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Eolico offshore: il 2024 può essere l’anno della ripresa

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Il settore dell’energia eolica offshore negli Stati Uniti si prepara a una ripresa significativa nel 2024, dopo un anno di sfide e rallentamenti nel 2023. Questa, almeno, è la previsione degli analisti dopo un anno da dimenticare per le imprese del settore. Il settore, fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di indipendenza energetica, arriva da un periodo in cui i tassi d’interesse elevati e i costi in rapido aumento per via dell’inflazione hanno portato a conseguenze drastiche. Gli ultimi dati trimestrali sono stati i peggiori dell’ultimo decennio, portando addirittura il colosso tedesco Siemens Energy a chiedere il bailout da parte del governo. In Europa sono sempre di più le imprese del settore che rischiano di chiudere, ma negli USA la situazione non è stata migliore.

I costi sono diventati così elevati, sia sul fronte dei finanziamenti che delle spese operative, da portare alla cancellazione di contratti di contratti già chiusi in Stati come Massachusetts, Connecticut e New Jersey. Ora, però, con l’avvio di nuovi progetti per aumentare il finanziamento pubblico verso il settore e il sostegno dei governi statali e federali, l’industria potrebbe stare per andare incontro a un cambiamento di rotta. Il 2024 potrebbe essere un anno di grande recupero per il mondo dell’eolico, soprattutto nel caso in cui le aste pubbliche europee e statunitensi si adattassero all’aumento dell’inflazione e al maggior costo dei capitali.

Aumenta il supporto del settore pubblico

Nel 2023, l’industria eolica offshore statunitense ha subito un rallentamento significativo. Di conseguenza, giganti dell’energia come Orsted, Equinor e BP hanno registrato perdite importanti, con svalutazioni complessive per oltre 5 miliardi di dollari. Nonostante l’anno buio, però, sembra che dal settore pubblico stiano arrivando notizie incoraggianti per l’energia eolica. L’amministrazione Biden continua ad affermare che l’eolico giocherà un ruolo molto importante nella transizione energetica statunitense, e nel Regno Unito si sono già visti degli aumenti importanti dei prezzi che l’amministrazione pubblica garantirà ai nuovi progetti legati all’eolico.

I problemi del 2023 sembrano dunque essere stati legati a un ritardo delle amministrazioni pubbliche nell’adattare le condizioni delle aste degli spazi offshore al contesto macroeconomico. L’intenzione di procedere con nuovi parchi eolici è rimasta intatta, ed è molto probabile che il 2024 sia un anno positivo sotto entrambi i punti di vista: migliori condizioni nelle aste da una parte, e al contempo la forte possibilità che i tassi d’interesse della Fed comincino a scendere. Di conseguenza, potrebbe verificarsi un ribaltamento totale dei risultati del 2023.

Segnali chiari sia in Europa che negli USA

Il sostegno dei governi statali è un fattore chiave per il futuro dell’energia eolica offshore. Lo Stato di New York ha lanciato una nuova sollecitazione che consente alle aziende di abbandonare i vecchi contratti e ripresentare i progetti a prezzi maggiorati. Già entro la fine di gennaio, potrebbero essere annunciati nuovi accordi con tutti i fornitori che hanno stretto accordi negli scorsi. Anche il New Jersey si prepara a una gara d’appalto accelerata all’inizio del 2024, con prezzi assicurati ben più alti per i costruttori dei nuovi progetti rispetto a quelli del 2023.

In Virginia, il progetto Coastal Virginia Offshore Wind di Dominion Energy è in linea con budget e tempi previsti. In Massachusetts, il Vineyard Wind 1 di Avangrid e Copenhagen Infrastructure Partners è prossimo alla cerimonia di inaugurazione. Avangrid, che ha cancellato alcuni contratti nel 2023, ha in programma di ripresentare le sue offerte per i progetti in Massachusetts e Connecticut nelle future gare d’appalto. E cinque giorni fa, l’Unione Europea si è stretta intorno a un maxi-accordo per favorire le aste accelerate nei progetti eolici. Sono in programma nel breve termine nuove aste per un totale di 111 GW: un record per l’Unione, con l’obiettivo di rispettare l’impegno preso al COP 28 di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro la fine del decennio.

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