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EUR/GBP – Euro in discesa dopo i dati su produzione
Il cambio tra euro e sterlina inglese vede la Moneta Unica perdere terreno nell’inizio di questa nuova settimana di contrattazioni. Il principale fattore che ha spinto il cambio EUR/GBP verso un trend giornaliero ribassista sono i dati sulla produzione industriale, in particolare legati all’indice PMI delle principali economie dell’Eurozona. L’indice PMI misura le forniture richieste dalle imprese manifatturiere ai loro fornitori. Si tratta di un dato che anticipa i livelli di produzione industriale, dal momento che le forniture ordinate oggi rappresentano la quantità di output che un’azienda produrrà con queste forniture in futuro. Per questo è un dato molto atteso e con un forte impatto sul mercato del Forex.
Nel corso di tutto il 2023, i dati sulla produzione industriale in Europa sono stati deludenti. Per questo le attese legate ai dati pubblicati oggi erano già relativamente basse, ma i risultati effettivamente ottenuti sono stati ancora più deludenti. Per l’economia europea si dimostra un momento molto difficile, fatto di forti incertezze legate alla crescita per via dei tassi di interesse. Anche se la maggior parte degli analisti non prevede una recessione nel corso di questo o del prossimo anno, la crescita rimane vicina allo zero e la manifattura è il settore che sta facendo più difficoltà a fare i conti con i tassi di interesse eelvati.
Deludono i dati sull’indice PMI in Europa
In una singola giornata di Borsa sono stati pubblicati i dati relativi all’indice PMI in Francia, Germania e Eurozona nel suo insieme. Tutti questi dati hanno registrato letture inferiore alle attese, ma è importante capire come funzionano i dati per poterli interpretare correttamente. L’indice PMI misura su una scala da 1 a 100 la quantità di ordini industriali inviati dai manager delle imprese ai loro fornitori; una lettura inferiore a 50 indica una contrazione delle richieste di fornitura, mentre una lettura superiore a 50 indica un’espansione.
Le previsioni legate ai dati pubblicati in Europa -per quanto riguarda il PMI manifatturiero- erano già inferiori al 50, come lo sono ormai da un anno a questa parte. L’ultima volta in cui il dato aggregato legato all’Eurozona è stato superiore a 50 era luglio 2022. I dati pubblicati oggi per quanto riguarda il PMI manifatturiero sono stati i seguenti:
- Francia – 44.5 contro una previsione di 46.0;
- Germania – 38.8 contro una previsione di 41.0;
- Eurozona – 42.7 contro una previsione di 43.5.
I dati sull’indice PMI dei servizi sono stati leggermente migliori, ma non di molto: 47.4 in Francia, 52.0 in Germania e 51.1 nell’Eurozona. Con il calo della produzione calano anche le attese di inflazione, e dunque le attese di rialzi dei tassi di interesse della BCE. Per questo motivo, l’euro ha avuto una giornata difficile sul mercato Forex cedendo terreno a gran parte delle valute di economie avanzate ed emergenti.
La manifattura in difficoltà per via dei tassi
La politica monetaria della BCE è completamente orientata ad abbassare il tasso di inflazione. Christine Lagarde lo ha ribadito più volte e non ci sono dubbi: la priorità per la Banca Centrale Europea, in questo momento, è riportare sotto controllo la pressione sui prezzi. I tassi di interesse in aumento, però, sono un problema per la produzione industriale: le imprese faticano a trovare investimenti che possano generare una redditività superiore a quella del costo del proprio debito, a cominciare dai grandi colossi tedeschi dell’automotive che ordinano grandi quantità di componenti in Italia e in Spagna.
Già nei mesi scorsi avevamo riportato cali dell’indice PMI in Italia. I dati legati al nostro Paese non sono stati pubblicati nella giornata di lunedì, ma fino a questo momento hanno seguito la stessa traiettoria seguita dalle principali economie europee.
La produzione industriale inglese sta altrettanto subendo l’effetto dei tassi di interesse in aumento, ma la manifattura è un settore che pesa meno sull’economia del Regno Unito rispetto a quanto questa pesi su altre economie dell’Eurozona. Nel frattempo l’inflazione inglese continua a rimanere alta, più che nell’Eurozona. Per questo, scontando l’attesa di inflazione più bassa in Eurozona, il cambio EUR/GBP arriva da una giornata di rafforzamento per la sterlina.