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Epidemia per le piante di cacao in Africa, la crisi si aggrava e il rally dei prezzi non si ferma

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Il prezzo del cacao continua a salire e il rally non accenna a fermarsi. Ormai è diventato più caro del rame, sorpassando i 10.000$ a tonnellata, ma questo potrebbe essere soltanto l’inizio. Ci sono infatti dei problemi importanti all’offerta nei due principali paesi produttori di questa materia prima, ovvero Ghana e Costa d’Avorio. Messi insieme, i due paesi dell’Africa Occidentale rappresentano oltre il 60% della produzione mondiale ed esportano gran parte dei loro raccolti verso le imprese europee. In Europa il cacao viene poi trasformato in cioccolato da esportare in tutto il mondo, una filiera che vale decine di miliardi di dollari ogni anno e che in questo momento si trova ad affrontare una situazione complicata.

Il prezzo del cacao ha continuato a oscillare tra 2.000$ e 3.500$ per gli ultimi 5 anni, in un mercato piuttosto prevedibile che vede domanda e offerta crescere a un ritmo moderato di anno in anno. In questo momento i prezzi sono triplicati rispetto ai picchi più alti raggiunti negli scorsi anni, soprattutto per via degli scarsi risultati dell’ultimo raccolto. Risultati legati per lo più agli effetti di El Niño, il fenomeno atmosferico naturale che ogni 7-10 anni cambia il clima mondiale per via del riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico. Ora però risultano esserci dei problemi più gravi per i produttori, probabilmente destinati a influenzare l’offerta anche nei prossimi anni.

La Costa d’Avorio ha raddoppiato il prezzo fisso a cui compra il cacao dai produttori nazionali

Virus letale per le piantagioni in Ghana

Gli analisti erano già preparati per un ritorno alla normalità nel corso dei prossimi mesi, con gli effetti di El Niño che stanno passando e facendo spazio a un ritorno verso il clima degli scorsi anni. In Ghana, però, sembra essere scoppiata un’epidemia si “swollen shoot”. Si tratta di un virus che colpisce le piante di cacao e già dall’anno seguente rovina il raccolto, uccidendo poi la pianta -a oggi non ci sono soluzioni per curarlo- entro i tre o quattro anni successivi. Secondo Cocobod, l’associazione dei produttori di cacao in Ghana, attualmente ci sono 590.000 ettari di piante contagiate e ogni anno si scopre il contagio in nuove piantagioni.

Attualmente la Costa d’Avorio non ha ancora pubblicato dei dati sullo stato di salute delle piantagioni di cacao nazionali, ma si sa che lo “swollen shoot” sta colpendo anche qui. Ci si aspetta che il racconto del 2024 sia il peggiore degli ultimi vent’anni in Ghana e il peggiore degli ultimi otto anni in Costa d’Avorio, tagliando drasticamente la quantità di offerta sul mercato. Le piante infette dovranno essere sradicate e poi sostituite con una nuova piantagione dopo aver trattato il terreno, per cui ci vorranno anni prima che si torni a vedere una produzione paragonabile a quella degli anni scorsi.

Servono 4-5 anni prima che una pianta di cacao cominci a produrre frutti

Problemi anche con le miniere illegali

Un altro dei problemi che colpisce le piantagioni di cacao dell’Africa occidentale sono le miniere illegali, soprattutto di oro, gestite dalle bande locali. In primo luogo, ci sono distruzioni forzate di piantagioni. Le operazioni delle miniere abusive causano anche problemi alle piante per via degli agenti chimici utilizzati, che trovano la loro strada verso la rete fluviale e finiscono per contaminare l’acqua utilizzata nei sistemi di irrigazione.

Per avere un riferimento di quanto importanti siano gli effetti di tutto questo, nella stagione 2020-21 il Ghana ha prodotto 1,1 milioni di tonnellate di cacao. Lo scorso anno il target era di 950.000, ma alla fine la produzione è stata di 800.000. Quest’anno le stime di Cocobod parlano di appena 500.000 tonnellate, ma se il clima arido e la proliferazione dei virus dovesse aumentare è probabile che si arriverà persino a un risultato inferiore a queste attese.

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