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Emissioni, California rifiuta il reclamo di Stellantis

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L’ufficio amministrativo dello Stato della California ha rifiutato la richiesta di Stellantis di annullare l’accordo fatto tra tre delle principali società rivali -Ford, Volkswagen e Honda- e il governo californiano. Una questione spinosa che nasce nel 2019, quando il California Air Resources Board (CARB) ha deciso di aggirare le regole federali sulle emissioni inquinanti per introdurre degli standard più stringenti. In una mossa a sorpresa, questi tre importanti competitor di Stellantis avevano deciso di unirsi alla causa e accettare di aumentare l’efficienza dei loro veicoli. L’obiettivo era, in un periodo in cui le leggi federali stavano diventando più permissive, stabilire dei parametri più rigidi sulla quantità di chilometri che un veicolo dovrebbe fare con un litro di benzina o diesel.

Da quel momento, la California ha poi deciso di trasformare questi parametri in una legge e altri 13 Stati hanno scelto di replicare le stesse regole. Il problema è che ci sono due trattamenti differenti per i costruttori di veicoli: quelli che hanno firmato l’accordo con la California hanno potuto migliorare l’efficienza dei veicoli più gradualmente; sono anche giudicati in base alle loro vendite su base nazionale, e le vendite di veicoli elettrici contribuiscono a compensare le emissioni dei veicoli a motore termico. Molti di questi vantaggi si perdono per le case automobilistiche che non hanno stretto questo accordo iniziale. In particolare, i produttori come Stellantis sono giudicati in base alle loro vendite negli specifici Stati dove il regolamento è in vigore e non su base nazionale.

Rigettata la richiesta di Stellantis

Stellantis aveva chiesto a dicembre che questo accordo fosse invalidato, essenzialmente puntando al fatto che si trattasse di un trattamento sleale nei confronti delle altre case automobilistiche. La richiesta è stata presa in carico da un ufficio legale amministrativo pubblico californiano, che però oggi ha deciso di rifiutare l’appello della società. Per fare pressione sul settore pubblico, Stellantis aveva anche deciso di tagliare un turno di lavoro nelle fabbriche di Detroit e Toledo, in entrambi i casi limitando la produzione di veicoli a marchio Jeep. Le autorità californiane non sono però state smosse da questa decisione, rimanendo ferme sulla posizione di voler mantenere l’accordo stabilito quasi 5 anni fa.

Per Stellantis si tratta di una situazione difficile, che richiede di fare i conti con un numero crescente di Stati che decidono di seguire l’esempio californiano. Il gruppo ha iniziato a limitare l’invio di veicoli a combustibile negli Stati che adottano gli stessi standard californiani, mentre invia negli stessi territori la grande maggioranza dei veicoli elettrici che produce. Dopo aver affrontato l’ira dei lavoratori e uno sciopero senza precedenti per mesi, ora gli affari americani di Stellantis si complicano ulteriormente. Il management non ha commentato, per il momento, sul rifiuto della richiesta.

La California vorrebbe arrivare all’80% di veicoli elettrici a partire dal 2035

La California stringe il cerchio

Oltre a tutto quello che è già stato annunciato fino a ora, la California continua a muoversi per rendere le sue regole ancora più stringenti. Lo Stato ha appena inviato una richiesta alle autorità federali per proibire le vendite di nuove auto a motore termico a partire dal 2035 e passare almeno all’80% di veicoli puramente elettrici entro lo stesso anno. Altri produttori, al pari di Stellantis, hanno già annunciato che probabilmente smetteranno di pubblicizzare i veicoli elettrici in altri Stati e limiteranno le spedizioni di veicoli a motore termico in California e in altre regioni con le stesse regolamentazioni. In un momento in cui i produttori non riescono a stare al passo con la domanda di veicoli elettrici su tutto il territorio statunitense, si sta rendendo sempre più difficile riuscire a rimanere all’interno dei limiti stabiliti dalla California.

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