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Emergenza rublo: riunione d’emergenza per la banca centrale

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Un’ondata di preoccupazione ha pervaso gli economisti russi nelle ultime settimane, con il rublo che ha raggiunto il minimo degli ultimi 17 mesi rispetto al dollaro. Proprio nella mattina di lunedì si sono toccati nuovi record, con un cambio di oltre 1$ per 100 rubli. Di fronte a questo scenario, la Banca centrale russa ha risposto rapidamente, convocando una riunione d’emergenza prevista per martedì, in cui gli economisti prevedono un aumento dei tassi di interesse come misura di controllo. L’attuale debolezza del rublo è principalmente attribuita alla bilancia commerciale della nazione: a giugno, per la prima volta da quando è iniziato il conflitto con l’Ucraina, il saldo si è rivelato negativo di ben $1,4 miliardi. Già a luglio la banca centrale russa aveva optato per uno scatto quadruplo dei tassi, cercando di contenere la debolezza della valuta nazionale nel mercato Forex.

La Russia, grazie alle sue enormi riserve di gas e petrolio, ha goduto per anni di un surplus commerciale. Queste esportazioni sono state un pilastro che ha sostenuto l’economia, garantendo un flusso costante di dollari e altre valute forti. Ora che il prezzo del petrolio e quello del gas naturale sono entrambi ben al di sotto di dove si trovavano durante l’inverno, il valore delle importazioni ha segnato per la prima volta dallo scoppio del conflitto un sorpasso rispetto a quello delle esportazioni. Tuttavia, con le crescenti tensioni geopolitiche e le sanzioni economiche internazionali, la capacità dei cittadini di convertire rubli in valute estere è stata significativamente limitata, offrendo solo un sostegno artificiale al tasso di cambio.

Nell’ultima riunione di politica monetaria, il 21 luglio, la banca centrale ha optato per un quadruplo scatto dei tassi di interesse che sono arrivati così al 8,50%

Si teme l’innesco di una spirale inflazionistica

La Russia, dopo l’inizio dell’invasione non provocata dell’Ucraina, ha visto la sua economia e la sua valuta sottoposte a immense pressioni. Con i prezzi delle materie prime energetiche ancora elevati, la Banca centrale russa aveva una certa capacità di manovra per proteggere la sua moneta. Ma con l’emergere del deficit commerciale e la controffensiva ucraina che sta guadagnando slancio sul fronte, la percezione degli investitori nei confronti del rublo e dell’economia russa in generale è cambiata radicalmente.

Yevgeny Suvorov, economista di Mosca affiliato a CentroCredit Bank, ritiene essenziale per l’economia russa che il cambio ritorni quantomeno al di sotto della soglia di 90 rubli per dollaro. Oltre questa soglia, il paese entra in una zona pericolosa di inflazione elevata. Con l’attuale tasso di cambio, i prezzi dei beni importati aumentano, rendendo la vita quotidiana più costosa per il cittadino medio russo. Questo, combinato con salari stagnanti, crea una ricetta per la contrazione economica; se si alzano i salari per rimediare, invece, si mettono le basi per una spirale inflazionistica.

Condividendo queste preoccupazioni, Yevgeny Kogan, professore di economia presso la Higher School of Economics di Mosca, sostiene che un rublo debole non è solo una minaccia inflazionistica. Riduce la fiducia di consumatori e imprese, creando un circolo vizioso che può esacerbare ulteriormente i problemi economici del paese.

Il grafico mostra l’andamento del saldo della bilancia commerciale russa nel corso dell’ultimo anno -Fonte: CEIC Data

Governo e banca centrale restano ottimisti sulla crescita

Il conflitto con l’Ucraina ha segnato una svolta significativa nella storia economica della Russia. Mentre la spesa militare ha creato posti di lavoro e ha sostenuto artificialmente il PIL, ha anche alimentato l’inflazione e messo ulteriore pressione sul rublo. Questa situazione è complicata dalle sanzioni internazionali e dalle limitazioni imposte ai cittadini russi in termini di accesso ai conti correnti esteri e alle possibilità di viaggio.

Sorprendentemente, nonostante questi ostacoli, i depositi in valuta estera tra i russi sono aumentati del 23% quest’anno. Inoltre, l’afflusso verso banche estere ha visto un aumento del 41%. Tali dati evidenziano una crescente mancanza di fiducia nella moneta e nell’economia nazionale. Nel breve termine, un rublo debole potrebbe addirittura aiutare Putin a finanziare laspesa bellica, poiché vendono petrolio in valuta estera e l’attuale tasso di cambio acquista più rubli a casa. Tuttavia, ci sono segni preoccupanti che questo modello non sia sostenibile.

Nonostante la retorica ottimistica del Cremlino sulla prospettiva economica della Russia, i numeri raccontano una storia diversa. L’agenzia di statistica russa, Rosstat, ha rivelato che l’economia ha registrato una crescita del 4,9% nel secondo trimestre del 2023, ma gli analisti suggeriscono che questa crescita sia in gran parte attribuibile alla spesa governativa nella guerra. Se le ostilità dovessero cessare o ridursi, la Russia potrebbe trovarsi di fronte a una significativa contrazione e a un’ondata di disoccupazione.

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