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Europa in anticipo sugli obiettivi di stoccaggio di gas

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L’Unione Europea ha raggiunto il suo obiettivo di stoccaggio del gas al 90% con oltre due mesi di anticipo. Tuttavia, gli esperti sottolineano che un inverno rigido potrebbe ancora portare a fluttuazioni dei prezzi e una corsa frenetica verso le risorse energetiche. Durante una dichiarazione di venerdì, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha enfatizzato gli sforzi dell’UE nel ridurre la dipendenza dal gas russo, puntando al contempo su forniture energetiche più variegate per il futuro.

La von der Leyen ha sottolineato che l’Unione Europea è adeguatamente preparata per l’inverno, e ciò contribuirà a garantire ulteriore stabilità ai mercati nei mesi a venire. Rispetto all’anno scorso il mercato energetico dell’UE è notevolmente più solido, grazie in particolare alle azioni messe in atto a livello comunitario.

Parallelamente, i prezzi del gas naturale negli Stati Uniti hanno registrato un calo settimanale del 7,9%. Si tratta del terzo calo registrato in quattro settimane, anche a discapito dell’esplosione del gasdotto di Kinder Morgan. Questo trend al ribasso può essere attribuito all’arrivo di temperature più miti in alcune aree densamente popolate degli Stati Uniti, segnalando l’inizio di un calo della domanda che durerà fino all’inverno. Altre cause di questo calo possono essere attribuite a esportazioni più moderate di GNL, una produzione energetica statunitense robusta e l’attuale cautela degli investitori riguardo alla situazione economica della Cina.

L’Unione Europea si trova in una situazione nettamente migliore rispetto a quella dello scorso anno, anche se i prezzi restano più alti rispetto a prima dell’invasione dell’Ucraina

Rimangono preoccupazioni legate agli scioperi in Australia

La quotazione europea del gas naturale non sta seguendo lo stesso trend ribassista osservato negli Stati Uniti. Nonostante venerdì i futures abbiano registrato un calo del 2,5% nelle quotazioni europee di riferimento TTF, si è registrato un aumento dei prezzi del 30% nel corso del mese scorso. Una notevole parte di questa crescita è dovuta alle preoccupazioni riguardanti possibili scioperi in tre grandi impianti di gas naturale liquefatto (GNL) in Australia. La crescente dipendenza dell’Europa dal GNL l’ha resa più suscettibile alle crisi energetiche globali. L’Australia è un fornitore primario per il mercato asiatico, e il GNL australiano raramente raggiunge direttamente l’Europa. Tuttavia, se gli acquirenti asiatici del gas australiano dovessero cercare alternative, entrerebbero in diretta concorrenza con il mercato europeo.

La crescente transizione dell’Europa verso le energie rinnovabili potrebbe rappresentare un vantaggio, con una riduzione del 12% del consumo di gas registrata a luglio. In ogni caso l’Europa rimane ancora dipendente dalla Russia per una parte significativa delle sue necessità di gas, per quanto in misura ridotta rispetto al passato. Thierry Bros, professore presso Sciences Po Paris e collaboratore attivo di Natural Gas World, ha sottolineato la necessità per l’Europa di assicurarsi flussi di gas aggiuntivi nonostante le riserve quasi piene. Anche Bros ha messo in evidenza le sfide competitive con le nazioni asiatiche per le forniture di GNL, in particolare se l’Australia dovesse ridurre le sue esportazioni.

Rimane comunque una possibilità concreta che gli scioperi si risolvano velocemente con un accordo tra le imprese e i lavoratori, anche considerando che le imprese stesse sono le prime a perdere denaro dalla situazione attuale. Per questo motivo rimane un generale clima di ottimismo sulle forniture europee.

L’Unione Europea non ha solo investito molto sulle forniture di gas, ma anche sulla costruzione di infrastrutture di stoccaggio

La Cina comincia a estendere la rete di fornitori

Il timore di una concorrenza maggiore con gli importatori asiatici di gas naturale liquefatto sembra già starsi concretizzando. Diverse imprese cinesi stanno ampliando la loro presenza presso i trading desk all’estero, dove le aziende contrattano i futures per assicurarsi nuove forniture. Aziende come ENN Natural Gas e la China National Offshore Oil Corp (CNOOC) stanno ampliando le loro attività a Londra, mentre China Gas Holdings sta stabilendo una presenza a Singapore. Questo incremento nelle operazioni coincide con un aumento significativo dei contratti a lungo termine tra la Cina e fornitori chiave come il Qatar e gli USA.

L’approccio delle aziende cinesi al mercato sta cambiando, passando da una posizione di importatori netti a quella di operatori attivi sia a livello internazionale che domestico. e proiezioni indicano che entro il 2026, le aziende cinesi avranno contratti di fornitura di GNL che superano i 100 milioni di tonnellate all’anno. Alcuni analisti stanno speculando sul fatto che l’aumento dell’attività delle imprese cinesi presso le Borse all’estero non sia tuttavia dovuto alle sole importazioni: si pensa che grazie agli sconti praticati dalla Russia, in Cina le imprese riescano a mettere mano su approvvigionamenti scontati che possono poi vendere come gas “non russo” sulle Borse internazionali. Tracciare la provenienza del gas è molto difficile, e non sarebbe la prima volta che un paese terzo approfitta dei blocchi alle esportazioni imposti dalle sanzioni del blocco occidentale.

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