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L’euro diventa uno dei protagonisti delle turbolenze valutarie

Trascurato dagli investitori, l’euro è riuscito a beneficiare delle turbolenze dei mercati valutari e ha superato la soglia psicologica di 1,10 dollari.

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Euro ai massimi di quest’anno rispetto al dollaro, diventando, in questo modo, uno dei protagonisti delle recenti turbolenze nei mercati valutari, che sono riusciti a destabilizzare un dollaro da sempre forte e hanno fermato la discesa inarrestabile dello yen giapponese.

L’euro ha superato il livello simbolico di 1,10 dollari, registrando un aumento di oltre il 2,5%: ora come ora, la moneta europea si sta preparando a far diventare agosto il suo mese migliore dallo scorso novembre.

Fino ad oggi gli investitori sono stati distratti dal rialzo dello yen, dopo che la Banca del Giappone ha aumentato inaspettatamente i tassi d’interesse lo scorso 31 luglio. Ma soprattutto dal forte rialzo del dollaro determinato dalle crescenti aspettative sul taglio dei tassi d’interesse. Adesso l’attenzione si inizia a concentrare esclusivamente sulla valuta europea.

L’euro brilla sulle altre valute

Quota 1,10 dollari non è un livello facile da superare. Solo ad aprile molti analisti avevano ipotizzato che l’euro si potesse indebolire fino ad arrivare alla parità. Oggi, invece, è la seconda valuta principale con le migliori performance rispetto al dollaro nel 2024. In testa c’è la sterlina.

Cosa possiamo aspettarci pe ril futuro? D’ora in poi l’euro potrebbe riscontrare alcune difficoltà nel fare ulteriori progressi. In questo momento si trova al vertice degli intervalli di negoziazione recenti e ci sono meno possibilità che i differenziali di tasso si possano spostare nuovamente a suo favore.

Gli analisti della Commerzbank prevedono che l’euro si possa attestare a 1,11 dollari entro la fine del 2024, rimanendo ad un livello sostanzialmente invariato. Ing, invece, lo vede a 1,12 dollari tra un mesetto, dopodiché dovrebbe scendere a 1,10 dollari. La BofA lo vede a 1,12 dollari entro la fine dell’anno.

Guy Stear, responsabile della strategia per i mercati sviluppati presso Amundi Investment Institute, ritiene che si tratti dei livelli più elevati per l’euro che ci si dovrebbe aspettare da qui alla fine dell’anno. Secondo Stear la richiesta di ulteriori tagli da parte della BCE è più convincente di quella della Fed.

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