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Etihad, critiche di greenwashing da autorità australiana

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L’autorità australiana di vigilanza per la concorrenza sta prendendo in considerazione una denuncia presentata contro Etihad da un gruppo ambientalista locale, che accusa la compagnia aerea di greenwashing: secondo gli accusatori ha ingannato i consumatori sugli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Etihad Airways è una compagnia aerea con sede ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, e serve più di 120 destinazioni in tutto il mondo, operando con una flotta di oltre 100 aerei. La compagnia è nota per il suo servizio di lusso e la sua innovazione, ma anche per aver sottoscritto un impegno per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Etihad aveva infatti pubblicizzato i suoi obiettivi green inserendo le parole “emissioni nette zero entro il 2050” accanto al suo logo e in un altro annuncio ha inserito lo slogan “Flying shouldn’t cost the Earth”: tali annunci trasmettono l’impressione falsa o fuorviante che volare con Etihad non abbia un impatto ambientale significativo.

Se l’autorità di sorveglianza intraprendesse realmente un’azione legale contro Etihad e l’accusa risultasse fondata, la compagnia aerea potrebbe essere condannata a pagare più di $50 milioni o il 30% del suo fatturato durante il periodo in cui si è verificata la violazione, a seconda di quale dovesse essere più alto.

Pesanti accuse di greenwashing per la compagnia aerea degli Emirati Arabi

Le dichiarazioni, secondo un gruppo ambientalista, sono false

Il greenwashing è una pratica commerciale ingannevole in cui le aziende promuovono prodotti o servizi come sostenibili, ma in realtà sono poco rispettosi dell’ambiente. Spesso, queste affermazioni sono esagerate, fuorvianti o addirittura false, utilizzate come strumento di marketing per attrarre i consumatori che cercano prodotti ecologici: questo può anche minare la fiducia dei consumatori nella credibilità e nella veridicità delle aziende e delle loro affermazioni sulla sostenibilità.

Secondo la denuncia presentata dall’Environmental Defenders Office, molte delle pubblicità di Etihad riguardanti l’impatto ambientale dei voli erano false e ingannevoli. Il gruppo ambientalista ha infatti esaminato i documenti pubblici di Etihad ed ha affermato di non aver trovato prove sufficienti che la compagnia aerea intenda raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050.

La Commissione australiana per la concorrenza e i consumatori (ACCC) ha dichiarato di voler procedere con la valutazione della denuncia, pur non fornendo ulteriori commenti sulla potenziale indagine. Etihad ha invece affermato di essere impegnata a raggiungere il suo obiettivo di riduzione delle emissioni e che un report sulla sostenibilità del 2022 sarà presto pubblicato.

Etihad ha inoltre annunciato sei accordi di codeshare e interlining per migliorare ulteriormente la sua rete internazionale: tre partnership sono nuove (Philippine Airlines, Austrian Airlines e Airlink South Africa), mentre tre sono accordi ripresi con partner precedenti (interlining con Biman Bangladesh e codeshare con Air Seychelles e ITA Airways). In questo modo, permetterà ai passeggeri di vivere un’esperienza di viaggio molto più fluida.

Il problema del greenwashing

Non solo in Australia, ma anche in altri Paesi del mondo, le organizzazioni ambientaliste e i regolatori stanno intensificando le azioni contro le promesse climatiche ingannevoli.

Etihad non è l’unica azienda ad essere stata accusata di pubblicità verde ingannevole

La Australian Securities & Investments Commission (ASIC), ha dichiarato lo scorso anno di voler intensificare la sorveglianza dei report climatici e di stare indagando diverse società e istituzioni finanziarie sospettate di greenwashing: qualche settimana fa ha intrapreso una causa legale contro il fondo pensione Mercer Superannuation, accusandolo di aver ingannato i membri riguardo alla sostenibilità di alcune delle sue opzioni di investimento.

Mercer, sul suo sito web, aveva pubblicizzato sette opzioni di investimento, definite Sustainable Plus, come adatte a membri profondamente impegnati nella sostenibilità: le opzioni escludevano gli investimenti in aziende coinvolte in combustibili fossili ad alta intensità di carbonio, o nella produzione di alcol e gioco d’azzardo. Tuttavia, queste opzioni di investimento erano legate a società come BHP Group, il più grande minatore quotato al mondo, e AGL Energy, il principale produttore di energia ed emettitore di carbonio dell’Australia.

Allo stesso modo, un gruppo ambientalista olandese aveva avviato mesi fa una causa legale contro la filiale olandese di Air France KLM, accusando la compagnia aerea di aver violato la legge europea sulla tutela dei consumatori con una campagna pubblicitaria fuorviante riguardo alla sostenibilità dei suoi voli. La campagna pubblicitaria Fly Responsibly incoraggiava i clienti a contribuire ad una serie di progetti sostenibili: tuttavia, i gruppi ambientalisti chiedevano che gli annunci venissero fermati, poiché davano l’impressione falsa che i voli della compagnia non contribuissero alla crisi climatica.

Altre compagnie aeree, si stanno invece impegnando concretamente nella transizione ecologica, investendo in carburanti sostenibili alternativi per l’aviazione, i cosiddetti Sustainable Aviation Fuel (SAF).

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