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Erdogan proporrà nuovo accordo Russia-Ucraina su cereali

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Si apre un nuovo capitolo nella storia del corridoio nel mar Nero, uno dei temi che negli ultimi due anni sono stati centrali per il mercato delle commodities agricole e in particolare dei cereali. Erdogan, presidente turco, ritiene di poter fare da mediatore tra Russia e Ucraina per cercare un nuovo accordo; il precedente è stato interrotto a luglio scorso, quando Vladimir Putin annunciò che la Russia non avrebbe più tutelato il passaggio delle navi cargo ucraine attraverso il mar Nero. Russia e Ucraina sono due dei principali produttori ed esportatori di grano, orzo e farro al mondo, e dalle loro esportazioni dipendono i prezzi in aree molto sensibili come l’Africa.

Il primo accordo era stato mediato proprio dall’azione della Turchia e delle Nazioni Unite, che avevano convinto la Russia a tutelare il passaggio delle navi cargo da e verso il porto di Odessa. In cambio la Russia avrebbe ottenuto dalle Nazioni Unite una linea preferenziale nei contratti per gli aiuti umanitari da inviare verso l’Africa, garantendo che anche i cereali russi sarebbero stati facilmente esportabili anche a discapito delle sanzioni del G8. La Russia si è poi ritirata dall’accordo perché il Cremlino non riteneva che le condizioni fossero state rispettate, soprattutto a causa delle sanzioni che limitano le assicurazioni sulle spedizioni di cereali dalla Russia. Senza assicurazione una nave non può attraccare in alcun porto commerciale, motivo per cui a poco erano serviti i piani dell’ONU.

Non è chiaro quale sarebbe la contropartita richiesta dalla Russia

Erdogan accende la speranza di un nuovo accordo

Il presidente turco non ha fornito molti dettagli, ma ritiene che ci siano le basi per riportare le due parti al tavolo dei negoziati. Erdogan si è tenuto sul vago, spiegando che il vecchio accordo funzionava con un “vecchio meccanismo” e che ora ci sarebbe la possibilità di stabilire un nuovo meccanismo. Ha anche aggiunto che sarebbero già in corso delle trattative per concretizzare questa nuova possibilità, cosa che alcuni giorni fa era anche già stata menzionata dalle fonti ucraine. Le fonti russe invece negano che ci siano dei negoziati e continuano a restare ferme sulla posizione che l’accordo per il transito delle navi non possa riprendere.

Il vero punto poco chiaro di tutto questo, per il momento, rimangono le condizioni per poter avviare un negoziato. Infatti è chiaro che l’Ucraina abbia interesse a riprendere le sue esportazioni di cereali, una fonte essenziale di valuta estera, specialmente ora che gli agricoltori europei sono in rivolta per bloccare le importazioni di grano ucraino nell’UE. Se però ci fossero effettivamente delle basi concrete per continuare gli sforzi, questo implicherebbe che anche la Russia starebbe cercando una contropartita per il corridoio nel mar Nero. Il dettaglio più sensibile di questo accordo, cioè le richieste russe, è stato completamente tralasciato nelle ultime dichiarazioni di Erdogan.

Il porto di Odessa è il principale snodo commerciale per le merci ucraine

L’Ucraina intanto si reinventa

Fin dallo scorso agosto, dopo il termine del primo accordo, l’Ucraina ha creato un suo corridoio per poter esportare le proprie merci. Va dal porto di Odessa fino al punto più vicino delle coste della Romania, assicurando che la marina militare debba coprire solo un breve tratto di mare dagli attacchi russi. Dopo alcuni attacchi aerei iniziali dell’esercito russo, le difese sono state messe a punto e il tutto sembra aver funzionato: secondo i dati di Bloomberg, tra agosto e oggi oltre 14 tonnellate di merci sono transitate attraverso questo corridoio -principalmente cereali- e a dicembre si è raggiunto un picco di oltre 4 milioni di tonnellate in un solo mese. Secondo le dichiarazioni di Kiev attualmente il problema principale è rappresentato dalla deviazione del traffico di merci attraverso il mar Rosso per via degli attacchi Houthis, cosa che sta impedendo la rotta più conveniente per esportare il grano ucraino verso l’Africa.

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