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Esperti ONU accusano Saudi Aramco di violare i diritti umani
Esperti dell’ONU hanno inviato una lettera al gigante petrolifero saudita Aramco riguardo all’espansione della produzione di combustibili fossili e alle continue attività di esplorazione. Queste azioni sono state individuate come minacce ai diritti umani, come evidenziato in un documento reso pubblico venerdì scorso.
Al momento, l’azienda non ha ancora risposto alla richiesta di commento avanzata da Reuters. Aramco aveva in passato annunciato l’obiettivo di raggiungere emissioni zero dalle proprie operazioni entro il 2050.
Nella comunicazione indirizzata al CEO dell’azienda, Amin Nasser, gli esperti delle Nazioni Unite e un gruppo di lavoro hanno espresso profonda inquietudine per gli impatti negativi sui diritti umani derivanti dalle attività quali lo sfruttamento dei combustibili fossili, attività che contribuiscono in modo significativo al cambiamento climatico. Questa preoccupazione è specificamente legata alle azioni intraprese dalla compagnia stessa.
L’accusa sulle emissioni di CO2
In un report di Reuters si sottolinea che la lettera non ha esplicitato dettagli sugli impatti avversi della produzione di petrolio sui diritti umani, mentre il Financial Times riporta che Aramco è l’azienda che emette maggiori quantità di CO2 a livello globale.
Gli esperti delle Nazioni Unite hanno affermato che le attività portate avanti da Aramco sono state finanziate dal Public Investment Fund dell’Arabia Saudita, insieme a 11 importanti banche internazionali, istituti di investimento e aziende di rilievo. Questi stessi soggetti hanno ricevuto comunicazioni simili.
Tali comunicazioni sono state altresì inviate ai paesi di origine di queste imprese: Regno Unito, Francia, Giappone, Arabia Saudita e Stati Uniti. Alcune di queste comunicazioni sono state rese pubbliche nel corso della giornata di sabato.
Nelle comunicazioni si evidenzia che i combustibili fossili contribuiscono per oltre il 75% alle emissioni globali di gas serra. Si fa inoltre riferimento a relazioni che indicano come oltre la metà di tali emissioni possa essere attribuita a 25 aziende operanti nel settore dei combustibili fossili, con Saudi Aramco in cima alla lista come maggiore emittente di gas serra.
Nella lettera si sottolinea che l’attuale sfruttamento dei combustibili fossili da parte dell’azienda e i piani di sviluppo proposti continueranno a causare impatti negativi sui diritti umani connessi ai cambiamenti climatici.
Un richiamo anche per le banche che collaborano con Aramco
L’aspetto ancora più intrigante del rapporto del FT sta nel fatto che gli esperti dell’ONU avevano contattato anche le banche con cui Aramco collabora, come Citi e BNP Paribas, per avvisarle che i loro clienti sauditi potrebbero essere coinvolti in violazioni delle leggi sui diritti umani.
La lettera inviata alle banche conteneva una minaccia velata, indicando che se le istituzioni finanziarie fossero state a conoscenza delle violazioni dei diritti umani da parte di Aramco e non avessero agito di conseguenza, ciò avrebbe potuto essere interpretato come un appoggio indiretto alla situazione, come ha riportato il FT.
Gli ufficiali dell’ONU hanno dichiarato che le aziende dovrebbero evitare di violare i diritti umani attraverso azioni proattive per individuare, prevenire, attenuare e affrontare gli impatti negativi derivanti dalle loro attività, inclusi quelli legati ai cambiamenti climatici.
Amena Bakr, corrispondente di Energy Intelligence per l’OPEC, ha notato che gli autori della lettera rivolta ad Aramco e alle sue banche non hanno fornito spiegazioni sul motivo per cui abbiano scelto di focalizzarsi esclusivamente sulla principale azienda energetica saudita.