzando in Nord Africa, quello egiziano è praticamente guidato per intero dai capitali delle aziende private. Questa è la dimostrazione del fatto che, quantomeno con l’intervento dell’UE per garantire una stabilità dei prezzi, l’idrogeno verde sta diventando sempre di più una tecnologia economicamente redditizia. Più si abbassano i costi di produzione, più questo tipo di combustibile diventa in grado di sostituire il gas naturale e potenzialmente di essere impiegato negli impianti di riscaldamento. Per il momento siamo ancora lontani, ma questo è l’obiettivo di lungo termine tanto per i regolatori quanto per i produttori.

Per l’Egitto ci sono altrettanti vantaggi, dal momento che questo progetto implica migliaia di posti di lavoro e una serie di pagamenti accessori: per l’uso della terra, per le infrastrutture di trasporto, per l’uso delle linee di trasmissione elettrica e per il licensing del progetto. Tutto questo per produrre fino a un milione di tonnellate di ammoniaca verde ogni anno, che potrà essere poi esportata verso l’Unione Europea e qui potrà essere trasformata in idrogeno verde. Quando i gasdotti di collegamento che Snam sta preparando saranno completati, l’export potrà avvenire direttamente sotto forma di idrogeno evitando il processo di conversione e riconversione.

La conversione dell’idrogeno verde in ammoniaca e la successiva riconversione implica costi più alti

In Germania cresce lo scetticismo

Malgrado la situazione favorevole per l’aumento della produzione di idrogeno in Europa, ci sono delle cattive notizie che arrivano dalla Germania. L’opinione pubblica si sta scagliando contro l’aumento della produzione di idrogeno verde dopo che una delle poche stazioni di rifornimento presenti nel paese ha preso fuoco nel pomeriggio di ieri, portando a un intervento complesso dei vigili del fuoco. Da tempo si sente parlare dell’idrogeno verde come di un’opportunità ma anche potenzialmente come di un problema, per via della sua instabilità chimica e alta infiammabilità. Il trasporto di grandi quantità di idrogeno verde e ammoniaca verde pone questioni di sicurezza importanti e incidenti come quello avvenuto in Germania rendono più lenta la transizione verso questa forma di combustibile.

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