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EUR/USD – Dollaro in volata dopo dati su fiducia consumatori
Il cambio tra euro e dollaro americano continua a vedere debolezza da parte della Moneta Unica, che ha chiuso in ribasso le ultime sei sessioni di Borsa. Pesano da una parte i dati negativi sulla manifattura in Europa, che fanno pensare alla necessità di uno stimolo economico per evitare una recessione; dall’altra parte, negli Stati Uniti la fiducia dei consumatori batte le attese e proietta gli investitori verso la possibilità di un rialzo del tasso di inflazione. Le conseguenze di tutto questo potrebbero essere un aumento dei tassi attesi della Federal Reserve e un calo di quelli attesi della BCE.
La coppia EUR/USD ritorna così intorno a 1.10, continuando un periodo di estrema volatilità che va avanti ormai da quasi un anno. Dopo aver visto l’euro toccare la parità con il dollaro e la successiva impennata del valore della Moneta Unica dell’Eurozona, adesso la valuta americana torna ad acquistare valore in base alle rilevazioni del calendario economico. Il 2023 si conferma uno degli anni più dinamici per il mercato Forex, con un secondo semestre che si è aperto da poco ma ha già visto il trend principale cambiare direzione diverse volte. Nel frattempo, il dollaro continua a guadagnare nella sessione di oggi anche contro le altre principali valute delle economie sviluppate.
Fiducia dei consumatori favorisce la forza del dollaro
Il dato più atteso della giornata di martedì era quello sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti. Si tratta di un dato importante perché, solitamente, le attese dei consumatori ne influenzano il comportamento. Quando le persone si attendono che l’economia vada bene e che il mercato del lavoro rimanga forte, tendono a favorire le spese a discapito dei risparmi e a chiedere prestiti o mutui. Tutto ciò favorisce l’attività economica, portando da una parte a maggiori attese di crescita e dall’altra a maggiori attese di inflazione.
I dati sulla fiducia dei consumatori si misurano in base 100: se il dato è superiore a 100 indica un aumento della fiducia, mentre se è inferiore a 100 indica un calo. I dati riportati nella giornata di ieri sono stati doppiamente interessanti: da una parte, le attese erano già elevate con un consenso degli analisti di Wall Street fissato a 111.8; dall’altra parte, i dati effettivamente riportati dal Conference Board sono stati ancora migliori delle attese.
L’indicatore della fiducia dei consumatori negli Stati Uniti ha toccato quota 117, il valore più alto registrato da luglio 2021 a oggi. Dati estremamente favorevoli, che però puntano alla possibilità che la Federal Reserve debba rivedere a rialzo i tassi di interesse. Per questo motivo, il dollaro americano ha subito guadagnato forza sui mercati dopo la pubblicazione dei dati.
La Moneta Unica arranca
I dati provenienti dall’Eurozona sono decisamente meno entusiasmanti. Dopo che l’indice PMI manifatturiero ha registrato nuovi minimi per l’anno in corso nella rilevazione pubblicata lunedì, è diventato chiaro che l’economia europea stia soffrendo il periodo di tassi elevati della Banca Centrale Europea. L’unico settore che sembra davvero beneficiare della situazione è il comparto bancario, con Unicredit che ha aperto la giornata di scambi di mercoledì con una pubblicazione ben sopra le attese per quanto riguarda i dati di bilancio dei primi sei mesi del 2023. In generale, tutti i servizi stanno patendo meno dell’industria manifatturiera le condizioni attuali della politica economica.
Più avanti nel corso della giornata saranno pubblicati i dati sul mercato immobiliare americano, che potrebbero ribaltare la direzione del trend. Saranno pubblicati i dati riferiti a giugno che riguardano il numero di permessi di costruzione rilasciati dalle amministrazioni e le vendite di nuove case. Numeri sopra le attese potrebbero confermare la forza del dollaro americano nel cambio con l’euro, mentre numeri al di sotto delle attese potrebbero portare a uno stallo del trend ribassista del cambio EUR/USD.
L’evento più atteso, però, sarà la decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve. Non c’è un vero e proprio consenso degli analisti: la metà si attende uno scatto di 25 punti base e un’altra metà si attende che i tassi rimangano invariati. Anche se dopo i dati sulla fiducia dei consumatori è più probabile che si vada verso uno scatto rialzista, non è garantito che sia così.