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Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) alza le stime degli Stati Uniti e abbassa quelle della Cina

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha alzato le stime per gli Stati Uniti e abbassato quelle della Cina. Vediamo cosa dice nel suo rapporto semestrale.

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Dal rapporto semestrale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) emerge che i rischi finanziari globali, almeno nel breve termine, sono contenuti. Deve essere tenuto sotto controllo, però, l’allentamento della politica monetaria, che potrebbe alimentare una vera e propria bolla speculativa. Ma non solo: i mercati potrebbero sottovalutare i rischi posti dai conflitti militari e dalle imminenti elezioni.

Nel suo consueto rapporto il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha segnalato che la crescente scollatura tra l’incertezza geopolitica crescente e la bassa volatilità concorrono ad aumentare la possibilità di uno shock di mercato simile alle oscillazioni che sono state registrate nel corso del mese di agosto, proprio quando una massiccia riduzione della leva finanziaria era stata innescata da un aumento dei tassi di interesse della Banca del Giappone.

Fondo Monetario Internazionale, il rapporto sull’economia

Stando a quanto si legge nel rapporto Fondo Monetario Internazionale (FMI) anche i mercati azionari e del credito non sembrano essere stati scoraggiati dal rallentamento della crescita degli utili e dal continuo deterioramento nei segmenti più fragili del settore immobiliare aziendale e commerciale.

Nel documento viene, inoltre, messo in evidenza che, mentre l’allentamento monetario da parte della maggior parte delle altre principali banche centrali stava creando condizioni finanziarie accomodanti, i tagli dei tassi di interesse potrebbero alimentare valutazioni elevate degli asset, un aumento globale del debito privato e pubblico e della leva finanziaria non bancaria.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) queste crescenti vulnerabilità potrebbero amplificare gli shock negativi, diventati più probabili a causa dell’elevata incertezza economica e geopolitica, dei conflitti militari in corso e delle incerte politiche future dei governi appena eletti

Il rapporto è stato pubblicato mentre i responsabili della finanza mondiale si incontrano a Washington per le riunioni annuali del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale, in uno dei periodi più incerti a livello geopolitico ed economico degli ultimi decenni.

Oltre alla guerra in Ucraina e a un conflitto in escalation in Medio Oriente, metà della popolazione mondiale ha eletto o eleggerà nuovi governi nel 2024, compresi gli Stati Uniti. In molti casi i piani politici di quei nuovi leader non sono chiari, ma avranno conseguenze economiche significative.

In particolare, economisti e dirigenti di Wall Street hanno espresso preoccupazione per il fatto che gli aumenti dei dazi sulle importazioni pianificati dal candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump potrebbero riaccendere l’inflazione, mentre i tagli fiscali da lui promessi potrebbero ampliare il deficit degli Stati Uniti.

Le esortazioni Fondo Monetario Internazionale (FMI)

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha esortato le banche centrali a comunicare in modo chiaro e a tagliare gradualmente i tassi. Ma soprattutto ha sottolineato che i regolatori dovrebbero monitorare attentamente il debito aziendale e il settore immobiliare commerciale, e garantire una solida supervisione bancaria. 

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ritiene, inoltre, che le autorità dovrebbero migliorare i requisiti di segnalazione per le istituzioni finanziarie non bancarie come gli hedge fund e le società di private equity, che stanno svolgendo un ruolo più importante nei mercati finanziari. Le autorità, tuttavia, hanno generalmente meno visibilità sulle attività di tali società e sui livelli di leva finanziaria rispetto ai finanziatori tradizionali.

Anche l’ascesa dell’intelligenza artificiale è stata evidenziata nel rapporto. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha osservato che una maggiore adozione dell’IA da parte delle società finanziarie potrebbe aumentare la velocità e l’efficienza, ma anche la volatilità.

Inoltre, secondo il rapporto, la crescente dipendenza da un pugno di fornitori di servizi di intelligenza artificiale comporta altri rischi operativi e potrebbe rappresentare una sfida per gli enti di regolamentazione che cercano di controllare quella che è generalmente considerata una tecnologia poco trasparente.

Bene gli Stati Uniti, male la Cina

Il Fondo monetario internazionale ha aumentato le sue previsioni di crescita economica per il 2024 per Stati Uniti, Brasile e Gran Bretagna, ma le ha ridotte per Cina, Giappone e Zona Euro, aggiungendo che abbondano i rischi derivanti da conflitti armati, potenziali nuove guerre commerciali e gli effetti collaterali di una politica monetaria restrittiva. Secondo l’ultimo World Economic Outlook del FMI, questi cambiamenti lasceranno la crescita del PIL globale del 2024 invariata rispetto al 3,2% previsto a luglio, creando un clima di debolezza per la crescita mentre i leader della finanza mondiale si riuniscono questa settimana a Washington per le riunioni annuali del FMI e della Banca Mondiale.

Secondo il rapporto, la crescita globale dovrebbe attestarsi al 3,2% nel 2025, un decimo di punto percentuale in meno rispetto alle previsioni di luglio, mentre la crescita a medio termine dovrebbe attestarsi a un mediocre 3,1% in cinque anni, ben al di sotto del trend pre-pandemia. Pierre-Olivier Gourinchas, l’economista capo del FMI, ha affermato che Stati Uniti, India e Brasile stanno dimostrando resilienza e che è stato raggiunto un atterraggio morbido in cui l’inflazione si è raffreddata senza ingenti perdite di posti di lavoro.

Il FMI ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita degli Stati Uniti per il 2024 di due decimi di punto percentuale al 2,8%, in gran parte a causa di consumi più forti del previsto alimentati dall’aumento dei salari e dei prezzi delle attività.

La Germania non vedrà alcuna crescita quest’anno, un ribasso di due decimi di punto percentuale, poiché il suo settore manifatturiero continua a lottare, ha previsto il FMI. La riduzione ha contribuito a trascinare leggermente verso il basso le previsioni per la crescita complessiva della zona euro allo 0,8% per il 2024 e all’1,2% per il 2025, nonostante un upgrade di mezzo punto percentuale che ha spinto la crescita prevista per la Spagna al 2,9%.

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