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EUR/USD, cambio stabile dopo dati su inflazione Eurozona

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La settimana del mercato Forex si è aperta con dati importanti per quanto riguarda l’euro, che vede la pubblicazione dei dati sull’inflazione nell’Eurozona. Dati che non sono stati molto lontani dalle attese, causando solo un lieve rafforzamento della Moneta Unica sul mercato Forex. Il cambio EUR/USD ha chiuso la giornata con un rialzo dello 0,14%, rimanendo fisso sul livello 1.10. Si attendono ora i commenti della BCE, dopo che la pressione sui prezzi si dimostra ancora forte rispetto a quanto sta accadendo in altre economie sviluppate.

Il grande metro di paragone rimangono gli Stati Uniti, dove il tasso di inflazione negli ultimi dati si è fermato al 3,0%. Se la Federal Reserve sembra ormai arrivata vicina alla fine del ciclo di rialzi dei tassi, la Banca Centrale Europea deve ancora fare i conti con un’inflazione molto lontana dal suo target del 2%. La situazione è complicata dal fatto che alcune economie, come quella tedesca e italiana, mostrano un tasso di inflazione diverso e sensibilmente più alto rispetto a quella di altre come Francia e Spagna. In ogni caso i tassi della BCE rimangono attualmente più bassi di quelli della Fed, motivo per cui il tasso di cambio non si sta muovendo particolarmente.

Per quanto riguarda l’Italia, il tasso di inflazione misurato a luglio si è attestato al 6.0% su base annua

Inflazione Euro confermata al 5,3%

Il tasso di inflazione europeo misurato a luglio segna un aumento dei prezzi del 5,3% su base annua. La rilevazione è esattamente in linea con le previsioni degli analisti, il che è stata la ragione principale della bassa volatilità nei tassi di cambio. Per quanto riguarda le componenti del paniere su cui si misura il cambiamento dei prezzi, si notano andamenti molto diversi per quanto riguarda i diversi settori. A calare particolarmente rispetto a un anno fa è il prezzo dell’energia, principalmente per via dei prezzi più bassi di gas naturale e petrolio.

Il tasso di inflazione risulta invece particolarmente elevato per quanto riguarda i generi alimentari e il tabacco, con un aumento dei prezzi del 10,8% su base annuale. I beni non-energetici vedono un’inflazione del 5,0% e i servizi del 5,6%. Si conferma dunque che la spesa al supermercato sia il punto in cui i consumatori possono notare maggiormente l’aumento dei prezzi.

I dati hanno anche misurato l’andamento del tasso di inflazione escludendo alcune categorie di prodotti e servizi. Se si escludono i beni energetici, il tasso di inflazione europeo sarebbe del 6,7%. Considerando che stanno aumentando le previsioni di un aumento dei prezzi del petrolio, nella seconda metà del 2023 potrebbe essere ancora più difficile osservare una caduta significativa del tasso di inflazione nell’Eurozona.

Il grafico mostra l’andamento del tasso di inflazione nell’Eurozona

Differenze importanti tra le nazioni dell’Area Euro

I dati pubblicati da Eurostat mostrano anche le varie differenze tra l’andamento del tasso di inflazione nelle diverse nazioni che utilizzano la Moneta Unica. I paesi dove il tasso di inflazione è più basso sono il Belgio (1.6% annuo), la Spagna (2.1% annuo) e Cipro (2.4% annuo). Quelli dove invece rimane più elevato sono la Slovacchia (10.2% annuo), la Croazia (8.1% annuo) e la Lituania (7.1% annuo). Si conferma un’inflazione elevata in Germania, dove il paniere dell’inflazione vede un rincaro complessivo del 6,5% rispetto a luglio 2022.

Per quanto riguarda l’Italia, sempre nella giornata di lunedì sono stati pubblicati i dati che riflettono l’andamento dell’inflazione nel nostro paese. L’indice dei prezzi al consumo segna 6.0% su base annua, confermando che l’economia italiana rientra tra quelle che mostrano un’inflazione più elevata all’interno dell’Eurozona. La rilevazione è leggermente più bassa rispetto alle attese degli analisti, che prevedevano il 6,1%. Il dato precedente riferito a giugno vedeva l’inflazione al 6,4%, per cui si conferma un calo della pressione sui prezzi ma ancora una volta piuttosto lento.

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