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L’euro inizia a brillare grazie alle misure di sostegno cinesi

L’euro inizia a brillare grazie alle misure di sostegno della Cina. Si muovono bene anch eil dollaro australiano e quello neozelandese.

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Dopo la diffusione dei dati sull’inflazione in Germania l’euro si è rafforzato. Discorso diverso per le valute che sono leggermente più legate alle materie prime, che hanno beneficiato dell’inversione di tendenza dell’economia cinese. Lo yen giapponese, invece, si è stabilizzato, reagendo, sostanzialmente, alla richiesta del primo ministro di indire nuove elezioni.

A muovere le redini delle quotazioni delle varie valute, in un certo senso, è stato il dollaro, che si è portato ai minimi da un anno rispetto ad un paniere di valute analoghe. A condizionare gli Stati Uniti, questa settimana, sono principalmente i dati sulle buste paga non agricole, che saranno resi noti nel corso della giornata di venerdì, e le ultime notizie che avranno come oggetto lo stato di salute dell’economia statunitense e che saranno importanti per capire l’entità dei prossimi tagli dei tassi d’interesse negli Usa. Per il momento le aspettative sono di un ulteriore significativo allentamento: la Fed potrebbe procedere verso una riduzione di 50 punti base

L’euro si inizia ad indebolire

L’euro ha sfiorato 1,1194 dollari, registrando un rialzo dello 0,3%. La valuta europea si è rafforzata dopo che i dati sull’inflazione tedesca hanno messo in mostra che le pressioni sui prezzi si stavano allentando, anche se non in modo così significativo come i dati provenienti da Francia e Spagna hanno mostrato la scorsa settimana. 

L’euro, inoltre, è rimasto stabile nei confronti della sterlina, scambiato a 83,43 penny.

Le grandi banche d’investimenti, alla luce dei dati sui prezzi francesi e spagnoli e degli ultimi segnali di debole crescita economica, hanno deciso di modificare le previsioni sulle prossime mosse della Bce,  ritenendo probabile un ulteriore taglio dei tassi di interesse ad ottobre.

L’euro si è, quindi, indebolito rispetto alla maggior parte delle altre valute, mantenendosi stabile rispetto al dollaro statunitense, nonostante le misure di stimolo economico adottate da Pechino, che normalmente sarebbero positive per l’euro, dati i legami commerciali del blocco monetario con la Cina.

 Lee Hardman, analista valutario senior di MUFG, ha spiegato che i dati sull’inflazione della scorsa settimana forniscono alla Bce la giustificazione per effettuare alcuni tagli consecutivi dei tassi a ottobre e dicembre: questo sta certamente contribuendo a frenare il rialzo dell’euro rispetto al dollaro. Una situazione che si è venuta a creare grazie all’ottimismo cinese che sta emergendo sul mercato.

Come si muovono le altre valute

Il dollaro australiano e quello neozelandese hanno raggiunto i massimi del 2024. Le due valute stanno beneficiando dei tagli ai tassi e delle aspettative di sostegno fiscale in Cina: queste ultime, soprattutto, hanno alimentato le speranze di un miglioramento dell’economia in rallentamento e hanno spinto i guadagni nei mercati cinesi e in tutto ciò che è esposto alla crescita della Cina.

Il dollaro australiano ha raggiunto il massimo degli ultimi 20 mesi a 0,6941 dollari, mentre il dollaro neozelandese è salito a 0,6375 dollari, il livello più alto in 14 mesi e mezzo. Entrambe le valute hanno guadagnato terreno rispetto a quelle europee, con l’euro sceso fino a 1,6082 dollari australiani, il minimo sul dollaro australiano da metà luglio.

Anche lo yen giapponese è stato al centro dell’attenzione, poiché Shigeru Ishiba – ex ministro della Difesa e in passato critico delle politiche eccessivamente accomodanti – ha dichiarato che avrebbe indetto elezioni generali per il 27 ottobre.

Nella giornata di venerdì 27 settembre 2024 lo yen è salito, raggiungendo il massimo della settimana a 141,65 per dollaro. A condizionare le quotazioni dello yen, ad ogni modo, sono state le parole di Ishiba, il quale ha dichiarato all’emittente pubblica NHK che, dal punto di vista del governo, la politica deve rimanere accomodante, date le condizioni economiche. Gli analisti hanno affermato che ciò è stato sufficiente a frenare il forte rialzo dello yen dopo la sua vittoria e che elezioni anticipate potrebbero pesare sullo yen almeno nel breve termine.

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