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Exxon Mobil, nuova strategia per la transizione energetica

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Darren Woods, CEO di Exxon Mobil Corp, ha affermato che l’attività a basse emissioni di carbonio della società ha il potenziale per generare centinaia di miliardi di dollari di entrate, arrivando a superare la performance delle operazioni legate al petrolio e al gas già tra un decennio.

Exxon è una delle società, tra i produttori occidentali, più focalizzate su petrolio e gas: ha una strategia che le ha permesso di produrre profitti record per i suoi investitori lo scorso anno, grazie all’aumento vertiginoso dei prezzi dei combustibili fossili.

A differenza delle aziende concorrenti, Exxon è rimasta lontana dall’utilizzo di energie rinnovabili come il solare e l’eolico. Sta cercando ora di implementare i suoi piani di transizione energetica, che si basano sulla riduzione delle emissioni di carbonio derivanti dalle proprie operazioni e per fare ciò si prevede che l’azienda spenderà circa 10 miliardi di dollari entro il 2027.

Exxon, per tempo lontano dalle energie rinnovabile, ha deciso ora di investire nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio

Un nuovo business per Exxon

Il più grande produttore di petrolio degli Stati Uniti, in un incontro con Wall Street in data odierna, ha illustrato agli investitori gli obiettivi della sua strategia di transizione energetica emergente. Si tratta di un business completamente nuovo per Exxon Mobil con un profilo molto più stabile e meno ciclico, come affermato da Dan Ammann, presidente dell’unità Low Carbon Business Solutions.

Exxon entra così in quello che potrebbe essere un mercato multimiliardario in 10 anni e la rapidità con cui questa visione diventerà realtà dipenderà dal supporto normativo e politico per il prezzo del carbonio e dal costo per ridurre le emissioni di gas serra. La società sta investendo nella cattura del carbonio, nell’idrogeno e nei biocarburanti, che secondo le stime hanno un potenziale combinato di 6,5 trilioni di dollari entro il 2050, equivalente al tradizionale business del petrolio e del gas.

La società ha rivelato di aver firmato un accordo a lungo termine con Linde Plc, aggiungendo un nuovo cliente al suo portafoglio di società disposte a pagare per decarbonizzare le operazioni. Prevede di firmare altri contratti a lungo termine in grado di generare entrate per svariati miliardi di dollari all’anno nei prossimi cinque anni: in quest’arco temporale, a seconda del prezzo del carbonio e delle condizioni normative, il mercato potrebbe valere decine di miliardi di dollari di entrate annuali.

Il Ciad nazionalizza Exxon Mobil

Nonostante l’intenzione di investire seriamente nella transizione energetica, il business principale di Exxon rimane quello del petrolio e del gas al momento. Recentemente la nazione dell’Africa occidentale ha nazionalizzato tutti i beni e i diritti, comprese le autorizzazioni di esplorazione e produzione, che appartenevano a una sussidiaria di Exxon Mobil, come dichiarato dal Ministero dell’energia e degli idrocarburi. Il Ciad, che detiene la decima riserva più grande in Africa, esporta il 90% del suo petrolio.

Il Paese nordafricano ha deciso di nazionalizzare i diritti di esplorazione e produzione di Exxon

Exxon Mobil aveva dichiarato qualche mese fa di aver chiuso la vendita delle sue attività in Ciad e Camerun a Savannah Energy con un accordo da 407 milioni di dollari, ma il governo ha contestato l’accordo, affermando che i termini finali erano diversi da quelli presentati. Il governo ha quindi avvertito che potrebbe chiedere ai tribunali di bloccare l’acquisto da parte di Savannah delle attività di Exxon nel Paese e di adottare ulteriori misure per proteggere i propri interessi.

Le attività di Exxon includevano una quota del 40% nel progetto petrolifero Doba del Ciad, che comprende sette giacimenti petroliferi con una produzione combinata di 28.000 barili al giorno. Savannah ha dichiarato che intende perseguire tutti i suoi diritti legali per contestare la mossa del Ciad di nazionalizzare i suoi beni nel Paese africano.

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