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EU, USA e COP-28: triplicare energia rinnovabile entro il 2030

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Secondo indiscrezioni recenti che un funzionario americano ha diffuso con Reuters, sarebbe in atto un maxi-accordo sul clima che vede coinvolti tutti i principali attori mondiali: Unione Europea, Stati Uniti e COP-28. Manca all’appello soltanto la Cina, ma non si sa ancora quali siano esattamente tutti i paesi coinvolti. L’obiettivo sarebbe quello di coinvolgere la maggior quantità possibile di nazioni mondiali per firmare un accordo sugli obiettivi di produzione di energia rinnovabile. UE e USA vorrebbero ottenere un impegno diffuso per arrivare al 2030 con una capacità installata tre volte superiore a quella dell’inizio del decennio. Si cerca una base di appoggio preliminare, in modo da arrivare al prossimo COP-28 pronti per firmare l’accordo internazionale.

Sarà Dubai a fare da teatro all’edizione di quest’anno del COP-28, che si terrà tra il 30 novembre e il 12 dicembre. Il Presidente americano Biden e persino il Papa hanno già annunciato la loro partecipazione, in quella che si prospetta essere l’edizione più grande di sempre di questo evento. Tutte le nazioni delle Nazioni Unite invieranno comunque i loro delegati, se non direttamente i loro presidenti. L’obiettivo di lungo termine rimane sempre quello di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C entro il 2050, ma per farlo sono necessarie iniziative su grande scala per l’abbattimento del consumo di combustibili fossili.

La lettera inviata ai governi di altri paesi

La fonte di Reuters ha riportato una lettera che il governo americano e l’Unione Europea avrebbero iniziato a diffondere presso altri governi del mondo, con l’obiettivo di raggiungere un’intesa diffusa sugli obiettivi di produzione di energia rinnovabile. Il testo della lettera evidenzia che le soluzioni ci sono, ed è ora di metterle in pratica maggiormente. L’obiettivo mondiale sarebbe in questo caso di arrivare a installare 11.000 GW di energia rinnovabile entro il 2030, effettivamente più che triplicando la capacità installata nel 2020. Con soli 6 anni rimasti per raggiungere l’obiettivo e forti passi indietro sull’eolico, però, sembra che questa possa essere l’ennesima iniziativa ambiziosa su cui poi si rimarrà indietro strada facendo.

Per quanto si sa ad oggi, la lettera è già stata siglata dal Presidente del COP-28, dalla Commissione Europea, dagli Stati Uniti e da una serie di nazioni che hanno raccolto subito l’invito: Cile, Micronesia, Kenya e Barbados, oltre all’IEA. Oltre a definire dei target più ambiziosi sulla produzione di rinnovabili, la lettera invita anche le nazioni ad aumentare l’efficienza energetica -cioè a ridurre gli sprechi di energia- del 4% all’anno fino al 2030. Altrimenti, il rischio è quello di non raggiungere gli obiettivi di lungo termine sul riscaldamento del Pianeta. Sarà ora da attendere il feedback degli altri leader globali.

Gli ostacoli non sono pochi

Cina e India, le due nazioni più popolose al mondo, non hanno ancora sottoscritto la lettera. Detto questo, allo scorso G20 le due nazioni hanno appoggiato l’idea di formalizzare impegni più stringenti per aumentare la produzione di energia rinnovabile. Piuttosto sembra che sarà difficile riuscire a convincere i tanti Stati africani che, pur volendo, in molti casi non hanno le risorse finanziarie per poter sostenere una forte transizione energetica. Si stima che attualmente il continente africano riceva meno del 2% dei fondi che sarebbero necessari per contrastare il cambiamento climatico. I numeri provengono da stime indipendenti dell’IRENA, l’agenzia internazionale per l’energia rinnovabile, che è tra le principali sostenitrici della nuova iniziativa europea e americana.

Ci sono poi anche delle nazioni che fanno da opposizione diretta, tra cui Arabia Saudita e Russia. Essendo due grandi esportatori di combustibili fossili, questi paesi hanno tutto l’interesse a non sostenere un piano per la velocizzazione del phase-out da gas e petrolio. Sarà da valutare la risposta di altri grandi esportatori del Medio Oriente e dell’America Latina, ma quantomeno le grandi potenze economiche mondiali sembrano tutte voler andare nella stessa direzione. Questo fornisce una base di giustificato ottimismo verso la possibile sottoscrizione dei nuovi obiettivi da parte di gran parte del COP-28.

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